Politica

Quali interessi persegue la riforma Cartabia? Il giudizio è già stato dato: bocciatura totale

Non ha una storia la ministra Marta Cartabia. Perlomeno, non ne ha una conosciuta dalla gente. Però abbiamo già parlato, qui, del suo “stellare” curriculum. Draghi, che doveva già sopportare le quotidiane lamentele di leghisti e forzisti sulla riforma Bonafede, le avrà sicuramente detto qualcosa come “a questa roba pensaci tu, è materia tua! Ascolta bene quello che ti chiedono Salvini e Berlusconi, adesso sono loro la nuova maggioranza politica. I sondaggi parlano chiaro. In Parlamento c’è ancora la vecchia rappresentanza numerica, che però perde pezzi ogni giorno. E comunque Grillo è passato dalla nostra parte (sta passando un brutto momento, bisogna esserci dentro per capire!), ma stai attenta a Conte, l’unico pericolo arriva da lì, ma probabilmente basterà Beppe a tenerlo a bada”.

Ovviamente, non avendo io intervistato nessuno di costoro, la mia è semplice deduzione fondata sui fatti che li accompagnano, non sui loro pensieri e le loro intenzioni. E le loro mosse corrispondono a quello che appare in superficie.

Cartabia ha preparato una controriforma che accontenta (anche troppo!) i due nuovi alleati di governo, l’ha presentata e, inizialmente, ha fatto finta di non sapere delle critiche pesantissime che le sono arrivate da questo giornale (l’unico che ha fatto una scelta di campo corretta nell’interesse dei cittadini invece che di certi partiti o di certe persone).

Qualcuno ricorda il mio vecchio (ha più di dieci anni ormai) test di democrazia per i politici? È il test degli interessi che i politici devono perseguire. Al primo posto c’è l’interesse dei cittadini che, in ogni loro azione, nella loro attività, i politici devono perseguire; al secondo posto l’interesse del partito a cui appartengono. Al terzo e ultimo posto c’è l’interesse personale del politico (quando compete con altri politici in elezioni o nomine interne). Gli interessi di livello più basso non sono leciti, e a essi si deve rinunciare se limitano o impediscono quelli di livello superiore.

Ecco, in democrazia, se tutti i politici rispettassero questi livelli di gerarchia funzionale, tutti ne guadagnerebbero, ma devono essere i cittadini stessi a vigilare, usando poi il voto come punizione quando si ritrovano in disaccordo. Applicando questo test oggi, vediamo chi lo supererebbe tra gli attori che abbiamo citato:

Draghi è al massimo livello, quindi è il maggior responsabile di ciò che accade sotto di lui. Ma lui ha affidato la Giustizia alla Cartabia. Cartabia, come Ministra della Giustizia, quali interessi persegue? Quelli dei cittadini o quelli di qualche partito? Qui il giudizio non lo do io, ma molti magistrati di grande spessore ed è bocciatura totale. Quindi Draghi dovrebbe intervenire su di lei prima che quel dissenso possa trasformarsi in un voto di sfiducia parlamentare (ma forse è già tardi).

Salvini e Berlusconi, con tutti i guai giudiziari passati e presenti che hanno o hanno avuto, è evidente che, nel migliore dei casi, hanno a cuore solo l’interesse dei loro partiti e non quello dei cittadini onesti, che sperano ovviamente in una giustizia giusta, non in un partito che la sfugge perché si è cacciato nei guai. Sono proprio loro i cattivi consiglieri della Cartabia e vogliono la riforma Cartabia a tutto danno dei cittadini. Bocciati entrambi insieme alla Cartabia. Anche Grillo, pur non essendosi espresso, ha fatto il “pesce lesso” in questa occasione, favorendo così la Cartabia. La Meloni è all’opposizione, ma è un voto contrario che conta poco nel merito di questo giudizio.

Conte è pronto a sfiduciare il Governo (quindi sarebbe l’unico ad operare nell’interesse dei cittadini). Se cade il governo il Capo dello Stato Sergio Mattarella ancora per pochi giorni sarebbe in tempo a sciogliere le Camere. Oppure potrebbe dare l’incarico di governo a un’altra persona. Quest’ultima scelta però sarebbe quasi impossibile da fare concretamente, perché a livello internazionale non sarebbe capita (positivamente) da nessuno la capitolazione di Draghi.

C’è ancora un aspetto però di cui non si è parlato per niente e che non è meramente formale: né Draghi né Cartabia sono stati eletti dal popolo! Certo, sappiamo tutti che i membri del governo non necessariamente devono essere parlamentari. Ma sul piano dell’interesse, perché i cittadini e i giudici (ovvero il terzo potere, il Giudiziario, dopo il potere Esecutivo del Governo e quello Legislativo delle Camere) dovrebbero sottomettersi supinamente ad una riforma della legislazione penale che va contro l’interesse dei cittadini per una giustizia giusta e toglie potere al terzo potere per darne ancora di più a partiti che pensano solo a se stessi e non meritano la fiducia dei cittadini?

E’ vero che, se sarà ancora al suo posto, Draghi avrà un potere esecutivo enorme e quasi insindacabile (a parte i media), ma se Conte potrà muoversi senza grossi ostacoli col Movimento rinnovato, potrebbe arrivare alle prossime elezioni generali in condizioni migliori di Salvini e del Pd (la Meloni non credo che possa andare più in alto di così, a meno che la Lega o il Pd subiscano un crollo come quello di Forza Italia).