Capitoli

  1. Usa 2016. Hillary Clinton, gioventù repubblicana e ambizione smisurata. Sognava di cambiare il mondo, è la nuova lady di ferro
  2. HILLARY FERVENTE REPUBBLICANA. POI GLI ORRORI DEL VIETNAM
  3. "BILL THE VIKING", IL FAN CHE LA SEGUE NEI COMIZI. E LA SPOSA
  4. LA DIFESA DEI BAMBINI? "E' LA CAUSA DELLA MIA VITA"
  5. USCITA A TESTA ALTA DAL CASO LEWINSKY. E LE DONNE (VOTANTI) APPREZZANO
  6. LEI SAREBBE LA PRIMA PRESIDENTE. E BILL IL FIRST GENTLEMAN
Elezioni USA 2016

"BILL THE VIKING", IL FAN CHE LA SEGUE NEI COMIZI. E LA SPOSA - 3/6

Era ancora un'universitaria quando fece parlare di sé dopo un attacco frontale a un senatore ultraconservatore. La conversione ai democratici per gli orrori del Vietnam e la discriminazione razziale. Il lavoro sui Nixon tapes del Watergate. Poi il matrimonio con Bill, lo scandalo Lewinski, da cui è uscita a testa alta. Ora l'ultimo miglio per diventare la prima donna presidente degli Stati Uniti. Emailgate permettendo

Quel 31 maggio del 1969, l’ovazione delle studentesse di Wellesley dura ben sette minuti. Un trionfo. Una consacrazione. La bionda e carina Hillary è stata un’oratrice impetuosa. La filippica contro il governatore Brooke è la notizia del giorno. Lei si gode il successo. Ne è sempre stata ammaliata. La sua bravura, la sua intelligenza, il suo incalzare ha sempre affascinato chi l’ascoltava. Bill è uno di questi fan. Ammira l’impeto e la preparazione culturale di Hillary. L’accompagna nelle assemblee universitarie. Sono gli anni in cui i campus americani ribollono di proteste, di manifestazioni, di ribellione. Bill the Viking (come lo chiamava lei) se ne innamora. E le chiede di sposarlo. Ma a casa sua, nell’Arkansas. Al sud. Uno Stato povero, rurale, conservatore nell’anima, dove le donne non contano nulla in ambito universitario, giudiziario e, ça va sans dire, politico. L’ateneo di Fayetteville gli ha offerto un posto, una docenza di diritto. Bill ha grande autostima. Sente che il carisma lo aiuterà a far carriera: e poi, difende con foga le sue idee progressiste. Nella sua prima campagna elettorale propone un sistema di assicurazione universale per la salute, un finanziamento pubblico e trasparente per le campagne elettorali, una tassa più forte sui profitti petroliferi. Proclama: bisogna eleggere uomini (sic, questo Hillary non glielo perdonerà mai) che non abbiano “paura di prendersi in carico l’avvenire del Paese”. Ha 27 anni, punta subito a Washington…

Bill ammira l’impeto e la preparazione culturale di Hillary. E se ne innamora

Hillary esita. Non le va di stare in seconda fila, dietro Bill. E’ abituata a star davanti. Prima della classe. Presidente della società degli studenti. Fin da ragazza: al liceo di Park Ridge, nell’hinterland di Chicago, codirigeva il comitato contro il vandalismo. E’ un’allieva modello. Magari fin troppo. Nel giornalino di scuola Southwords firma un articolo: Hillary che intervista Hillary, fingendo d’essere una giornalista di Time incaricata di intervistare Hillary Rodham, un ex studentessa diventata avvocato penalista “di fama”. Che ambizione ha questa Hillary? “Sposare un senatore e trasferirmi a Georgetown”, il quartiere chic dei politici di Washington. Eloquente, no?