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Democrazia e caso Geithner: riflettori sulla Bce

Cosa determinò la caduta di Berlusconi nel 2011? Fu un complotto dell’Europa? Le rivelazioni di Geithner – la richiesta agli americani di altissimi funzionari europei, non meglio identificati, di destabilizzare il Cavaliere – paradossalmente oscurano le vere responsabilità e la destabilizzazione che ci fu, al di là dei noti gravi limiti di Berlusconi.

Berlusconi cadde largamente a causa dell’impennata degli spread italiani. All’epoca la Bce offrì una particolare narrazione di quella crisi finanziaria. La crisi era causata dall’eccesso di debiti pubblici e dall’insufficienza dell’austerità varata in Italia e Spagna. Non dipendeva dalla BCE; non poteva essere fermata da lei; non era affar suo; e comunque i Trattati Europei non le consentivano di intervenire. Quella narrazione ancora oggi terrorizza chiunque voglia evadere dall’ortodossia Europea: gl’italiani infatti, di quella crisi, ancora pagano le conseguenze. Ma gli eventi successivi hanno smentito quella narrazione.

  1. Monti e la sua sproporzionata austerità non ebbero mai il minimo effetto positivo sugli spread. E c’è un perché…
  2. L’esperienza degli anni successivi ha dimostrato che l’austerità, in presenza di disoccupazione di massa, non riduce bensì eleva il rapporto Debito/Pil.
  3. Il 26 Luglio 2012, apice della crisi finanziaria, la Bce ha dimostrato di essere perfettamente in grado (anche legalmente) di fermare gli spread, con una semplice dichiarazione (c.d. Draghi Put: “We’ll do whatever it takes to save the Euro”), senza spendere un euro.
  4. La prova del nove è giunta dal Giappone – il paese con il debito pubblico più alto al mondo, 240% del Pil – che nel 2013 ha virato verso una politica di bilancio fortemente espansiva: deficit pubblici tre volte più grandi di quelli di Berlusconi, e spread negativi! Perché la Banca Centrale fa il suo mestiere. Q.e.d.

E allora, come andò davvero, nel 2011?

  1. Nell’Aprile e Luglio un insensato doppio rialzo dei tassi d’interesse – Thichet e Draghi erano ossessionati dai rischi di inflazione, ricorda Geithnerdestabilizzò, assai più di Berlusconi, i titoli di Italia e Spagna.
  2.  Nel Luglio-Novembre la Bce fece dichiarazioni esattamente opposte a quelle del 26/7/12: ‘siamo indisponibili a stabilizzare i mercati dei titoli pubblici’ (se non ‘temporaneamente). Se è vero, com’è vero, che la ‘Draghi put’ del 2012 avrebbe fermato gli spread, ciò signifoca che le dichiarazioni dell’estate 2011 li destabilizzarono.
  3. In Agosto, in una lettera al Governo italiano, la Bce subordinava il suo limitato sostegno a politiche economiche in parte autolesioniste (prescritte, con tutta l’arroganza di cui la tecnocrazia è capace, come rimedi necessari, efficaci e politicamente neutri), che il centrodestra non era in grado di adottare), facendo apparire l’inadempienza di Berlusconi la causa di tutti i mali.
  4. La prima settimana di Novembre, con Berlusconi in bilico, la Bce dimezzò gli acquisti di titoli italiani (lasciando volare gli spread), per riprenderli subito dopo la sua caduta: un caso?

La lista delle ‘forzature’ della Bce è lunga. Nel 2009 costrinse i contribuenti irlandesi a salvare le banche private (e i creditori esteri), minacciando altrimenti di destabilizzare il paese! Nel 2010 impose alla Grecia – con minacce simili – una strategia che ha portato al default. Nel 2012 la Francia, per evitare la procedura per deficit eccessivo, ha varato la sua austerità aumentando le tasse: la Bce e la Commissione Europea si sono opposti, chiedendo una manovra di pari importo però dal lato della spesa (in flagrante contraddizione con il teorema di Haavelmo); non avevano il diritto di chiedere alla Francia una particolare composizione del suo bilancio. Nel 2013 hanno fatto pressioni sulle istituzioni del Portogallo affinché ignorassero una decisione della Corte Suprema del paese. Ecc.

Il problema non è Berlusconi: pochi lo rimpiangono. Ma ora sappiamo che le crisi finanziarie dipendono molto più dalla Bce che dai Governi. Che molte delle pretese della Bce nel 2011 erano dannose per le finanze pubbliche: perciò il suo ricatto era ingiustificato sotto il profilo democratico ma anche sul piano tecnico. Comunque la BCE non fece ‘in cambio’ quel che doveva neppure con la super-austerità di Monti, ma solo quando si trattò di salvare l’Euro. Perciò il golpe contro Berlusconi c’è stato; e non furono gli AmeriKani.

Il problema è che il potere delle banche centrali di stabilizzare o destabilizzare finanziariamente una nazione, nel mondo moderno, è esorbitante; se non viene regolato, la democrazia è sopraffatta. La Bce è l’unica Banca Centrale di paesi democratici che non incontra limiti in un Parlamento. Perciò non c’è nulla che possa obbligarla a rispettare i Trattati, o a interpretarli in modo corretto: lo fa, se le piace. Nessuno valuta la performance dei nostri banchieri centrali, e se inadeguata li sostituisce. Non a caso, i grandi giornali si rivolgono alla Bce come a un monarca: ringraziandola festosamente, o giustificandola, secondo le occasioni. Per chi crede che la tecnocrazia sia la migliore forma di governo, va bene così. Io – sarò superato – la penso ancora come Churchill.