
Il totale delle richieste dell'accusa è di oltre 400 anni di carcere. L'ex manager "era come lord Voldemort, non si poteva nemmeno nominare", hanno detto i magistrati
La Procura di Genova ha chiesto la condanna a 18 anni e sei mesi di carcere per l’ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia (Aspi) Giovanni Castellucci nel processo di primo grado per il disastro del ponte Morandi, il viadotto dell’autostrada A10 collassato il 14 agosto del 2018 provocando la morte di 43 persone. Si tratta della prima delle richieste formulate dai pm Walter Cotugno e Marco Airoldi al termine della loro lunghissima requisitoria, iniziata lo scorso giugno e proseguita per quattro mesi. La pena base richiesta, ha spiegato il pm Cotugno, è quella massima prevista dalla legge per il reato di omicidio stradale, riferita alla più giovane delle vittime (il piccolo Samuele Robbiano, di otto anni) aumentata di due mesi e venti giorni per ciascuno degli altri 42 morti, in base al meccanismo della continuazione. “Se non a Castellucci, quando, a chi bisognerebbe dare il massimo della pena?”, ha chiesto retoricamente il magistrato. L’ex top manager è già detenuto nel carcere milanese di Opera dopo la condanna definitiva a sei anni per la strage di Avellino del 28 luglio 2013: nel 2029 compirà settant’anni e potrà chiedere l’accesso a misure alternative.
Gli imputati nel processo sono 57 e rispondono a vario titolo di titolo di omicidio e disastro colposi, omicidio stradale aggravato dalla violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, crollo doloso e falso: in totale sono stati chiesti oltre quattrocento anni di carcere. Per tutti è stata chiesta l’assoluzione dall’accusa di attentato alla sicurezza dei trasporti. Il dibattimento di primo grado, iniziato a luglio 2022, è durato già più di tre anni: dopo la Procura parleranno le parti civili e poi – dopo una pausa – le difese. L’obiettivo è di arrivare a sentenza entro l’estate del 2026. Le due società inizialmente indagate, Aspi e l’ex controllata Spea (che si occupava delle manutenzioni), sono uscite dal processo con un patteggiamento da trenta milioni di euro: quasi tutti i familiari delle vittime sono stati risarciti in forma privata. “Chiederemo molte assoluzioni, quasi tutte per prescrizione di reato”, ha anticipato il pm Cotugno. “Qualunque decisione venga presa, imputati, difese e collettività avranno bisogno di capire il perché“. Di 15 anni e sei mesi la pena richiesta per l’ex numero due di Castellucci, Michele Donferri Mitelli (già a capo della Direzione Investimenti di Aspi), di 12 anni e sei mesi per Paolo Berti, ex direttore centrale Operazioni, di 14 anni per il condirettore tecnico Gabriele Camomilla, di 13 anni ciascuno per i dirigenti di Spea Emanuele De Angelis e Maurizio Ceneri.
L’udienza di lunedì è stata dedicata tutta alla figura dell’ex amministratore delegato scelto dalla famiglia Benetton, azionista di maggioranza di Autostrade fino al 2022. A suo carico, ha detto il pm Airoldi, c’è “un’enciclopedia di elementi negativi, uno più grave dell’altro. Qua siamo al massimo livello di colpa possibile“: secondo l’accusa, infatti, ha commesso in reati “per profitto, prestigio personale, benefit vari, carriera, perché gli piaceva fare il manager rampante che tutti idolatravano, che garantiva agli azionisti profitti enormi”. Il pm ha paragonato l’imputato al principale antagonista della serie Harry Potter: “L’allora ad era come lord Voldemort, che non si può nemmeno nominare. Aveva creato un clima tale che quando scrivevano di lui mettevano i puntini”. “La richiesta di pena per l’ingegnere Castellucci la trovo inaccettabile e mi inorridisce, è una pena spaventosa”, commenta uno degli avvocati dell’ex manager, Guido Carlo Alleva. Il legale accusa la Procura: “Ho sentito oggi delle espressioni che trovo inaccettabili all’interno del processo penale, valutazioni che ineriscono alla personalità, alla vita privata e alla soggettività della persona, che vanno enormemente al di là di ciò che al giudice è richiesto giudicare”.
La portavoce del Comitato dei parenti della vittime, Egle Possetti, esprime “soddisfazione” per la richiesta: “Siamo un po’ frastornati oggi, mi è piaciuto molto il discorso del pm che ha fatto un ragionamento lineare sulle enormi responsabilità che ci sono state sulla continua cecità di fronte alle problematiche di questo ponte che erano perfettamente note negli anni. Quindi, la richiesta di questa pena, elevata, è ovviamente per noi molto importante. Chiaramente sappiamo tutti, come ha ricordato il pm, che ci saranno, data l’età dell’imputato, delle agevolazioni, legate anche agli arresti domiciliari. Per noi è essenziale che ci sia poi una condanna in questo senso, stante tutti gli elementi che tutti abbiamo conosciuto in questa fase processuale e che sono oggi stati riassunti”, ha detto ai cronisti.