Politica

Caro Giuseppi, non c’entravi niente col Movimento ma adesso tocca a te ricostruirlo

di Maurizio Contigiani

Caro Giuseppi, non c’entravi quasi niente col Movimento Cinque Stelle. Eri bello (lo sei ancora), elegante, con incarichi prestigiosi, professore universitario e avvocato di successo, una compagna ricca e bellissima e un giorno Bonafede ti ha cambiato la vita, invitandoti al ruolo di ministro del futuro governo pentastellato. Hai accettato ma non ne avresti mai immaginato l’evoluzione. Oggi sei l’unico in grado di affermare quei principi fondativi di un’idea nata da chi è morto troppo giovane per poter difendere in prima persona la sua magnifica creatura, una serie di progetti e prospetti troppo ovvi per le persone oneste e troppo destabilizzanti per tutte le categorie di ladri. Non c’è più nessuno nel Movimento Cinque Stelle.

Gli eletti in Parlamento hanno in buona parte evidenziato la miseria della natura umana, una prerogativa che non ha né colore, né appartenenza, Grillo sembra un pazzo, non so se sia veramente impazzito e si sia rotto i coglioni. La piattaforma Rousseau, unica, vera interlocuzione con i cittadini di buona volontà, non ha più voce in capitolo, è stata soppressa. Il Movimento Cinque Stelle ancora esiste perché sei tu a tenerlo in vita e la tua è una responsabilità enorme. Sei colui che ha in mano le sorti di quel patrimonio di buon senso che ha riportato noi tutti a votare nel 2018 ed è è quello che vorremmo tornare a fare a settembre.

Da solo non ce la farai, non sei un trascinatore e anche se hai dimostrato di saper far bene, avrai bisogno dell’unico rimasto in piedi con una dignità, una coerenza, un’onestà intellettuale che non hanno uguali, Alessandro Di Battista, l’unico ancora in grado di poter parlare alla gente comune dall’alto dei principi di cui sopra.

Lascia perdere il Pd, forse il lato peggiore di questa politica. La sua storia è l’epilogo di un inesorabile declino rovinoso della sinistra italiana, iniziato col cambio di nome del Pci, contemporaneo alla vendita della sua storica sede di Botteghe Oscure, diventata prima sede dell’associazione Bancaria Italiana e poi – recentemente – sede di un hotel di lusso, che esporrà il busto di Gramsci e la bandiera della comune di Parigi.

In questi due mesi di tempo, cercate di spiegare alla gente quanto vi sia costata la mediazione per governare insieme a soggetti che volevano solo la vostra distruzione, provate a ricostruire un dialogo con la piattaforma Rousseau, uno strumento democratico prodigioso. Cercate di riabilitare chi è stato emarginato o addirittura espulso, solo perché difendeva i valori fondanti del Movimento, fate sentire la vostra voce per porre fine ai cambi di casacca e se proprio due mandati sono troppo pochi perché un essere umano lasci anche quel poco che ha per dedicarsi alla politica, allora fatene almeno tre e invece di lasciare parte dello stipendio alle piccole e medie imprese, lo si accantoni per restituirlo come aiuto, nel momento in cui, chi lo ha versato, non venisse più rieletto o abbia terminato i tre mandati.

Il tempo è davvero poco, sarebbe stato meglio vedere cosa sarebbero stati capaci di fare questi migliori senza di voi, dove ci avrebbe portato questo banchiere e i suoi lenoni. Ma lui è furbo, almeno quanto i suoi lenoni e si sono tutti chiamati fuori prima.

Aggiornato da redazioneweb il 1 agosto 2022 alle ore 12.00

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