Ambiente & Veleni

‘Mal di plastica’, così l’Europa esporta la Terra dei fuochi: nelle discariche in Turchia anche gli imballaggi italiani. La clip di Presadiretta

Nel sud della Turchia, attorno ai distretti del riciclo di Adana e Mersin, decine di discariche informali contengono rifiuti di imballaggi di plastica europea e italiana. Spesso sono state le aziende di riciclo della zona a gettare via gli imballaggi europei e a bruciarli, invece di smaltirli o mandarli a incenerimento. Mal di plastica, in onda lunedì 13 marzo alle 21.20 su Rai3, è un viaggio di PresaDiretta nel mondo della plastica. La Turchia è il principale importatori di rifiuti di plastica europei da quando la Cina – che importava più del 70% dei nostri rifiuti di plastica – ha chiuso le frontiere a questo prodotto nel 2018. Discariche illegali a cielo aperto, nelle campagne, tra le case, bambini che lavorano nella raccolta dei rifiuti, incendi dolosi che creano nubi di diossina, terra acqua e aria sempre più inquinate: l’Europa sta esportando un pezzo di terra dei fuochi.

Si tratta di plastica mista, non riciclabile e le aziende locali non sono in grado, né vogliono gestirla correttamente. Nel 2021 l’Ue ne ha esportato 395mila tonnellate. L’Italia stessa è passata a esportare, secondo i dati Ispra, da 1700 tonnellate nel 2020 a 11mila nel 2021. Dopo aver invaso ogni angolo del pianeta, la plastica è arrivata anche nel nostro sangue. Ci scorre letteralmente nelle vene, sotto forma di piccolissimi frammenti chiamati microplastiche, che vanno dai 5 millimetri in giù, fino a particelle di pochi micron, cioè 1 millesimo di millimetro, e di dimensioni ancora più infinitesimali. E quali sono gli effetti delle microplastiche sulla nostra
salute? “Mi interessa sapere quali sono le conseguenze sul sistema immunitario – dice Juan Garcia Vallejo, immunologo del VU Medical Center di Amsterdam intervistato da PresaDiretta – per capire se l’esposizione alle microplastiche possa alterare le nostre difese naturali e avere un ruolo in alcune malattie, come allergie, patologie autoimmuni, tumori”. Possono rilasciare microplastiche i contenitori per alimenti messi nel microonde, per le alte temperature; i biberon di plastica quando si scalda il latte dei neonati; le bustine di tè, se fatte in nylon o polietilene, in acqua bollente possono sprigionare un numero impressionante di microplastiche: più di 10 miliardi in una tazza. Non è purissima neanche l’acqua minerale, per via del processo di imbottigliamento: 1 litro contiene da 10 a 150 particelle, e si rilevano tracce di plastica persino nell’acqua del rubinetto, che passa attraverso le tubature.

Come difenderci dalla plastica? Ci sono paesi che hanno già intrapreso strade efficaci. PresaDiretta è andata in Francia, il primo paese europeo che ha dichiarato guerra alla plastica monouso con una legge per l’economia circolare molto ambiziosa, che mira a vietare tutta la plastica usa e getta entro il 2040. E in Norvegia, per vedere come funziona il “sistema di deposito cauzionale”, considerato il migliore del mondo per il recupero e il riciclo delle bottiglie in plastica e le lattine in alluminio.

MAL DI PLASTICA è un reportage di Riccardo Iacona, Daniela Cipolloni, Teresa Paoli, Eleonora
Tundo, Paola Vecchia, Eugenio Catalani, Fabio Colazzo, Alessandro Marcelli.