Scuola

18app, il ministero di Gennaro Sangiuliano conferma che non ci sarà nessun rifinanziamento del bonus per gli studenti

I ragazzi che ad oggi non si sono registrati sulla piattaforma di “18App” per ottenere il bonus cultura ideato nel 2016 e rivolto ai diciottenni per l’acquisto di libri, biglietti dei musei, degli spettacoli teatrali, resteranno a pane e acqua. Per loro il governo non ha previsto alcun nuovo finanziamento dopo che quello previsto (ma terminato) nel 2022 dal ministro della Cultura Dario Franceschini. La scelta dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni è un’altra: basta con i soldi per tutti. Da gennaio arrivano la carta Giovani, quella del Merito di cui si è già parlato nei mesi scorsi e – novità delle ultime ore – una carta libri del valore di 100 euro per le famiglie con Isee sotto i quindici mila euro. Con l’esaurimento dei fondi decretato anche sul sito della piattaforma, “18App” è archiviata per sempre.

Cosa succederà quindi per i 18enni che potevano registrarsi dal 31 gennaio al 31 ottobre? La maggior parte dei beneficiari probabilmente lo ha già fatto ma chi ha atteso le ultime settimane per provvedere si ritroverà a mani vuote. C’erano a disposizione – messi a bilancio dal governo Draghi – 230 milioni di euro in tutto che lo stesso esecutivo aveva deciso di non rifinanziare se si fossero esauriti. Fonti del dicastero guidato da Gennaro Sangiuliano ci confermano che chi è arrivato in ritardo o chi ha avuto la sfortuna di essere nato nell’ultima parte dell’anno non avrà nulla. Non c’è alcuna intenzione di metter mano alla Legge di Bilancio per mettere una pezza al divieto di rifinanziare la misura, previsto dal predecessore di Sangiuliano.

D’altro canto il governo di destra non ha mai nascosto le critiche all’idea che tutti i giovani che arrivano alla maturità possano godere di cinquecento euro per andare al cinema, a sentire un concerto di “Ultimo”, per abbonarsi ad un quotidiano o per comprarsi un cd. Lo strumento era stato introdotto da Matteo Renzi quando al posto di Sangiuliano c’era proprio Dario Franceschini. Nel 2022 quest’ultimo, sempre ministro della Cultura ma con Mario Draghi, “ha firmato un decreto – dicono fonti ministeriali – in cui era scritto a chiare lettere che, in caso di esaurimento delle risorse, il fondo non sarebbe stato rifinanziato”.

Una decisione quella presa dallo scrittore ferrarese che ora la maggioranza fa pesare per togliersi di dosso ogni responsabilità. “Inutile che l’opposizione si agiti in maniera scomposta attaccando il ministro Sangiuliano e tutto l’esecutivo. Il ministero della Cultura , ha spiegato Ester Mieli, senatrice di Fratelli d’Italia, non ha potuto fare altro che rispettare quanto previsto dalla norma approvata dalla precedente maggioranza e, quindi, non può più riconoscere il beneficio previsto per i nati nel 2004, come contemplato dall’articolo 11 del regolamento adottato di concerto da Franceschini e da Daniele Franco il 26 settembre dell’anno scorso”.

Da gennaio 2024 arrivano invece la carta cultura giovani, rivolta ai diciottenni appartenenti a nuclei familiari con Isee non superiore a 35 mila euro e non più indistintamente a prescindere dalla condizione economica familiare; la Carta del merito, un premio, senza limiti di reddito, a chi ha ottenuto cento o cento e lode alla maturità entro l’anno in cui compie diciannove anni e una carta libri per le famiglie con Isee sotto i quindici mila euro. “Non può essere attribuita all’attuale maggioranza una norma pensata e creata dalla coppia Renzi-Franceschini che ha fatto acqua da tutte le parti. Truffe e ruberie che diverse e plurime inchieste della Guardia di Finanza e della magistratura hanno accertato. Risorse limitate che non tengono conto della platea effettiva dei diciottenni. Per tutte queste ragioni, e non quindi per un pregiudizio, che è stato deciso con la Legge di Bilancio 2023, di sostituire la vecchia 18app con due altre iniziative”, ha spiegato Mieli.