Economia

Emergenza casa: 236mila sfratti in cinque anni e gli alloggi pubblici vanno a meno del 5% di chi fa richiesta. Il rapporto Cgil-Sunia-Udu

Negli ultimi cinque anni in Italia sono stati emessi 236mila sfratti di cui 205mila per morosità. E quelli per morosità incolpevole sono stimati in 130-150mila. “L’emergenza abitativa è un fenomeno in crescita nel nostro Paese, componente importante della condizione di povertà e dell’aumento delle disuguaglianze sociali”, si legge nel rapporto ‘Casa: un’emergenza irrisolta’ di Cgil nazionale, Sunia e Udu sul disagio abitativo. L’edilizia residenziale pubblica è insufficiente a rispondere alla domanda abitativa delle famiglie più disagiate: la percentuale di alloggi assegnati in rapporto alle richieste presentate presso i Comuni è mediamente inferiore al 5%.

“A fronte di questa situazione il Governo non solo non dà risposte adeguate, ma crea i presupposti per un ulteriore peggioramento delle condizioni di centinaia di migliaia di persone”, sostiene la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi. “La legge di Bilancio per il 2023 non ha rifinanziato né il Fondo di sostegno all’affitto previsto dalla legge 431/98 per garantire alle famiglie più bisognose un sostegno nel pagamento dei canoni, né il Fondo per la morosità incolpevole. Si cancella il reddito di cittadinanza, l’unica misura di contrasto alla povertà di carattere universale, e si introduce per una platea drasticamente ridotta uno strumento per l’acquisto di alcuni generi di prima necessità, per un importo equivalente ad un caffè al giorno. Una scelta ideologica, identitaria, di colpevolizzare chi si trova in condizioni di povertà”, aggiunge.

“Inoltre è allarmante la situazione degli alloggi per gli studenti universitari fuori sede, che mette in discussione l’esigibilità del diritto allo studio. A pochi mesi dal nuovo anno accademico questo rappresenta un tema da affrontare con urgenza”. Simone Agutoli, responsabile delle politiche abitative dell’Udu, sottolinea che “l’Italia non sta raggiungendo il target previsto nel Pnrr. L’obiettivo è quello di realizzare 60mila posti letto entro il 2026 stanziando complessivamente 960 milioni di euro. Per questo Cgil e Udu il 13 luglio hanno inviato una lettera alla Commissione europea chiedendo puntuali verifiche affinché le risorse europee non vadano sprecate. Nel rapporto emerge che solo il 4,9% degli 824mila studenti fuori sede trova posto in una residenza pubblica o convenzionata. Il 95% dei ragazzi e delle ragazze deve quindi rivolgersi al privato, e di questi solo il 30% riesce ad accedere ad affitti concordati”.

Nell’incontro con il ministro Salvini del 12 luglio scorso, ricorda Barbaresi, “abbiamo chiesto di affrontare urgentemente il tema dell’emergenza abitativa, avviando anche con le parti sociali un confronto vero. Serve peraltro una disponibilità a stanziare risorse adeguate per rifinanziare il Fondo di sostegno all’affitto e il Fondo morosità incolpevole, oltre che investire sull’edilizia pubblica e intervenire con importanti stanziamenti – peraltro previsti dal Pnrr – sui posti letto degli studenti universitari”.

“La casa non può essere un privilegio o una merce in mano pochi. Non possiamo accettare che pezzi di società siano esclusi da un diritto fondamentale come quello della casa”, ha detto la capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga, in aula alla Camera intervenendo sulle mozioni per il contrasto all’emergenza abitativa. “Lavoratori, studenti, migranti, si tratta di una ingiustizia sofferta dai più vulnerabili, ma che coinvolge sempre di più fasce ampie della popolazione. E’ la vita degli altri, insomma, quelli che questo governo e questa maggioranza non vogliono vedere e con cui continuano ad avere un enorme problema politico”.