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Ospedale colpito a Gaza, cosa si sa finora: dagli ordini di evacuazione alle versioni opposte fino ai video (anche cancellati) di Israele

Chi ha colpito l’ospedale Al-Ahli di Gaza City martedì sera provocando “centinaia di vittime? È possibile attribuire con certezza la responsabilità dell’esplosione su un obiettivo così sensibile? Le risposte ufficiali fornite da Israele sono state coerenti o hanno finito per alimentare l’accusa piovuta da Hamas di aver centrato la struttura sanitaria, diventata rifugio per migliaia di persone negli ultimi giorni? E l’esercito di Tel Aviv ha mai messo nel mirino gli ospedali? La ricostruzione dei fatti ha scatenato addebiti incrociati al momento impossibili da diradare a causa della fitta nebbia della propaganda di guerra, usata da entrambe le fazioni, non solo in queste settimane, come dimostrato da diversi avvenimenti del passato a iniziare dall’uccisione della giornalista palestinese di Al-Jazeera Shireen Abu Akleh o quella di 5 bambini nell’agosto dello scorso anno. Di certo, come confermato dal vescovo anglicano di Gerusalemme, quell’ospedale era già stato colpito negli scorsi giorni e aveva ricevuto tre ordini di evacuazione da parte dell’esercito israeliano.

La versione di Israele – Fino dai primi minuti i fondamentalisti al governo della Striscia di Gaza hanno accusano lo Stato ebraico di aver centrato l’ospedale con un proprio missile. La versione delle Idf (le forze armate di Tel Aviv) è che l’esplosione sia invece opera di un fallito lancio di un “razzo difettoso” da parte della Jihad islamica, un altro gruppo militante palestinese. Il portavoce dell’esercito Daniel Hagari ha sostenuto questa tesi mostrando delle immagini e affermando che a essere distrutto non è stato l’edificio dell’ospedale, ma il parcheggio: “Non si notano crateri né danni agli edifici circostanti, come sarebbe da aspettarsi nel caso di un attacco aereo”, ha detto. Le autorità israeliane hanno pubblicato anche l’audio di una presunta conversazione tra miliziani di Hamas in cui si discute il fallito lancio che sarebbe avvenuto da un cimitero in prossimità dell’ospedale cristiano.

La risposta da Gaza – Immediata la risposta della Jihad islamica: “L’angolo dell’impatto e l’intensità del fuoco dimostrano che si è trattato di un attacco dall’aria”, sottolinea l’organizzazione. E ricorda che “gli ospedali della Striscia di Gaza hanno ricevuto avvisi di evacuazione prima di essere colpiti dai bombardamenti, ma nessuno della comunità internazionale è intervenuto”. In effetti nei giorni scorsi le Idf hanno ordinato di sgomberare diverse strutture sanitarie nel nord della Striscia, spostando i pazienti al sud: una politica contestata dall’Organizzazione mondiale della Sanità e da diverse ong.

Il precedente attacco all’ospedale – Questo ultimo passaggio è noto. Negli scorsi giorni sono stati diversi gli allarmi lanciati dalle organizzazioni non governative che lavorano negli ospedali della Striscia in seguito agli ordini di evacuazione. Il 14 ottobre l’esercito aveva notificato un’ordinanza di evacuazione entro le 16 per l’ospedale Al-Quds, a Gaza City. La Mezzaluna rossa palestinese, equivalente della Croce rossa italiana, sottolineando di non essere in grado di rispettare la richiesta dei militari, aveva scritto il messaggio sui social accompagnandolo con l’hashtag: “Not a Target”. Ovvero, “non sono un bersaglio”. Stessa ordinanza era stata notificata a Medici senza frontiere per l’ospedale Al Awda. Non solo. Negli scorsi giorni, l’esercito israeliano ha già colpito strutture sanitarie. Si tratta proprio dell’ospedale Al-Ahli Arab, centrato sabato scorso. Nell’attacco, mai smentito dall’Idf, erano rimasti feriti 4 operatori sanitari. L’arcivescovo di Canterbury Justin Welby aveva parlato di “altri ospedali colpiti” e lanciato un appello: “Abbiamo ricevuto ordini dalle autorità israeliane di evacuare, compresi i pazienti, lo staff e i 3.000 civili che hanno trovato rifugio”. La vicenda è ora confermata dal vescovo anglicano di Gerusalemme Hosam Naoum: “Aveva ricevuto almeno tre ordini di evacuazione da parte dei militari israeliani”.

I tweet cancellati o modificati – Nelle prime ore seguite alla strage, la ricostruzione degli account ufficiali di Israele – o di persone collegate alle autorità di Tel Aviv – non è stata molto accurata. Ci sono almeno due episodi finiti nell’occhio del ciclone. In molti in Rete hanno fatto notare come Hananya Naftali, portavoce recentemente assunto dal premier Bibi Netanyahu, abbia prima rivendicato l’attacco parlando della struttura come di una “base terroristica” e poi cancellato il tweet su X sostituendolo con uno di segno opposto. Non solo. L’account ufficiale di Israele ha postato su X le dichiarazioni del portavoce dell’Idf che attribuivano lo strike a un lancio fallito di razzi da parte palestinese correlando al testo un video che avrebbe corroborato la ricostruzione. Le immagini postate alle 9.42 sono però scomparse alle 10.04 dal tweet, editato perché il giornalista investigativo del New York Times Aric Toler aveva notato come la clip fosse stata registrata circa 40 minuti dopo l’esplosione. Lo stesso video era stato postato anche dall’ambasciatore israeliano negli Usa, l’ex generale di brigata dell’Idf Michael Herzog, costretto anche lui a rimuoverlo.

La guerra sui video – Durante la notte e nel day after della strage, le autorità israeliane hanno diffuso altri video e mostrato immagini registrate dai droni che a loro avviso chiariscono quanto avvenuto martedì sera. La comunità OSINT ha anche diffuso alcuni scatti nel luogo in cui è avvenuta l’esplosione dove sono visibili diverse auto bruciate ma non si notano alcun cratere, tipico dell’impatto di un missile, ma al più un buco di medie dimensioni dove potrebbe essere avvenuto l’impatto. Il contrammiraglio Daniel Hagari, portavoce dell’esercito, nel corso di un briefing ha fornito video e ricostruzioni del lancio di un razzo con traiettoria sbagliata dalla Striscia di Gaza come causa della distruzione del parcheggio davanti all’ospedale, che probabilmente in quel momento ospitava centinaia di sfollati palestinesi. Oltre ai filmati, l’esercito ha anche diffuso una registrazione audio, attribuita a due miliziani palestinesi, nella quale si discute del lancio di un razzo della Jihad Islamica dal cimitero dietro l’ospedale che sarebbe caduto sulla struttura. Dopo ore di cautela da parte dell’amministrazione americana, il presidente Joe Biden ha sostenuto di aver accolto come credibile la versione delle autorità israeliane.