Giustizia

“Cuffaro al vertice di un’associazione criminale, il comitato d’affari occulto e gli appalti”: tutte le accuse dei pm

I presunti appalti truccati all’Asp di Siracusa, a Villa Sofia-Cervello di Palermo e la "bustarella" per il Consorzio di Bonifica Occidentale della Regione Sicilia

Dovranno comparire davanti al gip di Palermo il prossimo 14 novembre l’ex governatore Totò “Vasa Vasa” Cuffaro, leader della DC, e il deputato nazionale Saverio Francesco Romano, di Noi Moderati, per l’interrogatorio preventivo. La procura di Palermo, guidata da Maurizio de Lucia, ha chiesto gli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta del Ros in cui sono coinvolte altre 16 persone, accusate a vario titolo di associazione a delinquere, corruzione e turbata libertà degli incanti, in merito ad alcuni presunti appalti truccati all’Asp di Siracusa, a Villa Sofia-Cervello di Palermo e nel Consorzio di Bonifica Occidentale della Regione Sicilia.

Il comitato d’affari occulto

L’accusa più grave è l’associazione per delinquere per commettere secondo gli inquirenti “un numero indeterminato di delitti contro la pubblica amministrazione, anche di natura corruttiva e di turbata libertà degli incanti”, contestata all’ex governatore Cuffaro e al suo cerchio magico. Il ruolo apicale è quello di Totò Vasa Vasa per la sua “militanza politica di lungo corso e, in particolare, dall’aver ricoperto, fra i tanti ruoli in seno all’amministrazione regionale, la carica di presidente della Regione Siciliana dal 2001 al 2008”, affiancato dal capogruppo della Dc all’Assemblea Regionale Siciliana, Carmelo Pace, definito dagli inquirenti “membro di spicco del sodalizio” che avrebbe agito nella “sua opera di lobbysmo illecito”, e “incaricato del compito di operare anche, ma non solo, nei contesti istituzionali solo a lui accessibili in virtù della carica ricoperta”. A loro si aggiunge un altro fedelissimo dell’ex presidente, Vito Raso, attualmente segretario particolare dell’assessore regionale alla famiglia, Nuccia Albano; e Antonio Abbonato, già responsabile della IV circoscrizione di Palermo, ritenuto “faccendieri e tuttofare” a “disposizione del programma del sodalizio”.

Nomine, appalti e gare

Secondo gli inquirenti, “la rete di conoscenze” di Cuffaro e dei sui sodali, “alimentata dall’aver propiziato le nomine e rafforzato la stabilità delle posizioni dei funzionari collocati ai vertici di enti pubblici strategici”, tra cui “aziende sanitarie e consorzi di bonifica”, “condizionavano la definizione di concorsi, gare, appalti e procedure amministrative in cambio di somme di denaro, assunzioni in aziende, posti di lavoro e contratti di sub-appalto”. In questo contesto, Cuffaro e la sua cerchia si sarebbero proposti “alle imprese e ai loro interlocutori quali intermediari”, o “lasciando intendere la possibilità di agire come tali”, per indirizzare l’aggiudicazione di appalti o procedure bandite dagli enti pubblici. Inoltre “rimanendo a disposizione in modo da favorire la massimizzazione dei profitti e rimuovendo gli ostacoli che avrebbero potuto impedire o rallentare gli esiti favorevoli degli affari”.

La gara all’Asp Siracusa

Tra le gare che sarebbero finite nel mirino di Cuffaro e company, ci sarebbe quella di “ausiliariato bandita dall’ASP Siracusa”. Secondo l’accusa i politici Cuffaro, Romano, Abbonato e l’ex deputato nazionale Ferdinando Aiello, con un passato nel Pd e Italia Viva, insieme al direttore generale dell’Asp Siracusa, Francesco Maria Caltagirone, avrebbero accettato “la promessa di assunzioni, contatti, subappalti e altri vantaggi patrimoniali” che sarebbero stati offerti da Mauro Marchese e Marco Dammone, il primo rappresentate legale e il secondo funzionario commerciale di Dussmann Service Srl. In cambio avrebbero ricevuto “il miglioramento delle condizioni contrattuali di due dipendenti dell’azienda segnalati da Cuffaro, con cui i contatti erano tenuti da Abbonato, la promessa di futuri sub-appalti concessi dalla Dussmann a ditte che sarebbero state indicate” dagli stessi indagati, e “quella di un incremento del valore delle prestazioni e del volume dei lavori per cui” Dussman si “sarebbe rivolta alla ditta Euroservice Srl”. In quest’ultimo caso, sarebbe stato favorito Sergio Mazzola, comproprietario e amministratore di Euroservice, che sarebbe stato “introdotto da Romano a Marchese e Dammone come proprio amico personale”. Secondo l’accusa, su mandato delle doppie coppie Cuffaro-Romano e Marchese-Dammone, Aiello avrebbe indotto il dg Caltagirone a “sfruttare la propria influenza” su Giuseppa Di Mauro, rup della procedura, e sui tre componenti della commissione aggiudicatrice della gara-ponte mediante procedura aperta per l’affidamento dei servizio di ausiliariato, supporto e reception, formata da Paolo Bordonaro (direttore ospedale Umberto I Siracusa), Vito Fazzino (responsabile Bed Management Aziendale Asp Siracusa) e Paolo Emilio Russo (direttore amministrativo del presidio Avola-Noto), affinché l’appalto finisse, come poi avvenuto, alla Dussmann Service Srl. Risulta, dagli atti pubblicati dalla stessa Asp di Siracusa, che la società Papalini Spa, arrivata terza, ha presentato ricorso al Tar contro l’azienda sanitaria aretusea, la Dussmann Service Srl e la PFE Spa.

Le domande per gli OSS a Villa Sofia-Cervello

L’altra contestazione riguarda invece il concorso pubblico indetto dall’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello di Palermo, per 15 posti a tempo indeterminato ed a tempo pieno di operatore socio sanitario (OSS) tramite stabilizzazione. In questa vicenda, Roberto Colletti, prima commissario straordinario e poi direttore generale dell’azienda ospedaliera, e Antonio Iacono, direttore del Trauma Center e presidente della commissione esaminatrice, avrebbero accettato “utilità e promesse di favori, incarichi e sostegno politico” da Cuffaro e Raso. I due manager sanitari avrebbero fatto avere le tracce del concorso in anteprima ai due politici che a loro volta le avrebbero messe a disposizione dei candidati, in cambio – si legge negli atti a firma del gip Carmen Salustro – Colletti avrebbe ottenuto la conferma a direttore generale, mentre a Iacono sarebbe stato promesso “di conseguire l’incarico di direttore dell’unità di anestesia e rianimazione” della stessa struttura.

La “bustarella” per il Consorzio

L’ultimo tassello dell’inchiesta riguarda il Consorzio di Bonifica Occidentale della Regione Sicilia. In questa vicenda, ancora una volta secondo l’accusa, Cuffaro-Pace, in qualità di “intermediari”, avrebbero ricevuto somme di denaro da Alessandro Vetro, procuratore speciale della SM Srl e amministratore unico della MGV Costruzioni Srl, poi consegnate al direttore generale del consorzio, Giovanni Giuseppe Tomasino. Il denaro sarebbero servito per favorire le società di Vetro ad aggiudicarsi gli appalti banditi dal consorzio, in quanto secondo l’accusa i due politici avrebbero potuto “esercitare influenza Tomasino per avergli accordato sostegno e appoggio, anche politicamente”.