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Abusi psicologici sulle ginnaste, indagate Maccarani e la sua assistente: “Atteggiamenti vessatori sulle atlete minorenni”

Le indagini vogliono far luce sulle vicende denunciate a novembre da due giovanissime sportive. Le testimonianze parlano di un sistema fatto di umiliazioni riguardo l'aspetto fisico e di violenze psicologiche perpetuate attraverso un controllo esasperato del peso

La procura di Monza ha aperto un fascicolo sulle violenze psicologiche subite da alcune giovani atlete di ginnastica ritmica dell’Accademia internazionale di Desio, in provincia di Monza e della Brianza. Alle inchieste in corso della procura di Brescia e di quella federale sulla vicenda, si aggiunge anche quella del pm Claudio Gittardi che ha iscritto al registro degli indagati due tecnici del centro, accusati di maltrattamenti. Dopo le rivelazioni fatte da due ginnaste, minorenni all’epoca dei fatti, l’obiettivo della procura è quello di far luce sulle responsabilità degli abusi psicologici e sui comportamenti vessatori denunciati.

Una delle due indagate, a quanto si apprende, è Emanuela Maccarani, direttrice tecnica dell’Accademia internazionale di ginnastica ritmica di Desio (Monza). Maccarani, sospesa dalla Federazione, quando la notizia delle prime denunce trapelò sulla stampa, inviò ai colleghi un messaggio Whatsapp, per difendere la sua posizione. Indagata anche Olga Tishina, assistente di Maccarani.

Il 14 novembre scorso due ex atlete dell’accademia di Desio sono state sentite in procura “a sommarie informazioni” e, in quell’occasione, hanno ribadito quanto era già uscito sui media sulle vessazioni subite durante la permanenza nella scuola di ginnastica. Le ragazze hanno raccontato nel dettaglio il contesto nel quale gli abusi si sono verificati. In particolar modo le testimonianze parlano di umiliazioni subite riguardo il loro aspetto fisico e la violenza psicologica perpetuata attraverso un controllo esasperato del peso. Secondo le ex atlete i comportamenti vessatori non si sono verificati in modo episodico. Erano parte di un sistema preciso e rigoroso di chi gestiva l’accademia e l’attività sportiva agonistica, nazionale e internazionale, delle giovanissime ginnaste.

Lo scandalo è esploso a fine ottobre, con le denunce di alcune ex atlete. Le prime testimonianze hanno dato il coraggio ad altre colleghe di raccontare la loro esperienza. È stato scoperchiato così un vaso di Pandora che ha travolto il mondo della ginnastica ritmica italiano. Molte le voci di rilievo che hanno sostenuto le denunce, come per esempio quella di Chiara Niccolini, ex sportiva, fisioterapista e oggi allenatrice di ginnastica ritmica, che ha raccontato la sua storia a ilfattoquotidiano.it: “Io ho spesso visto agire in questo modo e tante mie avversarie in gara mi raccontavano le stesse cose. Non è il problema di pochi: è il problema di una mentalità”.