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Governo, Di Maio: “A me piange il cuore che Mosca abbia brindato, è stata servita a Putin la testa di Draghi su un piatto d’argento”

“A me piange il cuore nel vedere che a Mosca ieri sera stavano brindando. Il numero due di Putin, Medvedev, brindava ed era contento perché era stata servita la testa di Draghi a Putin su un piatto d’argento. Le autocrazie brindano e le democrazie, assieme all’Europa, sono più deboli senza il governo Draghi”. Così, ai microfoni di Rtl 102.5, il ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio si pronuncia sulla giornata di ieri.

Inevitabile l’attacco a Giuseppe Conte: “Il governo Draghi e la coalizione che lo sosteneva devono andare avanti, ma in questo momento la vedo molto difficile. Ieri il partito di Conte ha deciso di non votare la fiducia. Quello non è più il M5s, che io ho contribuito a creare negli anni e che doveva essere una forza politica che entrava nelle istituzioni per fare le riforme dal governo, – continua – non per picconare i governi. Draghi, che è una persona di parola, ha sempre detto che senza la maggioranza di unità nazionale non si poteva andare avanti. E si è dimesso. Se non ci sarà un atto di maturità da parte dei partiti nelle prossime ore, io vedo molto complicata la giornata di mercoledì prossimo”.

E rincara: “L’Italia da mercoledì rischia di non avere più un governo. Poi ci sarà il voto anticipato, che non è un problema per i partiti, ma lo è per il Paese: non possiamo completare il Pnrr, salta la riforma del cuneo fiscale per il salario minimo, non possiamo fare il secondo decreto da 15 miliardi per fermare il caro benzina e il caro bollette e andiamo in esercizio provvisorio. Poi nelle prossime ore vedremo come andrà lo spread, il che significa che i tassi di interesse sui mutui per gli italiani salgono – aggiunge – Questo ha combinato ieri il partito di Conte da irresponsabile qual è. Io credo che questa crisi fosse stata pianificata dal partito di Conte da molto tempo. Sono contento che tanti componenti del M5s, sia elettori, sia parlamentari, non siano d’accordo con questa linea. Ora l’appello che faccio a quei parlamentari del M5s è questo: dimostrate di non essere d’accordo con questa linea, perché ne va sicuramente del futuro del nostro Paese”.

Di Maio, infine, rivela di non sentire Giuseppe Conte dalla sua uscita dal M5s e chiosa: “Ieri poi il M5s non ha votato la fiducia al Senato con una pratica naïf per cui i ministri del M5s restano sulle loro poltrone, pur avendo votato no alla fiducia e a loro stesso. Rispetto a questa cosa, noi ci ritroviamo un presidente del Consiglio che ha mantenuto la parola, perché Draghi è una persona di parola. Io e oltre 65 parlamentari abbiamo lasciato il M5s – conclude – nel momento in cui l’ambasciatore russo a Roma aveva fatto un endorsement alla bozza di risoluzione del M5s sull’Ucraina, che disallineava l’Italia dall’alleanza con la Nato e dalla Ue. Questo è il motivo per cui ce ne siamo andati. È stato un continuo, però tutti pensavano che Draghi restasse al suo posto in ogni caso. Ma Draghi è uno che mantiene la parola, per come lo conosco”.