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Via il governo Meloni, più bideniano di Biden. Dall’Ucraina a Gaza, basta armi e complicità

Il fallimentare governo di Giorgia Meloni, Salvini & C. tra incendi, inondazioni e miseria, ha fondamentalmente tre scopi. Primo, realizzare in modo del tutto spudorato gli interessi della combriccola di imprenditori legati alle forze politiche che li sostengono, con particolare riguardo alle attività esercitate in prima persona da questo o quel ministro o alto dignitario del vero e proprio regime che si va delineando a tinte sempre più fosche. Secondo, tentare di portare avanti una forzatura autoritaria che liquidi ogni funzione riequilibratrice e di controllo democratico svolta, in conformità al dettato costituzionale da Parlamento, magistratura e Presidente della Repubblica, non senza sdoganare, sia pure per il momento in modo larvato, il fascismo, inteso come ideologia e prassi violenta della classe dominante, come ideologia di riferimento. Terzo, imporre una totale subordinazione della politica estera italiana alle linee strategiche e tattiche della potenza imperialista statunitense in forte ed evidente crisi.

Quest’ultimo obiettivo viene perseguito con assoluta cecità e dissennata arrendevolezza a qualsiasi pretesa di Washington, in modo addirittura, per così dire, più realista del re è più bideniana di Biden. Lo vediamo colla strenua volontà di sostenere fino all’ultimo respiro il governo di Volodymyr Zelensky in Ucraina, respingendo da sempre ogni ipotesi di soluzione negoziata del conflitto e continuando ad inviare armi utili solo a perpetuare l’insensato massacro di giovani ucraini e russi in atto, coll’appoggio incondizionato, va detto, del Pd della scombussolata Elly Schlein. Nel momento in cui appare improbabile che Zelensky riesca politicamente a mangiare, se non il panettone, l’uovo di Pasqua, va denunciata come estremamente irresponsabile e criminale, oltre a costituire l’ennesima violazione dell’art. 11 della Costituzione repubblicana, la scelta di Meloni, Crosetto & C. di continuare a inviare armi al decotto leader ucraino per far contento il bollito presidente statunitense.

Ma il punto di caduta più atroce e imperdonabile di questo governo che ha svenduto ogni dignità internazionale dell’Italia è senz’altro rappresentato dall’appoggio che questo governo sta fornendo al genocidio del popolo palestinese che è in atto da tempo, ma ha subito una decisa accelerazione coi sanguinosi eventi, per vari versi ancora oscuri, del 7 ottobre. Mentre sono almeno ventimila le vittime civili palestinesi da quella data, in gran parte bambine e bambini innocenti, e mentre gli Stati Uniti appongono l’ennesimo veto alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, impedendo il cessate il fuoco e sabotando apertamente ogni possibile ruolo di pace dell’organizzazione mondiale, Meloni, Crosetto, Tajani & C. acconsentono, applaudono e danno il loro per nulla trascurabile contributo al massacro.

Non vi sono dubbi sulla piena realizzazione dell’ipotesi normativa del genocidio, della quale sono presenti sia l’elemento oggettivo, che è lo sterminio in atto, che quello soggettivo, l’animus di eliminare i palestinesi a partire da quelli residenti a Gaza, chiaramente espresso nelle dichiarazioni di innumerevoli responsabili politici e militari israeliani, cominciando colla massima autorità dello Stato, il Presidente della Repubblica Isaac Herzog. Si tratta – ritengo – di genocidio attuato in modo programmato e sistematico eliminando colle loro famiglie gli intellettuali, come il matematico di fama internazionale Sufyan Tayeh o il poeta Rafaat el Areer, tirando bombe che pesano quasi una tonnellata in zone densamente abitate, rastrellando e facendo sparire tutti i cittadini di sesso maschile, imponendo condizioni di “vita” indegne e al resto della popolazione, privata di acqua, alimenti e medicinali è costretta a vagare all’impossibile ricerca di un rifugio che la sottragga all’intento dei suoi aguzzini.

È a mio avviso incontestabile il contributo offerto dal governo Meloni al genocidio in atto, mediante la fornitura di armamenti, munizioni, addestramento, appoggi logistici, finanziamenti, collaborazioni sul piano commerciale, degli investimenti e scientifico al governo che ne è responsabile. E occorre che di questa inaccettabile complicità nel crimine più grave fra quelli previsti dal diritto internazionale il governo di Giorgia Meloni e i suoi membri siano chiamati a rispondere di fronte alla giurisdizione interna e internazionale. Anche in questo caso Meloni si avvale della connivenza del Pd, che costituisce a ben vedere il suo autentico punto di forza.

Le poche centinaia di persone radunate in appoggio a Israele a piazza del Popolo qualche giorno fa da praticamente tutti i partiti coll’unica eccezione della sinistra, testimoniano, a fronte delle migliaia di giovani che si sono mobilitati e continuano a mobilitarsi a fianco del popolo palestinese, il profondo isolamento di questa pessima classe politica che continua a lavorare contro la gente e contro la vita. Un punto da cui partire per ribaltare una situazione sempre più insopportabile.