
5 feriti a Kramatorsk, attaccata anche Odessa. Il leader ucraino invoca la diplomazia malgrado il fallimento dei due round negoziali
Dopo i bombardamenti russi su Kiev, il Cremlino ha messo nel mirino la città di Kramatorsk, nella regione orientale ucraina di Donetsk. Bilancio: un bambino di 10 anni è morto e altre cinque persone sono state ferite questa mattina. Lo ha reso noto il capo dell’amministrazione militare della città, Oleksandr Honcharenko, come riferisce Rbc-Ucraina.
Attacchi a Kramatorsk e Odessa – Le forze russe hanno lanciato una bomba aerea teleguidata che ha colpito l’edificio provocando un incendio, ha affermato Honcharenko: “Alle 7:30 (le 6:30 in Italia, ndr), risulta morta una persona, un bambino nato nel 2015. Altre cinque persone sono rimaste ferite e stanno ricevendo cure mediche qualificate”.
Nella notte il Cremlino ha attaccato anche la città di Odessa, nell’Ucraina meridionale. Un attacco con i droni ha innescato un incendio, “con auto in fiamme – riferisce il comunicato stampa delle autorità citato da Rbc-Ucraina -. Anche le finestre di un condominio sono state danneggiate, oltre a un negozio. Sul posto sono intervenuti psicologi del Servizio di Emergenza Statale”. Il bilancio sarebbe di un ferito.
I negoziati, si muove la diplomazia – Zelensky ha annunciato nuovi colloqui di pace con la Russia: l’incontro – fissato mercoledì – si terrà dopo i due round di maggio e giugno, entrambi con scarsi progressi lungo il percorso di pace. I colloqui si terranno a Istanbul, la stessa sede dei precedenti negoziati.
“Oggi ho discusso con (il capo del Consiglio di sicurezza ucraino) Rustem Umerov i preparativi per lo scambio e un altro incontro in Turchia con la parte russa. Umerov ha riferito che l’incontro è previsto per mercoledì”, ha dichiarato Zelensky nel suo discorso quotidiano di lunedì. La Russia non ha confermato immediatamente i nuovi negoziati.
L’annuncio del presidente ucraino è arrivato poche ore dopo che il Cremlino aveva minimizzato le speranze di una svolta. Eppure solo il 27 giugno Putin aveva aperto ad un ritorno al tavolo: “In generale, siamo pronti”.
Mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha aumentato la pressione su Putin concedendo alla Russia 50 giorni per raggiungere un accordo o incorrere in sanzioni.
Il cambio di rotta: Hegseth al gruppo di Ramstein – Secondo il New York Times, lunedì il capo del Pentagono Pete Hegseth ha partecipato ad una riunione del cosiddetto gruppo di contatto, circa 50 nazioni che sostengono Kiev. L’incontro si è svolto virtualmente ed è stato presieduto dai ministri della difesa di Gran Bretagna e Germania. La sterzata della Casa Bianca è avvenuto pochi giorni dopo il cambio di tono del presidente Donald Trump nei confronti dell’Ucraina: fino ad ora il segretario alla Difesa ha adottato l’approccio non interventista, cedendo la guida del gruppo alla Gran Bretagna poco dopo l’insediamento di Trump a gennaio. Quando i leader si sono riuniti faccia a faccia al quartier generale della Nato, ad aprile, Hegseth si è palesato solo con una telefonata. Alla riunione successiva di giugno non ha partecipato.
Il coordinamento tra i Paesi è stato inaugurato durante l’amministrazione Biden dal segretario alla Difesa Lloyd J. Austin III.