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Putin e Libia a Cernobbio, il patron del Forum: “Siamo territorio neutro. Vi spiego la mia filosofia sul confronto: inviterò i talebani”

Tra presenti e assenti all'Ambrosetti dove gli affari e le attività di lobby procedono, Valerio De Molli si smarca dalle critiche sullo spazio dato a chi viola i diritti umani

“Ma io inviterei anche i talebani”. Sembra una provocazione, quella del patron del Forum Ambrosetti. Invece Valerio De Molli è serissimo mentre replica alle critiche che sono state sollevate in questi giorni al summit di Cernobbio sui social e sulla stampa per aver dato spazio, in spregio alle acclarate violazioni dei diritti umani, a figure come il presidente della Russia, Vladimir Putin, ma anche a esponenti di un Paese come la Libia il cui percorso verso la democrazia è ancora tutto da scrivere, mentre il Mediterraneo si riempie ogni giorno di disperati in fuga.

“Normalmente non rispondo alle critiche, ho fatto una precisazione su un tema specifico perché meritava un chiarimento. Sono molto orgoglioso che The European House Ambrosetti, come primo think tank italiano e quarto europeo, abbia confermato la sua fama di attore indipendente e neutro: in casa nostra si può venire a dialogare, a portare opinioni, anche su fronti estremamente diversi”, dice De Molli a ilfattoquotidiano.it citando l’esempio del leader dell’ultradestra olandese Geert Wilders ospite fisso dell’Ambrosetti: “Io sul piano personale la penso all’opposto di una figura come lui, ma lo invito in casa mia per discuterne, è solo col dibattito costruttivo che puoi arrivare a un compromesso, anche a capire l’altro”.

Quindi anche i signori dell’Afghanistan: “Io inviterei pure i talebani alla discussione, al confronto, a comprendere cosa c’è dietro, che aspettative, a provare a ragionare e costruire, ho fatto per anni qui a Cernobbio il dibattito tra Shimon Peres e Yasser Arafat, quando tutti mi davano del matto e mi dicevano ‘lascia perdere, è assurdo, quelli là son terroristi e questi rispondono con le bombe’ – rivendica -. L’abbiamo fatto per anni: Peres è venuto 24 volte, tanto ha apprezzato questa opportunità in campo neutro”.

“Una montagna che ha partorito il topolino”, dice invece dell’operazione Putin, il cui messaggio in apertura del Forum ha sollevato una pioggia di critiche partita da Jacopo Jacoboni della Stampa e condivisa tra gli altri da Oscar Giannino.

“Io non volevo tanto francamente una lettera di endorsement, avrei voluto un intervento dal vivo in teleconferenza a cui far seguire una discussione – commenta ancora De Molli -. Me ne frego delle critiche: lo spirito che voglio venga rappresentato qui è che ci siano tutte le posizioni. Fui il primo ad invitare Gianroberto Casaleggio a discutere, qua dentro, quando agli inizi era abbastanza lasciato ai margini”.

Quindi pensa davvero ai talebani? “Li inviterò senz’altro o proverò a invitarli, ma non è detto che accettino …”, dice ricordando le dichiarazioni dell’Alto rappresentante Nato per l’Afghanistan, Stefano Pontecorvo, che nel suo intervento all’Ambrosetti di venerdì 3 settembre ha sottolineato tra il resto il tema di una leadership afghana non ancora definita. Mentre a mettere il dito nel tema dei diritti è ancora una volta il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel suo messaggio agli imprenditori riuniti sulla riva del lago di Como ha parlato di eccesso di timidezza dell’Europa e il commissario Ue Paolo Gentiloni, che al Forum è transitato nella giornata di sabato, sul tema si è limitato ad assentire parlando di “disastroso epilogo”, ma anche di “opportunità per l’Unione europea, per sviluppare una difesa comune”.

L’ex presidente del consiglio non risponde e tira dritto, invece, alla domanda de ilfattoquotidiano.it che gli chiede se in Europa si usino due pesi e due misure per i profughi a seconda che arrivino dall’Asia o dal nord Africa. Mentre sul tema dei migranti si era affacciato il giorno prima proprio il premier libico ad interim, Abdul Hamid Dbeibeh, che ospite a Cernobbio, ha ricordato la “posizione geografica speciale” del Paese africano che deve aumentare i profitti ottenibili dal petrolio, mentre ha come obiettivo principale di “realizzare il proprio sogno democratico” e chiede al mondo di “aiutarci a ricostruire fermandosi dove inizia l’azione delle legittime istituzioni”. L’Italia, poi, a suo dire starebbe partecipando già “combattendo tutti assieme il problema dei migranti in arrivo dal Sud”.

