Osservatorio Recovery

Recovery, il governo ammette il secondo flop del concorso Sud. Con le risorse inutilizzate i Comuni assumeranno a chiamata diretta

I contratti saranno stipulati sulla base di uno schema predisposto dall’Agenzia per la Coesione, che definirà le modalità della collaborazione. Compresa la remunerazione, che si era rivelata uno dei tasti dolenti come ammesso l'anno scorso dal ministro della Pa Renato Brunetta.  

Dopo i multipli flop del Concorso Sud per l’assunzione di 2.800 tecnici specializzati nelle amministrazioni del Mezzogiorno per gestire i fondi del Recovery plan, il governo corre ai ripari. Nel decreto Pnrr varato due giorni fa si prevede infatti, su richiesta della ministra per il Sud Mara Carfagna, che le risorse non utilizzate potranno ora essere trasferite alle amministrazioni per contrattualizzare gli esperti di cui hanno bisogno ricorrendo alla chiamata diretta. I contratti saranno stipulati sulla base di uno schema predisposto dall’Agenzia per la Coesione, che definirà le modalità della collaborazione. Compresa la remunerazione, che si era rivelata uno dei tasti dolenti come ammesso l’anno scorso dal ministro della Pa Renato Brunetta.

Ma quello degli stipendi troppo bassi – tra i 1.400 e i 1.500 euro netti – per risultare concorrenziali con il settore privato è stato solo uno dei problemi che hanno impedito di assumere le figure richieste. Da subito gli interessati avevano fatto notare che il bando anteponeva la valutazione di titoli alle prove-selettive, penalizzando i neo laureati. Risultato: molti hanno rinunciato subito a partecipare. Lo stesso hanno poi fatto, per colpa delle condizioni poco appetibili, anche molti degli 81mila candidati che inizialmente avevano compilato la domanda e che avevano tutti i requisiti. Alla prova scritta si è presentato in media il 65% degli ammessi e, in alcune Regioni, non si è arrivati neppure alla metà dei 8.582 candidati ammessi per titolo. A quel punto il Dipartimento della Funzione Pubblica ha rivisto la soglia di sbarramento per la partecipazione alla prova scritta, ammettendo 70mila candidati di cui erano già stati valutati i titoli nella fase pre-selettiva. Si è arrivati a 1.483 idonei, tra cui però troppo pochi tecnici esperti.

A quel punto è stato emanato nuovo bando con l’obiettivo di reclutare 2.022 funzionari tecnici, ma in base agli esiti della prova scritta solo 728 sono risultati idonei. Così si ricomincia da capo, archiviando il fallimentare tentativo di procedere per concorso.