
Non è chiaro quali siano le celle telefoniche agganciate dai telefoni di Denisa. Dopo i due appuntamenti delle 20 e delle 23.20, la donna ha ricevuto richiesta di incontro da parte di un terzo uomo
I telefoni di Maria Denisa Adas, la donna scomparsa da Prato nella notte tra il 15e il maggio, sono stati riaccesi per pochi minuti permettendo uno scambio di traffico dati sulla rete con almeno altri due dispositivi. Un elemento per gli inquirenti che indagano sulla sparizione della escort e per cui ci sono due persone iscritte nel registro degli indagati: la madre e un avvocato. Dopo la conversazione telefonica lunga 38 minuti tra la scomparsa e la madre, dai dispositivi di Denisa sarebbero partiti due scambi di dati riconducibili verosimilmente a connessioni online. Non è stato però specificato quali siano state le celle telefoniche agganciate dai telefoni della donna, né se ad aver acceso i dispositivi siano stati i sequestratori di Denisa. Meno probabile risulta essere l’ipotesi secondo cui a riaccendere i telefoni per alcuni minuti sia stata la stessa donna. Subito dopo, i cellulari sono risultati spenti e non sono stati più riaccesi.
Al centro delle indagini restano i due appuntamenti avuti da Denisa con due uomini, tra le 20 e le 23.20. Alle 20 l’appuntamento con un uomo, di cui Denisa sembra aver parlato negativamente. Alle 23.20 un secondo appuntamento finito: un giovane di Pistoia è immortalato dalle telecamere mentre lascia il residence Ferrucci. Di nuovo emerge che, con tutta probabilità, la donna – mentre era al telefono con la madre – abbia ricevuto la richiesta di un terzo uomo, un albanese, che le avrebbe chiesto di incontrarla quella stessa sera.
A dieci giorni dalla scomparsa le indagini proseguono su più fronti: dal rapimento da parte di un gruppo di connazionali a fini di sfruttamento sessuale, all’ipotesi che il responsabile del sequestro possa essere stato un cliente che non accettava il rifiuto di Maria Denisa. Infatti, in una chat di gruppo nella quale la donna era solita condividere esperienze e allarmi su clienti “problematici”, sembra che Denisa abbia avvisato della presenza di un uomo “pericoloso”, che non avrebbe rispettato i limiti da lei imposti durante il rapporto. Non si esclude che ormai la donna possa trovarsi lontano dalla Toscana. Resta inoltre ancora oscuro e poco chiaro il ruolo agito dalla figura del “professionista” avvocato, con cui la madre di Denisa, Maria Cristina Paun, avrebbe avuto una conversazione all’insaputa degli inquirenti e per questo indagata per false dichiarazioni.