Cultura

Nicolino è morto ma nel mio film è ancora vivo. Per questo non mi stanco di riprendere gli umani

Ormai sono anni e anni che catturo esseri umani con la mia videocamera, nella vita faccio questo, per la vita faccio questo di mestiere, anche se nessuno mi paga, sono un donatore gratuito di esseri umani. Tra i miei preferiti c’è sicuramente il poeta Nicolino Pompa, lo conobbi al cinema Azzurro Scipioni del nostro comune amico Silvano Agosti, e lui mi disse dopo avere visto dei miei video ritratti: “Sono Nicolino, vediamo che cosa riesci a tirare fuori da me”. Mi piace chi mi approccia con una sfida, accettai e nel tempo gli ho dedicato 6 ritratti filmati che amo follemente. Anche a lui piacevano molto, li considerava dei piccoli capolavori, e in realtà, senza false modestie, lo sono. Filmo gli esseri umani perché sono mortali, se fossero immortali non susciterebbero in me curiosità o passione.

Anche Nicolino è morto, non “sgambetta più su questa Terra” come gli aveva scritto il suo adorato Piero Ciampi in una dedica: “Nicolino, ti rendi conto che sgambettiamo ancora sulla Terra?”. Si sgambetta e poi un giorno non si sgambetta più, questa è la vita. Ed ecco perché io non mi stanco di filmare gli esseri umani, per farli ancora sgambettare nei miei film, per ribellarmi alla morte. Nella mia ormai vasta collezione di esseri umani però c’è ancora un buco nero, una falla, una lacuna, non ho mai filmato un cadavere, se fra di voi c’è qualcuno che è interessato a farsi filmare da me dopo morto, può scrivere alla redazione de ilfattoquotidiano.it per contattarmi. Potete toccarvi, non mi offendo, anzi. Andai a dare l’ultimo saluto a Nicolino, lo vidi steso nella camera mortuaria, freddo, immobile, con una espressione quasi di fastidio sul volto, come per scacciare una mosca impertinente, ma nell’impossibilità di farlo.

Gli accarezzai i capelli, tenendomi le lacrime nella tasca. Fuori c’era un gruppetto di persone, pochi amici con fiori di carta e bottiglie di vino, e un uomo dolcissimo che poi ho scoperto essere suo figlio. Anche Nicolino era figlio, figlio di un avvocato di grido, ma scelse la ribellione, lo potevi incontrare a Trastevere o ad Ostia, fermava le coppiette e dedicava i suoi versi sinceri in cambio di qualche soldino, viveva in un magazzino pieno di libri d’arte, di farmaci, fotografie di famiglia, materassi in disuso, cianfrusaglie, reperti fossili del suo passato, manichini senza testa, nel fumo delle sue sigarette, con un portatile sempre acceso per comunicare le sue poesie anche via internet, nei social, “importunando” liricamente tutti quelli che destavano la sua curiosità formicolante di poeta. Abbiamo passato alcuni giorni indimenticabili assieme e questi giorni sono diventati film. Quindi vi consiglio vivamente di vedere il film che metterò sotto questo pezzo che sto scrivendo, se siete persone curiose come me e Nicolino.

Il film è già stato postato alcuni anni fa, ma dato che ormai sono quasi quasi quasi famoso e ho nuovi lettori, lo rimetto per farvelo conoscere. Devo togliere almeno un quasi alla mia famosità perché io non sono proprio come Nicolino, non sono un ribelle, il mio sogno è finire all’isola dei famosi… se lo sapesse Nicolino! Ovviamente parteciperei a una sola condizione: indossare uno smoking, altrimenti al diavolo la “famosità!”.

Prima di accomiatarmi da voi, voglio rendervi partecipi di un divertente aneddoto legato a Nicolino. Non chiedetemi come, vi prego, ma anni fa il vostro affezionato Ricky Farina subì una perquisizione da parte della Guardia di Finanza, per vie tortuose che non sto a dirvi, quelli della Guardia di Finanza pensavano che io fossi un regista porno che riprendeva delle minorenni nude, vennero in tre a casa mia, armati di pistola, erano pronti a sfondare anche la porta, se non fossi tornato immediatamente dal mare dove mi trovavo in vacanza. Frugarono in ogni cassetto, dappertutto, ai tempi avevo anche un bellissimo vibratore viola, molto chic, e un finanziere lo prese in mano e facendo oscillare il vibratore viola mi disse: “E questo signor Farina?”, “Quello è un vibratore viola, tutto qui”, risposi con dolcezza, e mi parve soddisfatto dall’evidenza.

Poi lo stesso finanziere andò verso la mia libreria dove tenevo tutte le cassettine minidv, sopra tre cassette c’era una linguetta adesiva con la scritta “pompa”, mi guardò seriamente, ma con un guizzo negli occhi come a dire – ah, questa volta ti ho beccato! – e mi disse: “Signor Farina, e cosa mi dice di queste cassette con scritto pompa?”. Gli spiegai che si trattava del cognome di un poeta, “si chiama proprio Pompa e non c’è nulla di osceno, glielo assicuro, a parte la poesia che a volte è anche oscena”, non parve convintissimo della spiegazione, infatti mi sequestrarono tutte le minidv per controllarle in sede. Il clima divenne via via sempre più disteso, forse avevano capito che quella segnalazione era solo un buco nell’acqua, che Ricky non era un regista porno (magari lo fossi, è il mio sogno) e soprattutto che in vita mia non avevo mai ripreso una minorenne nuda, trovarono anche delle copie di un mio libro di poesie intitolato Parco di parole, e la perquisizione finì con tre dediche per i tre finanzieri…prima di andarsene però ci tennero a precisare “Signor Farina, noi tagliamo le gambe a chi riprende minorenni nude, e voglio farle notare che lei abita molto vicino a San Vittore, tanto per essere chiari…”, “Non si preoccupi maresciallo, non troverete nulla, io riprendo i poeti, la nudità dei poeti“.

Ho ancora le gambe e sgambetto su questa Terra, per quanto non lo so, ma chi lo sa quando finisce questa vita così buffa e meravigliosa? Nicolino è morto, ma nel mio film è ancora vivo, il film è stato visto pure dai finanzieri, potete vederlo anche voi, o no? Un saluto.