Politica

L’assessora regionale veneta Donazzan canta ‘Faccetta nera’ a La Zanzara: “Boldrini sceglie ‘Bella Ciao’ ma siamo nipoti della stessa Italia”

Già nel maggio 2019, ai microfoni de La Zanzara (Radio24), aveva dipinto Benito Mussolini come un grande statista (“l’ha detto Churchill, quindi io non faccio che inchinarmi. Pure Ghandi disse qualcosa di molto positivo su Mussolini”). Elena Donazzan, assessora regionale all’Istruzione del Veneto, ribadisce la sua fede ai microfoni della stessa trasmissione, scatenando un caso politico con la lista civica di centrosinistra “Il Veneto che vogliamo” e Articolo Uno che hanno chiesto le dimissioni dell’assessora della giunta Zaia e l’intervento della magistratura per apologia del fascismo. Casus belli: la canzone “Faccetta nera” intonata dall’esponente di Fratelli d’Italia, che ha anche precisato di preferirla a “Bella Ciao”, innescando un vivace battibecco con uno dei conduttori, David Parenzo.

“Ero bambina quando l’ho imparata – afferma Donazzan – Tra ‘Faccetta nera’ e ‘Bella Ciao’ non ho neanche un dubbio. Nelle case c’era chi cantava una cosa e chi cantava un’altra. Se poi chiede la stessa cosa alla Boldrini, con molta più cattiveria di quanto faccia io, che sono buonissima, lei vi risponde ‘Bella Ciao’. Siamo tutte e due nipoti della stessa Italia”.
“Non sono due canzoni esattamente uguali”, spiega Parenzo.
“Ah, no? – risponde l’assessore veneto – E va bene, il suo è un giudizio storico. Io ci sono cresciuta con questa canzone, da bambina la cantavo”.
Il botta e risposta prosegue fittamente con Parenzo che sottolinea: “Lei è un assessore. Se la stessa cosa fosse avvenuta in Germania con un assessore di un Länder che cantava “In alto la bandiera”, cioè l’inno del Partito Nazista, lo avrebbero cacciato a pedate nel culo”.
“Se mia nonna avesse le rotelle… – ribatte Donazzan – Se lei ritiene che io non faccia bene l’assessore, chieda che mi tolgano per questo fatto. Ma lei sa perché ho canticchiato ‘Faccetta nera’? Perché ho difeso l’azienda La Molisana per quella vicenda peraltro assurda. Anche l’Anpi l’ha difesa dicendo che La Molisana ha sempre finanziato le Feste dell’Unità. Da bambina io canticchiavo ‘Faccetta Nera’, perché è una canzone che fa parte della mia famiglia e della mia storia. Ma poi chi se ne frega di queste polemiche sulla Molisana. Io ho altri problemi oggi”.

Donazzan poi cita suo zio Costantino: “Era un militare fascista. Era meraviglioso. Quando una volta gli chiesi perché si schierò da quella parte, lui mi rispose: ‘Bambina, si giura una volta sola’. E io lo amo. Punto”.
“Se lo zio Costantino avesse vinto – replica Parenzo – io non ci sarei. I miei sono dovuti scappare in Svizzera, grazie anche allo zio Costantino. Mio nonno nel ’42 è dovuto scappare, perché qui non gli facevano fare più l’avvocato. Comunque ringraziamo lo zio Costantino per il grande contributo dato all’Italia”.
Lei intanto giù le mani dallo zio Costantino“, risponde piccata l’assessore che, nel finale, definisce ‘errore storico’ le leggi razziali e sciorina “le cose buone” fatte dal duce.