Politica

Grillo non è riuscito a difendere il Movimento da Renzi: è lui il vincitore della partita

Non che mi dispiaccia (detto tra noi) poiché se il quesito del voto in Rousseau fosse stato posto correttamente (“Sei favorevole a sostenere un governo Draghi?”) avrei votato Sì senza alcuna titubanza (ma poi avrei messo il veto all’ingresso di Italia Viva in questo governo e avrei avuto i favori di tutto il popolo, o quasi, dalla mia parte). E avrei votato Sì senza alcun dubbio se quello stesso quesito sulla istituzione di un Super Ministero per la Transizione ecologica fosse stato presentato in altra occasione. Ma quel modo di dire una cosa mentre se ne pensa un’altra del tutto differente (si può dire “tipicamente renziano”?) io non lo digerisco proprio (e vedo che per fortuna non sono solo, almeno nel M5S).

E’ probabile che i geniacci del 5 Stelle avessero in mente una strategia molto sofisticata che purtroppo la gente semplice (me compreso) non può capire, ma se fosse vero che sono dei geni dovrebbero capire anche questo: che queste strategie sottobanco andavano bene (forse) nelle monarchie assolute di un tempo, ma non possono essere accettate dal popolo nelle democrazie dove tutti vogliono capire per cosa votano e a cosa stanno lavorando i loro eletti.

Qualcuno pensa addirittura che Grillo, da padre padrone (dietro le quinte) del suo Movimento che ormai chiaramente non pende più dalle sue labbra, avrebbe deciso che lui, dall’alto della sua paternità incontestata, abbia voluto esercitarla con la stessa autorità e insindacabilità applicata talvolta ai tempi delle prime democrazie mediterranee, condannando a morte la sua reproba creatura, che a lui si ribella. In caso contrario è però evidente che non è riuscito a difenderla dal “lupo mannaro” Renzi.

Infatti non solo nessuno si è permesso di contestare il “bulletto col 2%” (come lo chiama oggi Travaglio nel suo editoriale), che ha tenuto in scacco per mesi il governo Conte 2 (con tutto quello che ne è conseguito in termini di governabilità) ma quasi tutti ne hanno approfittato per infilare il piedino nella porta socchiusa del potere per piantare la propria bandierina di prenotazione nella evidente prossima distribuzione delle poltrone e poltroncine. Unici esclusi quelli di Fratelli d’Italia che, a parte le promesse gratuite distribuite a iosa da Renzi (impossibili da realizzare col suo 2%), appaiono sicuramente più vicini ai bisogni del popolo che i soliti temporeggiamenti delle sinistre, ormai disabituate a impegnarsi su progetti popolari se non sono issati su altissime poltrone.

Adesso, con Draghi numero uno del governo, nessuno potrà più trovare la scusa dell’incompetenza per dare giudizi spesso di comodo. Lui oltre al sostegno del Capo dello Stato avrà anche il grande vantaggio di un sacco di soldi da spendere, ma anche lo svantaggio di dover lavorare con una classe politica molto più incline a curare i propri interessi che quelli del popolo che teoricamente dovrebbe rappresentare. Ed essendo davvero tanti quelli che sta tirando sulla sua barca, si accorgerà presto che non tutti remeranno nella direzione che vuole lui… e forse anche la sua competenza non basterà a navigare tranquillo.