Palazzi & Potere

Meloni “blinda” Fratelli d’Italia e affida la commissione per i congressi alla sorella e ai sui fedelissimi. Esclusi i rampelliani

Quella di lunedì è stata l’assemblea dell’unità con la garanzia che non ci saranno correnti dentro Fratelli d’Italia. Ma Giorgia Meloni non ha alcuna intenzione di lasciare spazio ai “gabbiani” di Fabio Rampelli sui congressi provinciali che si celebreranno entro l’anno. Così ha deciso che non ci saranno esponenti vicini al vicepresidente della Camera nella segreteria che dovrà stabilire le regole dei congressi: sarà una commissione di 32 nomi che si è già messa a lavoro per stabilire tempi e modi per rinnovare i responsabili del partito sui territori. Nella lista, che è stata pubblicata questa mattina sul sito di Fratelli d’Italia, ci sono solo esponenti meloniani (a partire dalla sorella della premier Arianna) e sono stati esclusi i rampelliani.

La commissione sarà presieduta da Arianna Meloni (neo addetta al tesseramento e segreteria politica di Fratelli d’Italia) e dal responsabile organizzazione Giovanni Donzelli. Gli altri nomi più noti sono tutti fedelissimi della premier: l’ex sottosegretaria all’Università Augusta Montaruli, Luca Sbardella (vice coordinatore dell’organizzazione del partito), il responsabile del dipartimento elettorale Angelo Rossi, quello degli Enti Locali Pier Luigi Biondi, il vicecapogruppo alla Camera Alfredo Antoniozzi, il viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami e il coordinatore in Lazio, Paolo Trancassini, vicino al ministro Francesco Lollobrigida. Gli altri 24 nomi sono dirigenti di partito, coordinatori regionali e presidenti di commissione: tutti molto vicini alla premier. Non ci sono invece figure vicine al vicepresidente della Camera Rampelli.

La commissione sarà fondamentale per decidere le regole e i tempi dei congressi. Nella maggior parte dei casi, si svolgeranno entro l’anno mentre a Romacommissariata a gennaio con Donzelli al posto del rampelliano Maurizio Milani – potrebbero slittare a inizio 2024. Sulle regole c’è già uno scontro che riguarda il tesseramento: i meloniani vorrebbero che a partecipare al congresso siano solo gli iscritti fino al giorno dell’assemblea nazionale, i rampelliani aprire le iscrizioni fino all’ultimo giorno utile. Già dalla composizione della commissione, però, si intuisce che Meloni voglia stabilire regole che possano favorire i propri candidati ai congressi.