Politica

Dura sopravvivere nella Roma ‘infernale’: il caldo è globale ma il cemento qui galoppa

È davvero dura sopravvivere a Roma in questi giorni di canicola estiva esasperata dal riscaldamento globale, detto anche, in modo più mellifluo e ingannevole, cambiamento climatico. Tanto è vero che sulla stampa internazionale si parla di “Roma città infernale” e coloro che, come il sottoscritto, sono costretti a percorrerne le strade in questi giorni arroventati, si imbattono sporadicamente in altri “dannati” che si trascinano sulle strade asfaltate in quartieri ora più che mai invivibili e soffocati dal cemento.

Beninteso il fenomeno è per l’appunto globale e colpisce tutto il pianeta, come apprendiamo dalle quotidiane cronache di incendi, siccità, inondazioni e morti per il caldo. Il fenomeno è planetario, così come è planetaria la protervia delle classi dominanti, al cui interno i settori legati alle energie fossili sono in pole position: pur di salvare i loro ingenti profitti stanno condannando a morte il pianeta e le generazioni future. Protervia cui si accompagna quella dei politici compiacenti e dei pennivendoli al loro servizio.

Le amministrazioni locali dovrebbero svolgere un ruolo di tutela del clima e dell’ambiente, bloccando la cementificazione galoppante e avviando un percorso di partecipazione democratica per una città che sia effettivamente sostenibile, ma da questo punto di vista il ruolo dell’amministrazione Roberto Gualtieri è del tutto fallimentare. Anche in questo caso risulta determinante la subalternità al capitale, aggravata dai tagli ai bilanci che fanno sbavare acriticamente gli amministratori locali dietro a ogni potenziale fonte di fondi, quale che sia il prezzo che la cittadinanza è chiamato a pagare.

Alcuni esempi. Il nuovo stadio, del tutto inutile e superfluo, che alcuni plutocrati statunitensi dovrebbero essere autorizzati a realizzare, per giunta a tempo record, a Pietralata, in una zona già segnata dall’insufficienza del verde pubblico, potrebbe mettere, se l’insensato disegno non sarà fermato, la pietra tombale su di un progetto di parco che esiste da molti anni. Numerose sono le criticità della delibera approvata in merito dal Consiglio comunale, sulle quali attira l’attenzione la diffida, redatta dai giuristi del Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia, (ricercademocrazia@gmail.com) da me co-presieduto insieme all’avvocata Michela Arricale, che sarà presto presentata da cittadini, associazioni, comitati e forze politiche.

Alla stessa logica di subalternità al potere economico risponde il demenziale progetto del mega inceneritore che costituirà un aggravamento della situazione di inquinamento atmosferico della città, riuscendo allo stesso tempo a impedire il necessario processo di riciclo mediante la raccolta differenziata e quindi al concetto di circolarità che pure a chiacchiere Elly Schlein porta avanti. Anche in questo caso vi è un indebito impiego di stratagemmi giuridici emergenziali, come il ricorso alla qualifica di Commissario al Giubileo rivestita da Gualtieri. Come nel caso dello stadio a Pietralata il comune di Roma sembra voler aggirare ogni dibattito democratico, escludendo i poteri di partecipazione della cittadinanza previsti e garantiti a livello nazionale e internazionale.

La stessa cittadinanza che mediante l’instaurazione altrettanto antidemocratica delle zone a traffico limitato si vorrebbe costringere a rinunciare all’uso dell’automobile, ovvero a comprarne a proprie spese di nuove, a totale beneficio dell’industria competente. In questo caso il pretesto è garantire la qualità dell’aria, ma appare evidente a chiunque, tranne che a Gualtieri e al suo entourage, che è impossibile salvaguardare l’ambiente mediante politiche discriminatorie che fanno ricadere tutto il peso della pretesa tutela dell’aria sui settori più poveri, che sono la grande maggioranza dei cittadini romani.

Forse il Pd si illude che trasformando tutta Roma in una grande ztl aumenterà i propri voti, dato che al momento li prende più che altro in zone centrali di questo genere. Ma si illude. Le politiche antipopolari favoriscono infatti il ritorno delle destre al Campidoglio. Unico antidoto a questa catastrofe politica annunciata è rappresentato dall’emergere di forze autenticamente di sinistra che sappiano coniugare difesa dell’ambiente e difesa della qualità della vita nei quartieri popolari di Roma, una grande città la cui tradizione democratica e antifascista è oggi messa a dura prova dalla dabbenaggine di Gualtieri & C.

La vera soluzione è il rilancio dei servizi pubblici, dalla nettezza urbana ai trasporti, secondo una logica partecipativa che deve vedere al suo centro l’affermazione e il rispetto dei diritti dei lavoratori addetti a tali servizi e quelli della cittadinanza tutta. Le risorse necessarie vanno trovate smettendola di finanziare la guerra e le grandi opere dannose, come Tav e ponte sullo Stretto. La lotta per la difesa dell’ambiente e del clima non può essere disgiunta da quella contro la diseguaglianza economica e sociale.