Calcio

Domeniche bestiali – Vincono lo spareggio, parte la festa. Errore arbitrale: la partita è da ripetere. E si materializza la nuvola di Fantozzi

La rubrica del giovedì con il bestiario di ciò che accade nelle serie minori del pallone italiano (e non solo). Le perle nei comunicati della giustizia sportiva regionale, quelle dei calciatori in campo e dei giornalisti in tribuna stampa

“Ci abbiamo rimesso pure i soldi della festa, pensa un po’”. E pure a pensarci viene difficile in effetti: giochi la gara decisiva in cui ti basta anche un pareggio per essere promosso, invece vinci e festeggi. Promozione dalla II alla I Categoria ma non venite a dire a noi di Domeniche Bestiali che è robetta: vi entriamo nelle caviglie. E invece poi ti dicono che non sei promosso manco per niente, che quella partita non è valida e devi rigiocare: dopo la festa… e perdi. Pare la trama del film “Immaturi“, ma è tutto vero ed è accaduto in Piemonte. Si gioca Acqui-Sale (già, semplice e un po’ banale) nel triangolare per passare dalla II alla I categoria: all’Acqui basta il pari per la promozione, al Sale no, serve la vittoria. Risultato fermo sullo 0 a 0 al 118esimo quando l’arbitro decreta calcio di rigore per l’Acqui: insomma, che lo segni o che lo sbagli è praticamene certa la promozione, perciò l’attaccante va sul pallone con una certa tranquillità. Tanto da fare il cucchiaio: pallone sulla traversa che torna in campo, col battitore che però si avventa sul pallone e di testa la mette in gol. Sarebbe da annullare: “E io ero convintissimo l’annullassero, anzi per la verità speravo annullassero visto che c’erano tanti dubbi” dice Marco Pileri, segretario dell’Atletico Acqui ed esperto di regole e burocrazie di campo.

“Da lì inizia un confronto di 7 minuti tra arbitro e assistenti: resto convinto che annullino, ma quando vedo che danno gol ho una certa tranquillità. Avranno visto che il pallone era già entrato, penso: impossibile che in tre prendano un abbaglio così colossale”. E allora via: tutti a festeggiare la promozione con ricca festa offerta dalla società naturalmente. Salvo poi ritrovarsi con un ricorso pendente del Sale. “Già: ci hanno fatto ricorso. Giustamente dico, anche se non ci avevano detto nulla. E a quel punto l’arbitro il lunedì ammette l’errore (cosa che peraltro avviene piuttosto raramente anche di fronte a errori macroscopici) e quel punto ci tocca rigiocare”. E vuoi che in un caso del genere il diavolo non ci metta le corna? “Si rigioca di mercoledì, e con due risultati che ci garantirebbero la promozione diretta in II categoria…perdiamo, il Sale viene promosso e a noi tocca fare la seconda fase, che stiamo facendo”.

E dunque festa inutile, spese inutili e ancora tanto da soffrire: “Viene un nervoso terribile – spiega Pileri – perché non è possibile che in 3 non si rendano conto di un errore talmente colossale e ci condannino. Bastava annullare quel gol, fischiare fuorigioco e la partita sarebbe terminata 0 a 0 dandoci quella promozione che per noi era meritatissima…e invece ora rischiamo di restare in Seconda categoria perché non si conoscono le basi del regolamento. Siamo parte lesa: un errore fatto da altri, che non è andato peraltro a danneggiare i nostri avversari, ci ha causato un danno enorme. E’ davvero una storia paradossale”. L’Acqui infatti ora è impegnata in un quadrangolare: per passare in I categoria deve vincerlo, finora ha giocato una partita e l’ha vinta. “Se facciamo festa in caso di vittoria e passaggio del turno? Beh sì, magari qualcosina facciamo…però non come la prima volta che abbiamo già speso tanto”. E magari niente più cucchiai, che nelle domeniche bestiali servono quanto la forchetta nel brodo.