Sempre dalla Penisola e in particolare dal primo gruppo ospedaliero privato del Paese, il San Donato, è in arrivo il sostegno sanitario. Dbeibeh ne ha parlato a Cernobbio direttamente con Kamel Ghribi, l’ex petroliere tunisino che ora è vicepresidente del Gruppo San Donato, presente in gran forze all’Ambrosetti: dal presidente Angelino Alfano al consigliere Roberto Maroni, che però è arrivato a Cernobbio in quota ministero degli Affari regionali, mentre due anni fa era qui per Mediobanca.

Del resto, anche se gli anni passano e lo smalto sbiadisce, il Forum di Cernobbio resta per molti un’occasione per confrontarsi, per fare affari o anche solo una scusa per parlarsi. E il clima mite di quest’anno ha sicuramente incentivato i colloqui informali a quattr’occhi. Come quello tra l’ex numero uno di Tim, Marco Patuano e l‘ex capo di Vodafone, Vittorio Colao, oggi ministro per l’Innovazione tecnologica, che sabato pomeriggio si sono appartati lontano dalla folla.

Venerdì pomeriggio, invece, il presidente delle Generali, Gabriele Galateri di Genola si è a lungo intrattenuto con il numero uno di Morgan Stanley in Italia, l’ex ministro del Tesoro Domenico Siniscalco, ignorando il gong dei meeting e interrompendosi solo per rispondere al telefono. Impossibile avvicinarlo, a domanda è arrivato a perdere per un attimo in suo tradizionale aplomb. E così abbiamo dovuto rivolgerci a Siniscalco, per provare a capire se c’è un problema sistemico dopo che il gruppo di Trieste è scivolato su una buccia di banana come quella dei bond dei crediti sanitari calabresi (i “mafia bond”, li ha ribattezzati nel 2020 il Financial Times) che rischiano di costare 80 milioni di euro alla banca del Leone, oltre a un non secondario danno d’immagine per il primo gruppo finanziario italiano. L’ex ministro del governo Berlusconi alza le mani e non c’è modo di sapere se siamo tornati o meno ai tempi in cui, ammette lui stesso, “si insalsicciava davvero di tutto”.

Tra affari nazionali e internazionali, sfilano anche economisti del calibro del tedesco Lars Feld che l’Spd ha recentemente messo alla porta dal Consiglio tedesco degli esperti economici che presiedeva o ambasciatori come quelli di Francia e Spagna che hanno accompagnato a Cernobbio i rispettivi ministri dell’Economia, Bruno Le Maire e Nadia Calvino. E, nel caso francese, hanno colto l’occasione per rinfrescare i rapporti sull’asse delle telecomunicazioni approfittando della presenza al gran completo del vertice di Tim.

L’ex presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro, ha fatto invece una breve apparizione il giorno dell’intervento del ministro Marta Cartabia sulla riforma della Giustizia, mentre l’ex ministro Paola Severino, tradizionale ospite del Forum in quota Luiss, non ha perso un appuntamento. Fugace anche la presenza di ospiti tradizionali come Mario Monti, che pure ha trasmesso il messaggio del presidente della Repubblica ed Enrico Letta. Grande assente, invece, il presidente del Consiglio Mario Draghi, mentre il suo governo era praticamente al completo: da Colao e Cartabia, ad Andrea Orlando, passando per Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Renato Brunetta, Daniele Franco, Enrico Giovannini, Giancarlo Giorgetti, Fabrizio Bianchi, Maria Cristina Messa, Roberto Cingolani, Luciana Lamorgese e Luigi Di Maio (da remoto). L’esecutivo è stato insomma praticamente onnipresente dal primo giorno all’ultimo, quando la politica ha fatto irruzione sulla scena sotto le sembianze di Giorgia Meloni, Matteo Salvini, con un defilato Enrico Letta che pure sarebbe di casa e un Giuseppe Conte intervenuto in streaming.

Immancabili, poi, l’economista Carlo Cottarelli, il presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros- Pietro e quello della Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo, così come l’omonimo amministratore delegato dell’ex Finmeccanica, Alessandro Profumo e gli ex presidenti della Confindustria Emma Marcegaglia e Vincenzo Boccia, mentre quello in carica non risponde al richiamo di Villa D’Este. Mutatis mutandis, presenti al gran completo le aziende dello Stato dall’Eni a Leonardo in giù, mentre la Cassa Depositi e Prestiti, fresca di cambio al vertice, ha disertato per la prima volta il Forum dove è stata indirettamente rappresentata dal solo Fondo Strategico Italiano.