Società

Così ho preso il bonus mobilità (dopo 24 ore di connessione e un fegato grosso così)

Vi dico subito che sì, ci sono riuscito. Ho preso (spero) il buono mobilità. Ci sono volute appena 24 ore di connessione pressoché continua, di un’attenzione maniacale davanti al pc (che ha messo a dura prova anche un matrimonio), di prove alle 4.35 del mattino, di livelli di cortisolo che neanche in Afghanistan, di un fegato grosso così per la frustrazione di vedersi continuamente sputato fuori dal meraviglioso “sistema Italia” realizzato online dal Ministero dell’Ambiente e dalla Sogei.

L’avventura inizia alle 9 del mattino, appena apre il “negozio” del Ministero. E già qui non capisco perché mettere nella stessa barca (stesso link) coloro che desiderano un buono per comprare entro un mese un mezzo elettrico e chi invece i soldi li ha già spesi. Ma vabbé, proviamo dai, non siamo subito negativi con questo povero governo di volenterosi.

Ore 9.00: Al primo click appare subito un cartello che mi dice che davanti a me ci sono oltre 110 mila altri utenti e che le operazioni di accesso inizieranno alle 9.30.
Ore 9.30: il cartello viene aggiornato. Le operazioni di accesso inizieranno alle 10.00.
Ore 10.00: il numero di utenti davanti a me non si muove. C’è una “pausa negli accessi”.
Ore 11.00: il numero inizia a decrescere, ma anche la torta del “montepremi” di 210 milioni.

Ore 12.38: mi si concede finalmente l’accesso precisando che ho 20 minuti per finire tutta la pratica. Il sospetto di trovarsi su Scherzi a parte è dato che da questo momento è assolutamente impossibile entrare con lo Spid gestito dalla catanese Sielte. La pagina di login non appare, al suo posto, costantemente, una pagina di errore. Naturalmente il servizio clienti della Sielte non risponde, bombardato come sarà da tutta Italia, impedendo anche di lasciare messaggi in segreteria (forse sapendo che sarebbero solo di insulti).

Ore 13.39: il sito mi sbatte fuori e mi fa ricominciare la sala d’attesa. Ora davanti ho più di 611 mila utenti. La torta del “montepremi” diventa sempre più piccola.
Ore 17.42: hanno inventato la “Ciemmona” digitale, penso. Oltre 500mila utenti ancora davanti a me.
Ore 20.31: persino il Tg1 si è accorto di qualcosa che non va con questo buono mobilità. Tuttavia viene definito come “qualche difficoltà nell’accesso”. No, amici, è proprio un disastro totale. L’ad di Sielte, Salvatore Turrisi, sente finalmente la necessità di rilasciare un comunicato su Facebook nel quale dichiara “tutti i miei collaboratori stanno lavorando senza soluzione di continuità”.

Ore 23.40: La soluzione di continuità deve essere dura a morire perché Sielte continua a rappresentarmi un fantomatico Error 0 ogni volta che finalmente ritorna il mio turno dopo centinaia di migliaia di altri in coda.
Ore 00.40: esausto, vado a dormire, mentre vedo preoccupato la “torta del montepremi” assottigliarsi sempre di più. Ormai ci sono rimasti 49 milioni.
Ore 04.35: l’insonnia da trauma psicologico mi spinge a riprovare (a quest’ora chi starà provando ad entrare?). In effetti il sito del Ministero mi dà accesso quasi immediato (ci sono sempre 400 disperati come me, prima), ma niente, la pagina di login della Sielte non ne vuole sapere. Torno a dormire. Con le gocce.

Ore 9.00 del giorno dopo: Finalmente qualcuno risponde al telefono della Sielte. E’ stremato e verifica insieme a me che non funziona una beata mazza. Per fortuna faccio in tempo a dirgli il mio nome perché subito dopo cade la linea e non c’è verso di riprenderla. Qualcosa però il tipo deve avere fatto perché alle
Ore 9.37: magicamente appare la pagina di login della Sielte e finalmente riesco a completare tutta l’operazione con qualche affanno. Mi si chiede la mail ma nessuna ricevuta viene inviata. Per sicurezza fotografo la schermata del rimborso.

Dopo 24 ore sono riuscito nell’impresa di farmi riconoscere il bonus mobilità come rimborso. I soldi nella torta non ci sono più e l’ineffabile Sergio Costa promette al Fatto Quotidiano che ci saranno soldi per tutti, di non preoccuparsi, salvo aggiungere sibillino: “li metteremo alla prossima manovra di bilancio”.

Cari amici che non siete stati fortunati come me, state tranquilli. Per concepire questo click day assolutamente non necessario ci hanno messo sei mesi. Per aumentare il malloppo dei rimborsi basterà attendere la fine della pandemia.
Morale: l’Italietta di Giolitti ci fa un baffo.