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Fratelli d’Italia, Rampelli: “Non c’è mai stata una relazione tra noi e Forza Nuova. Sciogliere il partito? Decide la magistratura”

Voteremo sì alla mozione, ma questo non ci toglie la libertà di esprimere un giudizio su un atto esclusivamente propagandistico. Bisogna fare attenzione perché le persone malintenzionate, come nel caso dei militanti e dei dirigenti di Forza Nuova, così sono maggiormente controllabili. Esiste una legge e va rispettata. Io penso che la magistratura abbia tutti gli strumenti per stabilire se una formazione debba essere sciolta o no. Forse ci dobbiamo affidare alla magistratura“. Sono le parole pronunciate ai microfoni di “24 Mattino”, su Radio24, dal deputato di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli, che poi ha chiarito le sue dichiarazioni con un comunicato: “Il voto favorevole di Fdi è sulla mozione unitaria proposta dal centrodestra che, partendo dall’assalto alla sede della Cgil, chiede la condanna di ogni forma di totalitarismo e auspica lo scioglimento di tutte le formazioni eversive che utilizzano la violenza come strumento di lotta politica. Quindi non riguarda Forza Nuova, ma tutti i soggetti che utilizzano i suoi stessi metodi“.

E spiega: “Non abbiamo intenzione di difendere Forza Nuova, ma forse dobbiamo porci il problema del gioco democratico. Non può essere il Parlamento a decidere di sciogliere Forza Nuova, ma deve essere un compito della magistratura che ha strumenti terzi per entrare nel merito. Dopodiché mi sembra che Forza Nuova sia la principale e più efficace alleata del Pd. Quindi noi, votando sì alla mozione, non perderemo voti. Il vicesegretario del Pd Provenzano ha detto una castroneria assoluta su Fratelli d’Italia – continua – Abbiamo chiesto una rettifica al segretario Enrico Letta. È ovvio che se il primo partito italiano dovesse essere valutato dal Pd, con la sua storia al di fuori del cosiddetto arco democratico, e quindi se dovesse essere messa in discussione la legittimità di FdI, magari con una mozione tesa a cancellare il partito dallo scenario politico, allora significherebbe che l’Italia è governata da una dittatura e che i cittadini che ci sostengono sono fuorilegge”.

Rampelli aggiunge: “Qualcuno dice che la sede romana di FN appartiene a FdI? È un’altra bestialità. Intanto, la sede appartiene alla Fondazione Alleanza Nazionale. È stata poi occupata con la forza da FN e fortunatamente dopo mesi e mesi di tentativi, sono stati buttati fuori. Le relazioni tra FdI e queste formazioni extraparlamentari sono chiarissime da anni. Noi non abbiamo mai avuto a che fare con loro. Basta guardare i simboli elettorali di FN, di Casapound e di altre formazioni di estrema destra: anzi, semmai queste hanno arrecato un disturbo a FdI. Quindi, non ci sono mai state relazioni: siamo sempre stati distinti e distanti“.

Il parlamentare esprime, infine, la sua contrarietà alla scelta della data della manifestazione indetta da Cgil, Cisl e Uil contro i fascismi: “Io sono andato da Landini a portare la solidarietà mia e di FdI per la vergogna accaduta. Tuttavia, chissà perché, alla vigilia di un voto c’è sempre un episodio di questa natura che, di fatto, impedisce ai cittadini di capire quali sono le offerte politiche in campo per le elezioni amministrative. È allucinante che in questi giorni, ad esempio, non si sia parlato dei problemi di Roma. E c’è anche un principio di anti-democraticità in questo. Bisogna parlare di tutto, fuorché di questo, probabilmente perché il Pd non è nelle condizioni di difendersi rispetto a un pluridecennio di governo di varie città che sono in declino – conclude – La manifestazione di sabato è perfettamente funzionale a questo. Il 16 ottobre è giorno di silenzio elettorale, secondo le norme vigenti, e questo silenzio andrebbe rispettato da tutti, nessuno escluso. Noi siamo disponibili a partecipare a una manifestazione unitaria che condanni la violenza anche la settimana prossima e con le bandiere tricolori, perché tutti gli italiani sono contro le violenze: naziste, fasciste, neonaziste, comuniste. E il Pd, lui sì, continua ad avere un atteggiamento di ambiguità nei confronti della violenza di sinistra e comunista”.