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L’atomica fa orrore, ma allora che fare? Invidio chi ha certezze

di Carmine Di Filippo

E certo. L’atomica fa orrore, da evitare a qualunque costo. Va scongiurato il rischio, per tutti. Putin cita il precedente Usa, ma confonde quelle lanciate allora per fermare dittatori invasori imperialisti e quelle che minaccia lui, invasore imperialista, pur di tenersi territori rubati con violenze, assassinii, stupri, torture. Alla storia sono passati come grandi condottieri dei biechi personaggi, quando la storia la scrivevano i vincitori. Adesso la documentano i video.

L’atomica è orrore, d’accordo. Fece 200 mila morti e tante migliaia di malati da radiazioni. Da aggiungere ai 60 milioni di morti prima. Quella sì, guerra, con tanto di dichiarazioni. Questa di Putin è aggressione, secondo la definizione della risoluzione Onu 3314 del 1974. Non è guerra, secondo la definizione dei vocabolari. Dettagli. Va bene. Quindi accontentiamo Putin, che non vuole cedere? E siamo sicuri che si accontenti? Che non vada oltre (l’appetito vien mangiando) sempre con la minaccia dell’atomica? All’inizio si è giustificato con l’abbaiare ai suoi confini.

Ma qualche dubbio viene. Con gli interessi che l’Europa aveva, e ha, di pace e prosperità, lui non temeva nessun attacco Nato, anche perché rassicurato dalle sue atomiche, come ha dimostrato minacciandone l’uso. E poi, oltre ad un po’ di sanzioni ininfluenti, niente l’Europa aveva fatto di molto dannoso per la Russia, dopo la Georgia e la Crimea. Cosa doveva temere? Però potrebbe ridire quella sciocchezza, creduta dal mondo intero, per giustificare un’altra iniziativa.

Va bene. Chiediamo a Zelensky di accettare un accordo? Chiediamo a lui e agli ucraini di lasciare a Putin quei territori? Sicuramente la vita umana non ha prezzo e quindi salviamone quante più possiamo. Evitiamo l’atomica. Anche se il Papa russo dice che morire per la Patria cancella tutti i peccati, distorcendo tutti i concetti. Certamente necessario, ma mi sembra non sufficiente invitare all’apertura di un dialogo che porti alla pace, viste le rigide ed opposte posizioni dei due: “mi tengo il maltolto” dice uno; “lascia il maltolto” dice l’altro.

Si poteva anticipare la farsa del referendum di Putin: offrire la possibilità di dimostrare che la popolazione locale voleva l’annessione alla Russia, in cambio di un riconoscimento internazionale. Con un referendum promosso da Zelensky e sotto il controllo Onu. Può darsi che non avrebbero accettato, ma era un tentativo per tacitare chi sostiene a spada tratta la via del negoziato. Come si fa ad imporlo, se Vladimir e Volodymyr non vogliono? Vabbè, facile dirlo adesso, anche se l’avevano detto in tanti; anche io l’avevo scritto, qui, mesi fa.

Accettiamo il rischio della bomba? Certamente no. Non solo per la nostra vita ma pure per interesse: ottenere e pagare il gas russo, invece di quello liquefatto Usa più costoso, come grida qualcuno che fa opinione in tv. Quindi disinneschiamo la bomba: convinciamo Zelensky ad accontentare Putin. O no? O ho sbagliato la conclusione? Lasciamo un mondo in cui si accetta che prevalga il prepotente di turno? E non mandiamo armi? Oppure lasciamo un mondo in cui il prepotente sa che può perdere, perché ci sono eroi disposti a morire per fermarlo? E mandiamo armi?

Accettiamo lo “Status Stati lupus”: che sia il più forte ad imporre la sua legge? Però allora liberi tutti. Che la Cina si appropri di Formosa, dove s’era rifugiato l’ex capo di governo cinese Chiang Kai-shek cacciato dal comunista Mao Zedong. Che continuino le prevaricazioni contro gli indigeni in Usa, Canada, Brasile, Cina. Contro i palestinesi e i cubani, ecc… Ma allora perché si ribellano le donne in Iran?

Il potere impone. E non conviene reagire, per non morire; non conviene per un velo messo male. O c’è uno spirito (di libertà?) che prevale e le motiva? Invidio chi ha certezze. Però la storia ricorda eroi e martiri, non solo conquistatori.

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