Era ancora un'universitaria quando fece parlare di sé dopo un attacco frontale a un senatore ultraconservatore. La conversione ai democratici per gli orrori del Vietnam e la discriminazione razziale. Il lavoro sui Nixon tapes del Watergate. Poi il matrimonio con Bill, lo scandalo Lewinski, da cui è uscita a testa alta. Ora l'ultimo miglio per diventare la prima donna presidente degli Stati Uniti. Emailgate permettendo
Insomma, Bill dovrà pazientare, mentre Hillary comincia la sua avventura di avvocatessa impegnata nella lotta per l’educazione e la scuola accessibile a tutti, per i minori detenuti, per i giovani handicappati che non hanno avuto la possibilità di frequentare le scuole. La difesa dei bambini è “la causa della mia vita”, ripete Hillary ancora oggi, durante i comizi delle presidenziali. Una ragione, profondamente radicata nella sua psiche, c’è. Vuole riparare un torto subito da sua madre Dorothy, abbandonata dai genitori quando aveva appena otto anni assieme alla sorellina di quattro, sbattuta su un treno e poi costretta a lavorare all’età in cui le sue coetanee andavano al liceo. Mamma Dorothy per tutta la vita sarà democratica, al contrario del marito.
Così, invece di seguire Bill in Arkansas, Hillary da Boston va a Washington, chiamata dal famoso giurista John Doar. A 26 anni entra a far parte del team di 39 avvocati incaricati dalla commissione per gli affari giuridici della Camera dei Rappresentanti per istruire il processo della destituzione di Richard Nixon, conseguenza del Watergate. L’immagine di Hillary ricompare sui grandi giornali. Nelle foto di gruppo è in fondo al tavolone, ma è pure l’unica donna. Un presagio? Nel segreto più assoluto, lei scortica i Nixon tapes, le registrazioni in cui il presidente repubblicano commenta le proprie turpitudini. Della giovane Rodham si dice che è una formidabile indagatrice. Il profumo del potere comincia a sedurla.