Società

Guerra in Ucraina, quello che si prospetta nel nostro futuro è un mondo nuovo

di Enza Plotino

Il pifferaio magico, su richiesta del borgomastro, allontana da Hamelin i ratti al suono del suo strumento; quando la cittadinanza si rifiuta di pagarlo per l’opera, questi si vendica irretendo i bambini del borgo al suono del piffero e portandoli via con sé per sempre. Sento un pifferaio magico anche oggi e un suono acutissimo che distrae, disturba e non permette a tutti noi di discernere tra realtà e fandonia, in un turbinio di parole e immagini che confondono.

Ci hanno portati, come i ratti/bambini al seguito del pifferaio, dentro una guerra, sull’orlo di un baratro nucleare, con la prospettiva di conseguenze economiche disastrose e ancora noi, uscendo da Hamelin, inconsapevoli e distratti, disquisiamo sul fatto che parlare di pace voglia dire essere dalla parte degli aggressori (filo Putin), che dire no all’invio di armi ci renda responsabili delle morti di civili ucraini, che parlare di negoziati faccia torto al “fratello” Zelensky, il quale ha detto ancora ieri che “con Putin non si tratta”.

Con la curiosità di capire come tutti pensino di uscire da questa guerra con le armi, è un mondo nuovo quello che si prospetta nel nostro futuro. Un mondo al rovescio in cui le disuguaglianze sono opportunità per chi ha più soldi, il bene comune è una bestemmia dei più sfigati, il diritto alla pace una conquista armata e la democrazia un mero esercizio lessicale.

Pian piano ci hanno portati anche a superare l’inammissibilità storica di concetti come guerra, nucleare, armamenti. E ancora innominabili sono le parole fascismo e antifascismo, pace e pacifismo. Come se nulla fosse i giornali nazionali raccontano che la premier in pectore Giorgia Meloni ha fatto la sua prima uscita pubblica dopo le elezioni ad una manifestazione dei nostalgici filo nazisti spagnoli di Vox.

Per rendere accettabile questo gesto eversivo si dice: “Non sono fascisti, sono autenticamente popolari”, trasformando anche il concetto di popolare, spogliandolo del vero significato storico ma non riuscendo ancora a riempirlo di nuovi contenuti appetibili ad un sistema politico e concettuale di destra.

Tanta roba! Un’agenda culturale e politica enormemente impegnativa per chi deve contrastare questa deriva, rimanendo ancorato ai valori della pace, della democrazia, dei diritti.

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