
Il Documento programmatico di bilancio trasmesso mercoledì sera alla Commissione europea delinea le principali misure della prossima legge di Bilancio. Taglio dell’Irpef per il ceto medio, proroga dei bonus casa al 50% per le abitazioni principali, incentivi al rinnovo dei contratti, mini potenziamento dell'aiuto alle lavoratrici madri
Taglio dell’Irpef per il ceto medio, proroga dei bonus casa al 50% per le abitazioni principali, incentivi fiscali al rinnovo dei contratti, mini potenziamento dell’aiuto alle lavoratrici madri. Mentre la sterilizzazione dell’aumento dell’età pensionabile varrà solo per i lavoratori che svolgono attività gravose e usuranti. Sono alcune tra le principali misure della manovra delineate nel Documento programmatico di bilancio trasmesso mercoledì sera dal ministero dell’Economia alla Commissione europea, che quantifica in circa 18 miliardi di euro medi annui gli interventi previsti per il triennio 2026-2028.
In materia fiscale, il provvedimento conferma la volontà del governo di proseguire lungo la strada della riduzione del prelievo sui redditi da lavoro. La novità principale è la riduzione della seconda aliquota Irpef, che scende dal 35 al 33%, concentrando i benefici sui redditi medi mentre l’impatto sarà sterilizzato per le fasce più alte. Secondo le tabelle del Dpb, la misura comporterà un costo di circa 2,8 miliardi di euro l’anno nel 2026, 2027 e 2028, pari a -0,12% del Pil in ciascun esercizio.
Accanto al taglio dell’Irpef, sono previsti interventi per favorire l’adeguamento salariale al costo della vita e rafforzare il legame tra produttività e retribuzioni. Nel settore privato arrivano incentivi fiscali per i rinnovi contrattuali e i premi di risultato, mentre nel pubblico impiego si prevede “una misura di agevolazione fiscale sul trattamento accessorio” legata agli incrementi salariali.
Restano in vigore anche nel 2026 le principali agevolazioni fiscali legate alla casa: vengono prorogate le detrazioni per gli interventi edilizi e le esenzioni ai fini Irpef dei redditi dominicali e agrari, alle stesse condizioni previste per il 2025.
Sul fronte previdenziale, il governo interviene in modo selettivo per attenuare l’aumento dell’età pensionabile previsto in base all’aspettativa di vita: nel biennio 2027-2028 la sterilizzazione del requisito anagrafico sarà applicata solo ai lavori gravosi e usuranti, mentre per tutti gli altri lavoratori è confermato l’adeguamento automatico. Vale a dire che nel 2027 per le pensioni di vecchia scatterà l’aumento di 3 mesi rispetto ai 67 anni attuali.
La manovra rifinanzia per il 2026 e il 2027 la “Carta dedicata a te”, destinata all’acquisto di beni alimentari di prima necessità, e destina risorse specifiche al completamento della riforma sul ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare. È inoltre potenziata per il 2026 la misura per le lavoratrici madri con almeno due figli e reddito annuo fino a 40mila euro, introdotta nel 2025.
Per favorire l’accesso alle prestazioni agevolate, il Documento prevede una revisione dei criteri di calcolo dell’Isee: sono introdotte maggiorazioni delle scale di equivalenza per le famiglie con due o più figli e un innalzamento della soglia di esclusione della prima casa dal patrimonio considerato.
Sul fronte delle coperture, il Dpb indica che, oltre agli effetti di miglioramento del quadro di finanza pubblica derivanti dalla rimodulazione del Pnrr che ammontano a ben 5 miliardi, al finanziamento della manovra concorrono risorse che arriveranno dalle banche e dalle assicurazioni. Il contributo, su cui però la maggioranza è divisa e il governo sta ancora faticosamente cercando di trovare l’assenso dell’Abi e dell’Ania, ammonta a circa 4,4 miliardi, lo 0,19% del Pil, percentuale che verrà replicata anche nel 2027 e che poi nel 2028 scenderà allo 0,10%. In tutto, nei tre anni di programmazione, la cifra complessiva arriva dunque a superare gli 11 miliardi di euro.
I tagli ai ministeri valgono invece il prossimo anno lo 0,1% del Pil, ovvero 2,3 miliardi. Nel triennio 2026-2028 i risparmi arrivano a circa 8 miliardi. Il Mef parla di “efficientamento della spesa corrente” e, per quanto riguarda la spesa in conto capitale, miglioramento della “capacità di programmazione delle amministrazioni” attraverso una rimodulazione delle dotazioni di bilancio che tenga conto dell’andamento gestionale, senza compromettere la realizzazione dei relativi progetti.