Diritti

L’anno zero della sanità sarda: così si calpesta il diritto alla salute e alla cura

di Enza Plotino

Parte da un’isola nell’isola, dal centro del mar Tirreno, il grido di protesta per il diritto alla salute calpestato e la legittima richiesta dei cittadini alla cura, umiliata e disattesa dal governo regionale e dal piano sanitario centrale. Nel solco dell’accelerazione che il Pd nazionale sta dando alla “questione” sanitaria, il circolo Pd de La Maddalena ha elaborato le proprie proposte per uscire da un angolo che sta portando i cittadini dell’isola e di tutta la Sardegna all’anno zero della sanità territoriale.

Il locale circolo cittadino ha voluto mettere al centro delle prossime tornate elettorali la complessa e scandalosa questione sanitaria. Dove sono finite le proteste delle giovani mamme per un punto nascita? Chi ha beneficiato delle legittime rivendicazioni per un servizio sanitario che poteva permettere alle partorienti di far nascere il proprio bambino sull’isola? Perché, se dobbiamo dirla tutta, il terremoto mediatico ha portato… nulla. Nulla è cambiato, salvo il fatto che chi ha montato quella giusta protesta e che aveva dato garanzie di “risolvere” il problema una volta eletto siede sugli scanni del Comune, ma sulla sanità maddalenina ha demandato tutto alla scure, vergognosa, della Regione, non ne ha impedito il tracollo, permettendo alla giunta Solinas il ridimensionamento sconsiderato della sanità pubblica dell’intera isola.

Il rispetto del diritto alla salute e alla cura per tutti i cittadini non è un’invenzione di “sporchi comunisti”, ma un piano nazionale di Sanità pubblica che ci ha sempre resi orgogliosi, ma che via via è stato miseramente ridimensionato, accentuando il divario tra pubblico e privato (a favore del privato), creando cittadini di serie A e cittadini di serie B, territori fortunati e vaste aree disagiate e marginali. Anche la via crucis (perché di una salita al Golgota si tratta!) dell’ospedale de La Maddalena ha subito i contraccolpi potenti della “contro riforma” regionale che ha di fatto smantellato l’intero presidio ospedaliero cittadino. Da “ospedale di sede disagiata” è diventato ex ospedale. Cioè non esiste più. E’ solo grazie allo sforzo di pochi operatori sanitari che i cittadini maddalenini possono usufruire dei pochi servizi sanitari ancora funzionanti, come il Pronto Soccorso che, sebbene declassato da una circolare dell’Ats del 2020, a “punto di primo intervento” quindi senza nessuna garanzia per l’urgenza ed emergenza, continua a garantire un minimo di copertura sanitaria per gli abitanti dell’isola e i turisti nella stagione estiva.

E’ una popolazione annichilita e un’assenza totale dei partiti e delle parti sociali che sull’isola nell’isola, così come in tutto il resto del Paese, non riesce a porre fine a questo smantellamento del sistema democratico e ridare forza ad una sanità di qualità e soprattutto di prossimità. In questo deserto di inciviltà, si inserisce la buona politica di chi non vuole più sentirsi responsabile di questo disastro, non facendo nulla. Il documento del circolo Pd di La Maddalena vuole essere un pungolo, ma soprattutto un programma di buon governo in vista della difficile contesa elettorale dei prossimi mesi. Il rilancio dei Distretti può andare in questa direzione, è la chiave di volta per lo sviluppo di un servizio sanitario completo, efficiente e di qualità, che può ritornare ad avere carattere universalistico solo se riuscirà a garantire all’assistenza territoriale elementi di innovazione e di integrazione con il sociale.

Sono le peculiarità territoriali a imporre l’agenda e non il contrario. Quindi va aperta al più presto quell’agenda, per dare alle prossime elezioni regionali della Sardegna il segno di un’inversione di tendenza a favore di una migliore qualità della vita dei cittadini e del rispetto del diritto fondamentale alla salute e alla cura.

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