Politica

Un suggerimento per Salvini e Meloni: al posto del reddito di cittadinanza, eliminiamo i poveri

di Leonardo Corbo

Una nota intellettuale dei nostri tempi, attraverso una narrazione – quasi sempre – elegante e sopraffina, al forum Ambrosetti con voce calda e soave scandisce: “Il reddito di cittadinanza è metadone di Stato”. Perbacco Meloni. Ed io che pensavo che servisse a sfamare gli affamati e trovare un lavoro dignitoso e ben retribuito.

Passa un po’ di tempo e il noto luminare (sempre al forum Ambrosetti, che a quanto pare ospita solo menti sagaci dalle idee originali) nonché fenomeno dei social prestato – a quanto pare a tempo indeterminato – alla politica, al secolo Matteo Salvini, ci ammalia così: “Il reddito di cittadinanza si è rivelato nei fatti sbagliato, riconoscere un errore è segno di saggezza. Sono 12 miliardi spesi male e proporrò un emendamento alla legge di bilancio per destinare questi soldi alle imprese”. E qui verrebbe da chiedergli: “D’accordo Salvini. E quale misura alternativa, una mente eccelsa come la sua, ha partorito per combattere la povertà? Quella misura che in prospettiva generi lavoro, occupazione, faccia aumentare il Pil, incrementi i consumi interni e l’export, conduca l’Italia alla guida economica dell’Europa, ma nel presente, dell’oggi e del domani, fornisca un pasto caldo a chi vive in condizioni di indigenza?”. Sono sicuro che a questa domanda risponderà minuziosamente e con acume spiazzante. Indubbiamente sarà colpa dei giornalisti che non l’hanno posta.

Ora, diamo alcuni dati che sono stati già riportati e detti su questo giornale.

A Napoli il 16% della popolazione è beneficiario del reddito di cittadinanza.
A Roma 205.666 persone beneficiano del reddito di cittadinanza.
A Milano 91.500 persone beneficiano del reddito di cittadinanza.
Tutte queste persone, se passerà la linea Salvini all’interno del governo e se alle prossime elezioni vincerà il centrodestra non avranno nemmeno quelle poche centinaia di euro per pagare le bollette. Con buona pace delle periferie che nelle ultimissime elezioni hanno votato Lega.

Se in questo paese la povertà si legge con un rigo bianco (quindi non viene concepita, né compresa), il reddito di cittadinanza si legge lavoro nero, i percettori fannulloni, e peggio ancora paragonato al metadone per i tossicodipendenti, si evince che non si conoscono alcune realtà italiane. L’empatia nei confronti di chi vive una situazione disperata è un sentimento troppo costoso da poter provare, e si è impreparati perché si attribuisce al reddito cittadinanza colpe che non ha commesso (l’unico danno che ha fatto è stato quello di essere l’ultima cintura di protezione durante la pandemia). Voler togliere quel poco che hanno a chi non ha quasi niente, da una posizione privilegiata e con un lauto stipendio, è da vigliacchi.

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