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Dopo Amazon anche Facebook nel mirino delle autorità per pratiche lesive della concorrenza a danno degli utenti

Da Washington a Bruxelles, procure e autorità antitrust si muovono contro i colossi del web. Le accuse sono diverse ma riguardano in entrambi i casi supposti stratagemmi messi in atto per falsare la concorrenza sulle loro piattaforma aumentando i loro ricavi a danno degli utenti

La Commissione europea si appresta ad aprire un’indagine formale sulle presunte pratiche anticoncorrenziali di Facebook. Ne da notizia il quotidiano britannico Financial Times. Il sospetto di Bruxelles è quello che il social network stia distorcendo la normale competizione di mercato nei suoi servizi di marketplace, ossia la sezione della piattaforma in cui si effettuano compravendite di prodotti di varia natura. Secondo il Financial Times, che cita tre persone vicine al dossier, l’avvio dell’indagine potrebbe essere ufficialmente comunicato tra pochi pochi giorni. La Commissione europea ha rifiutato di commentare. Facebook non ha per ora risposto a una richiesta di commento.

Ieri sera negli Stati Uniti, la procura di Washington ha presentato ricorso contro il colosso dell’e-commerce con l’accusa di pratiche monopolistiche illecite a danno dei consumatori, della concorrenza e dell’innovazione. In sostanza secondo la procura il gruppo adotta dei sistemi per impedire a rivenditori terzi, che usano la sua piattaforma, di vendere i propri beni su altri siti o sul proprio a prezzi più bassi. Amazon chiederebbe infatti commissioni che raggiungono il 40% del prezzo di vendita che finiscono per impattare sul prezzo finale praticato ai clienti. I rivenditori non possono però sfuggire alla “tassa” utilizzando altri canali di vendita. La procura non esclude la possibilità, qualora le responsabilità di Amazon fossero dimostrate, di ricorrere a misure estreme introdotte dalla legislazione più recente come il “break up”, vale dire l’obbligo di scorporo di alcune divisioni. Amazon respinge le accuse e in una nota ha affermato che “Il procuratore vede la situazione al contrario, sono i venditori a stabilire i loro prezzi per i prodotti che offrono nel nostro negozio”.