Politica

Cgil, mai mi sarei aspettato che Landini facesse da cassa di risonanza alle parole di Meloni

di Alessio Andreoli

Leggo da molte parti del coraggio di Giorgia Meloni per aver accettato l’invito di partecipare al congresso nazionale della Cgil. Personalmente non credo affatto che abbia avuto coraggio, ritengo che sia molto più astuta di quanto non abbia già dimostrato; e che il suo non sia coraggio ma grande opportunismo e l’indubbia capacità di saper trarre vantaggio, attraverso la sua dialettica, anche da situazioni apparentemente raccontate come sfavorevoli.

Certo anche a lei capita qualche scivolone, come successo durante la conferenza stampa sul naufragio a Cutro o la mancata visita ai feretri delle vittime, ma si sa – e lo diceva pure Gesù Cristo: chi è senza peccato scagli la prima pietra.

Ma torniamo alla Cgil. Di certo non mi sarei mai aspettato che Maurizio Landini si prestasse a fare da cassa di risonanza a Meloni sottovalutando completamente la capacità di persuasione attraverso i discorsi di Meloni stessa. Anche ipotizzando solo per un momento la buona fede della presidente del Consiglio, non possiamo non considerare che è a capo di un governo che in pochi mesi ha già dato prova di cosa sia capace di fare (o forse è meglio dire incapace?).

Abbiamo già dimenticato l’atteggiamento del ministro Piantedosi sui rave? Abbiamo dimenticato l’orientamento del ministro dell’istruzione Valditara che vorrebbe punire la preside che ha condannato l’attacco di alcuni estremisti di destra a coetanei nel liceo scientifico di Firenze? Abbiamo dimenticato che il ministro Nordio voleva (vuole?) togliere le intercettazioni come mezzo di indagine per alcuni reati che potrebbero mettere in difficoltà chi ha incarichi pubblici? Abbiamo dimenticato l’uso di informazioni perlomeno riservate da parte del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro e di Giovanni Donzelli per colpire gli avversari politici? Abbiamo dimenticato che Salvini, responsabile della Guardia Costiera, non si è presentato all’interrogazione per spiegare perché, prima del naufragio di Cutro, le navi siano rimaste in porto? E ci sono tante, molte altre ombre, basta leggere il Fatto Quotidiano per restare aggiornati sull’attività di questo governo rappresentato da Meloni.

Tutti questi deplorevoli fatti alcuni li attribuiscono a incapacità, io credo sia una ben chiara linea politica e a riprova c’è la difesa da parte di Meloni ad oltranza, senza vergogna, di tutti i suoi ministri. Caro Landini, sopra ho scritto che potresti aver sottovalutato la retorica della presidente del Consiglio, ma non posso non formulare anche l’ipotesi opposta, e cioè che in realtà, nonostante le dichiarazioni d’obbligo per infiammare la platea, tu possa parzialmente condividere la linea politica del governo in carica.

Non sono più un giovanotto: ai miei tempi si diceva, in modo spregiativo, che spesso il sindacato era la cinghia di trasmissione della Confindustria. La Cgil sta diventando la cinghia di trasmissione del governo? Se così fosse non posso che applaudire, fino a spellarmi le mani, chi ha cantato Bella Ciao uscendo dall’aula.

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