
Cardinale ha rinnovato la fiducia all'amministratore delegato: Ibra può restare, ma dovrebbe accettare un ruolo in subordine
Il viaggio in America c’è stato, l’incontro con Cardinale pure. E Furlani ne è uscito rafforzato. All’amministratore delegato del Milan serviva un confronto con la proprietà, per capire se e quanta fiducia ci fosse ancora nei suoi confronti. E come strutturare le prossime mosse che saranno cruciali: la scelta del direttore sportivo in primis, l’allenatore (se confermare Conceiçao o se cambiarlo) in secundis. Serviva ordine, soprattutto. Perché negli ultimi mesi la confusione in casa Milan è stata molta. Ed evidentemente nociva.
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Furlani ha ottenuto dal titolare del fondo RedBird quello che voleva: la fiducia, appunto. Che negli ultimi mesi non è che sia mancata, ma certamente ha vacillato di fronte ai risultati altalenanti e ai problemi che via via ne sono derivati. Fiducia vuol dire soprattutto potere decisionale, quello che fino a questo momento è stato anche di Ibrahimovic. E Zlatan, adesso, cosa vuole fare? Il tema centrale, che forse lo è più ancora di quello del nuovo direttore sportivo (Berta andrà all’Arsenal, restano Paratici, Tare e l’outsider D’Amico dell’Atalanta), è proprio quello del Senior Advisor della proprietà. Non un presidente, non un dirigente vero e proprio: un consulente esperto, di fatto. Un braccio destro istituzionalizzato.
Il suo compito non è solo di prendere le decisioni (e le scelte di Fonseca o Conceiçao sono state assolutamente anche sue), ma anche quelle di stare al seguito della squadra e tastarne l’umore. E ora? L’impressione che è emersa dal confronto americano è che Ibra nel Milan può restare e avere di certo un ruolo rilevante. Ma in subordine a Furlani. Non proprio come prima, quando magari anche con dei confronti accesi erano in più teste a decidere, tra cui quella del Senior Advisor appunto.
Un ruolo un po’ al di sotto dell’amministratore delegato, insomma: questa sembra al momento la prospettiva che Ibrahimovic si ritrova di fronte. La accetterà? Ancora non è dato saperlo. Conoscendone il carattere, qualche dubbio (ma sono solo considerazioni) resta. Fattuale è però che al momento le riflessioni siano in corso, con un futuro tutto da conoscere: prima la scelta di Ibrahimovic, poi il nuovo direttore sportivo, poi l’allenatore. Tutto in una stasi dinamicissima (si faccia passare l’ossimoro): le valutazioni sono complesse e la sensazione è che non si possa davvero più sbagliare. Perché la prossima estate, in ogni caso, il Milan dovrebbe vivere una nuova rivoluzione. L’ennesima. Forse, l’ultima possibile con questa gestione.