Giustizia & Impunità

Strage di Brandizzo, “lavoro da 750 euro”. L’ex dipendente: “Chiudano l’azienda e vadano in galera”

Un lavoro da un’ora per un appalto da 750 euro. I cinque operai maciullati dal treno a Brandizzo dovevano sistemare sette metri di binario, come riporta La Stampa, e per questo tipo di intervento la ditta incassa 50 euro al metro più 200 euro per le due saldature previste. Il materiale è di competenza di Rfi, la ditta invece paga gli operai. Un lavoretto nell’ambito di commesse vinte dalla Clf (Costruzioni linee ferroviarie) che aveva affidato quella manutenzione alla Si.gi.fer. Sempre secondo quanto riporta il quotidiano di Torino i cinque operai non dovevano neanche lavorare in quel tratto.

La manutenzione sarebbe stata programmata in un altro punto della rete ferroviaria, poi gli operai sono stati destinati a Brandizzo. Il titolare della Sigifer di Borgo Vercelli dice che “la sicurezza è sempre stata al primo posto. I ragazzi lo sapevano. Non volevo nemmeno usassero il cellulare durante i lavori, per evitare di distrarsi”. Gli inquirenti di Ivrea, che hanno iscritto nel registro degli indagati l’addetto di Rfi e il capocantiere, ritengono che quello di Brandizzo non sia stato un caso isolato dove gli operai si sono trovati a lavorare alla manutenzione dei binari della linea ferroviaria nonostante il passaggio dei treni. Il video realizzato da Kevin Laganà, 22 anni, acquisito agli atti, è uno degli elementi agli atti dell’inchiesta con una voce che dice: “Quando dico treno andate da quella parte”. Ma il 22enne, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Aversa, Giuseppe Saverio Lombardo non hanno fatto in tempo.

Intanto proseguono le indagini e le audizioni dei testimoni. “Abbiamo confermato quello che avevamo già detto, cioè che si lavorava anche senza autorizzazioni” ha detto Antonio Veneziano, un ex dipendente della Sigifer di Borgo Vercelli, stato sentito dai pm di Ivrea. Alla domanda su che cosa si aspetti dalla giustizia? “Che vadano in galera e che chiuda l’azienda” ha risposto Veneziano ai cronisti intorno alle 14.30, dopo cinque ore all’interno del Palazzo di Giustizia con un altro ex collega, Marco Buccino.