Politica

Ho sentito Meloni al Tg1 raccontare un Paese che non esiste: un inganno in prime time

di Paolo Gallo

Ad ascoltare il TgMeloni1 un qualunque sabato sera c’è da chiedersi se Lei, il suo governo e chi l’ha intervistata vivano nello stesso Paese di chi, a conti fatti, ha visto peggiorare la propria situazione economico-sociale dall’insediamento a Palazzo Chigi. Una carrellata di luoghi comuni sui risultati positivi raggiunti in un anno di governo senza un contraddittorio, non un dato con cui verificare i fiumi di parole che sanno se non di bugie, di false verità. Non una domanda incalzante da parte dell’intervistatrice che chieda conto di farneticazioni continue in onda, in prima serata, sulla principale rete pubblica del Paese – pardon, della Nazione – pagata dai contribuenti italiani.

Un elenco di ‘cose fatte✔️’ che hanno portato il Presidente del Consiglio ad affermare che la situazione economica del Paese è la migliore tra i principali Paesi – pardon, Nazioni – europei. Davvero l’economia interna reale è così favorevole rispetto ad un anno fa? Davvero quegli’ zero virgola’ su base trimestrale rappresentano un reale vantaggio economico con ricadute favorevoli nelle tasche degli italiani? Quanto coraggio ci vuole a dichiarare sulla rete ammiraglia della tv di Stato che il Superbonus ha creato un buco economico senza registrarlo nella Legge di Bilancio?

Quanto coraggio ci vuole ad affermare che sul reddito di cittadinanza si è fatta la cosa giusta, lasciando migliaia di persone con in mano, se va bene, un corso di formazione senza un lavoro immediato e con 350€ con cui campare 30 giorni? In Europa il reddito di cittadinanza viene rafforzato, in Italia si fa la lotta ai poveri. Quei poveri che hanno creduto al Paese dei Balocchi promesso durante la campagna elettorale di un’insolita estate italiana dall’allora leader della destra più a destra delle destre che si è rivelata la più austera delle Premier in giro per l’Europa.

Quei poveri – in realtà non tutti visto che a conti fatti la Meloni è stata votata da 17% degli italiani – che hanno creduto a quelli che ad oggi sono stati solo proclami senza un riscontro reale e che molto probabilmente si mangiano le mani per quella “X” messa su quel simbolo fiammeggiante che scalda solo le terga di chi siede su scranni ben retribuiti, ma che non placa i tormenti di chi, ormai senza reddito di cittadinanza, sta davvero su un divano perché di lavoro ben pagato e non in nero ce n’è davvero poco. E gli occupabili sono molti di più dei posti di lavoro che garantiscono la dignità salariale prevista dalla nostra Carta Costituzionale.

E di altri concetti da controbattere ce ne sarebbero un’infinità.
Basterebbe aprire quell’opuscolo dal titolo ‘1 anno di attività’ e ricordare che Matteo Messina Denaro non è stato arrestato ‘ANCHE’ da questo governo ma dal lavoro di Forze dell’ordine e Magistratura che per decenni hanno portano avanti ogni azione possibile per raggiungere il risultato.

O come dimostrare che alla voce ‘la famiglia al centro’ forse intendeva solo la Sua, perché per la Ministra Roccella i figli si fanno solo in due modi: ‘o per rapporto biologico o per adozione’. O ancora la riduzione della pressione fiscale grazie al passaggio da 4 a 3 aliquote. Per ora nulla di scritto se non su di una carta pari a un programma elettorale. E la finta riduzione del cuneo fiscale, altro non è una riduzione della quota dei contributi previdenziali che di fatto aumenta l’imponibile su ci verrà calcolata la tassazione.

Insomma, quei minuti in prime time senza una controparte in grado di contrastare certe affermazioni – come la minaccia di governare per altri 4 anni – sono il più alto inganno da proporre al pubblico. Ma d’altronde siamo ormai abituati ad UN – sì, il femminile lasciamolo alla sinistra – Primo Ministro che fugge ai confronti. Cutro glielo ha insegnato e dagli errori si impara sempre. Per gli orrori comunicativi invece, beh… si procede alla grande.

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