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La governatrice di Madrid e il compagno imputato per frode fiscale: scontro socialisti-popolari come la “madre di tutte le partite”

Per la prima volta la carriera della star del Partito Popolare spagnolo, la presidente della Comunità di Madrid Isabel Dìaz Ayuso, appare davvero su un piano inclinato. Il compagno della governatrice, Alberto Gonzàlez Amador, ora non è solo denunciato dal Fisco, ma da oggi è imputato per decisione di un tribunale. I reati contestati sono tre: due per frode fiscale e uno per “falso documentale”. Si riferiscono entrambi all’evasione di 350mila euro su una fornitura di materiale sanitario nel 2020 e nel 2021, di cui Gonzàlez si è occupato nel pieno della pandemia da Covid. Una giudice oggi ha accolto la richiesta della Procura e ha aperto un’inchiesta penale. Insieme al compagno di Dìaz Ayuso sono imputati i titolari di altre 5 imprese che secondo l’accusa ha partecipato alla truffa. Il magistrato inquirente ravvisa “indizi di reato” nelle dichiarazioni delle imposte sulle società del 2020-2021, prodotte dalla società di servizi sanitari di Gonzàlez Amador (la “Maxwell Cremona“) con fatture false “che non corrispondono a servizi effettivamente prestati”, presumibilmente ottenute grazie al concorso di imprese di copertura.

È un passaggio di livello nella vicenda che da giudiziaria è diventata naturalmente più che politica. Da giorni si assiste a uno scontro senza esclusione di colpi tra socialisti e popolari. Poche sere fa, tra l’altro, centinaia di persone si erano ritrovate sotto la sede del Pp a Madrid, in calle Genova, per chiedere le dimissioni della governatrice madrilena. Lo stesso premier socialista Sànchez ha affrontato frontalmente i popolari durante un dibattito in Parlamento chiedendo che spingano Dìaz Ayuso a lasciare. E l’ha fatto di nuovo ieri perfino da Bruxelles: un atto necessario per “responsabilità politica” ha detto. E ancora oggi è stata la portavoce del governo Pilar Alegria è andata all’attacco del leader del Pp, l’ex governatore della Galizia Alberto Núñez Feijóo: “Non ha più scuse, deve chiedere le dimissioni” di Ayuso, perché altrimenti “il suo silenzio è complice”. Ayuso, ha aggiunto Alegria, “ha mentito a tutti noi. Ha accusato falsamente il ministero del Tesoro e la procura”. La presidenta nei giorni scorsi aveva sostenuto l’innocenza del compagno, a suo dire “vittima di un accanimento investigativo” – una specie di complotto – sui suoi familiari. Al plurale perché anche il fratello era finito in un’inchiesta con l’accusa di aver fatto la cresta su un affare di compravendita di mascherine, sempre sotto il Covid. Il capo di gabinetto della governatrice, Miguel Angel Rodriguez, da parte sua è arrivato anche a minacciare giornalisti delle testate che hanno reso pubblici gli affari del compagno della presidente della comunità autonoma.

Ayuso è una figura capace di toni anche molto aspri nei confronti di Sànchez e dei socialisti e per questo è molto amata dalla base del centrodestra spagnolo. È vista come la “dura e pura” laddove l’attuale leader ed ex candidato premier Feijòo è ritenuto più “moderato” (anche se poi ha dato il via libera all’alleanza con Vox in diverse amministrazioni locali). Era stata lei a dare del “figlio di puttana” – sussurrandolo mentre assisteva dalle tribune del Congresso – al capo del governo Sànchez. Il premier aveva accusato il suo rivale Feijòo: “Il suo predecessore (Pablo Casado, ndr) l’aveva messa in guardia su un probabile caso di corruzione dal presidente della comunità di Madrid, la signora Ayuso, e lei ha risposto facendo fuori il signor Casado con un colpo di mano e insabbiando quel caso di corruzione”. “Hijo de puta” aveva borbottato Ayuso sperando forse di non essere ripresa dalle telecamere come invece è avvenuto. Lei non si è mai scusata e, anzi, ha spiegato di aver detto “me gusta la fruta”, mi piace la frutta. Una specie di metafora che è stata usata sia dai popolari come simbolo della protesta contro il governo di centrosinistra – criticato nelle ultime settimane in particolare per l’amnistia in favore degli indipendentisti – sia dai socialisti proprio in questi giorni per cannoneggiare la governatrice di Madrid. All’inizio dello scandalo che l’ha travolta il profilo ufficiale del Psoe ha pubblicato una “natura morta” in cui si vedevano la frutta accanto a pacchi di banconote.

Lo scontro tra il Partito socialista e quello popolare è frontale ormai da settimane. E ha raggiunto la Moncloa, la sede del governo, al punto che per contrattaccare il Pp ha tirato in ballo la moglie di Sànchez, María Begoña Gòmez Fernández, per un presunto caso di conflitto d’interesse in relazione al salvataggio della compagnia aerea Air Europe. Secondo la denuncia presentata dal partito conservatore la compagnia avesse finanziato progetti dell’Istituto di Impresa vincolati a Gòmez, che lavorava lì nel 2020. L’organismo pubblico spagnolo per i conflitti di interesse ha però archiviato dopo un’indagine perché la moglie di Sànchez non ha nessun rapporto professionale “di direzione, consulenza o amministrazione” con Air Europe che possa comportare un conflitto di interessi.

Quella su Dìaz Ayuso è vissuta un po’ come “madre di tutte le partite” sia dal Psoe sia dal Pp. Perché da una parte i popolari cercano (invano) di abbattere i governi di sinistra guidati da Pedro Sànchez (ultimo dei mohicani della sinistra in Europa) e hanno visto finora – e continuano a vedere – la governatrice come una concreta speranza per un riscatto dopo la crisi iniziata con gli scandali per corruzione e dopo la mancata vittoria alle ultime Politiche, dopo la quale Feijòo è rimasto un leader quasi dimezzato o incompiuto. Il carisma ruvido della governatrice di Madrid è percepito come un “quid” che potrebbe dare l’ultima spallata. Ma ora il suo personaggio è avvolto da nubi e il suo carattere sprezzante (con gli avversari, con i media, con l’opinione pubblica) potrebbe non essere il più adatto perché torni il sereno. Per lo stesso motivo, dall’altra parte, i socialisti vedono la questione non solo come battaglia di legalità – Sànchez rivendica quasi ogni giorno il suo impegno sulla lotta alla corruzione, anche all’interno del suo partito – ma scorgono all’orizzonte l’esclusione dal campo di gioco dell’astro nascente che temono di più. Che tutto questo basti al governo socialista per avere lunga vita è tutto da vedere.