Politica

Lega, Borghi: “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro e quindi non sulla salute”

L'esponente del partito di Matteo Salvini interviene alla Camera per replica a Conte e dice: "Lei ha detto che il diritto alla salute è preliminare su tutti gli altri diritti costituzionali? Ma come si permette di fare una scaletta dei valori costituzionali? I diritti costituzionali sono tutti importanti alla stessa maniera e se per caso i numeri qualcosa contano il diritto alla salute è al numero 32, il diritto al lavoro è invece è al quarto"

Meglio vivere o lavorare? La seconda. Per la Lega l’economia viene prima della salute degli italiani. Un concetto che era forse già ipotizzabile dalle posizioni degli amministratori del Carroccio in Veneto, che si sono schierati a favore delle proteste e contro le misure anti contagio del governo. Adesso, però, la posizione del partito di Matteo Salvini viene esplicitata da un esponente del Carroccio in uno dei più alti di luoghi di confronto: il Parlamento. Claudio Borghi, deputato della Lega vicinissimo al segretario, ex presidente della commissione Bilancio, ha preso la parola per replicare a Giuseppe Conte, intervenuto a Montecitorio per comunicazioni urgente su nuove strette anti Covid. Misure che puntano a frenare la curva del contagio. “Siamo coscienti delle ripercussioni sull’attività economica, sulla produzione, ma non ci può essere dilemma tra la difesa della salute e la tutela dell’economia, più piegheremo i contagi più allenteremo le restrizioni”, ha detto tra le altre cose il premier.

Ed è quello il passaggio che colpisce maggiormente l’attenzione di Borghi. Il leghista parla poco più di cinque minuti, ma la parte fondamentale del suo intervento arriva subito. “Signor Presidente – dice Borghi a a Conte – lei ha detto che il diritto alla salute è preliminare su tutti gli altri diritti costituzionali? Ma come si permette di fare una scaletta dei valori costituzionali? I diritti costituzionali sono tutti importanti alla stessa maniera e se per caso i numeri qualcosa contano il diritto alla salute è al numero 32, il diritto al lavoro è invece è al quarto. E le ricordo l’articolo 1, perché evidentemente si è dimenticato pure quello, dice che l’Italia è una Repubblica democratica, quindi si decide tutti assieme non decide lei, fondata sul lavoro quindi non fondata sulla salute o i dpcm. Vedamo di riportare tutto all’ordine costituzionale perché la situazione è grave”.

Quindi in questa fase di emergenza mondiale, quando persino Paesi più ricchi ed organizzati del nostro – come Francia e Germania – sono dovuti tornare al lockdown, per la Lega non occorre varare alcuna stretta per combattere il contagio perché bisogna tutelare prima l’economia della salute degli italiani. È per questo motivo che – mentre Borghi parlava – Andrea Orlando ha twittato: “Invito i commentatori che si interrogano sul perché sino a qui non ci sia stata collaborazione tra maggioranza e opposizione ad acquisire l’intervento fatto alla Camera dall’on. Borghi a nome della Lega”. Il riferimento del vicesegretario del Pd è all’ultima apertura all’opposizione, fatta da Conte direttamente dai banchi di Montecitorio, dopo che sabato il centrodestra si era già detto indisponibile a sedere in una cabina di regia bipartisan per la gestione dell’emergenza.

Il senso del post di Orlando, dunque, è semplice: mentre è chiamato a varare norme anti Covid per salvare vite, come fa l’esecutivo a dialogare con una forza politica che preferisce privilegiare gli affari e l’economia rispetto alla salute? “Borghi – spiega sempre Orlando – ha spiegato che il diritto al lavoro viene prima di quello alla salute. Lo ricava dal fatto che il primo è sancito all’art 1, il secondo all’ art 32. Decenni di giurisprudenza e di dottrina resi superflui da questa acquisizione scientifica. Reso inutile l’affannarsi dei giudici costituzionali nel contemperare o trovare gerarchie tra i diversi principi costituzionali. Era così semplice, come hanno fatto a non pensarci prima”.

Senza scomodare la Costituzione e la giurisprudenza, da anni le agenzie governative per valutare l’impatto delle politiche pubbliche calcolano il cosiddetto “valore di una vita statistica”. E diversi studi condotti negli ultimi mesi mostrano che le vite salvate dal lockdown valgono più del pil perso. Un paper uscito negli Usa, per esempio, è arrivato alla conclusione che il distanziamento sociale ha avuto un beneficio netto di 5mila miliardi di dollari. Studi e analisi che evidentemente non sono arrivati in via Bellerio. In attesa di capire cosa dirà al Senato, infatti, Matteo Salvini si è schierato da giorni contro qualsiasi tipo di chiusura. Dopo varie giravolte, sabato – mentre il governo incontrava il Cts e le Regioni – il leader della Lega è tornato a protestare sui social contro ogni stretta anti -contagio. “Spesso la cura rischia di essere peggiore del male che si va a curare”, l’argomentazione di Salvini. Che non a caso è il leader del partito di Borghi.