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Covid, Sileri attacca il Cts su La7: “È al servizio della politica, non il contrario. C’è troppa burocrazia, rischiamo di rimanere indietro”

E’ polemica tra il Cts e il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, che ieri a “Dimartedì” (La7) ha duramente attaccato l’organo scientifico istituito presso la presidenza del Consiglio: “Secondo me, nel Cts c’è troppa burocrazia. Fino a oggi siamo stati perfetti, ma dobbiamo lavorare sulla riduzione delle quarantene e migliorare la diagnostica, rendendola più semplice, perché non si possono aspettare 8 ore per un tampone, come è successo a Milano. Questo è il compito di un Comitato tecnico scientifico a cui arrivano dalle richieste. I tamponi li compriamo noi sempre su indicazione del Cts”.

E rincara: “I test salivari sono importantissimi. Bisogna liberare le persone dalle quarantene. Noi rischiamo per ottobre-novembre di lasciare mezza Italia in quarantena per isolamento fiduciario. Se non facciamo tutto questo, anche sulla semplificazione della diagnostica, rischiamo di rimanere indietro, cioè perdiamo tutto quello che abbiamo guadagnato. Ho proposto, per esempio, già dai primi di luglio i test rapidi. Sto ancora aspettando una risposta dal Cts”.

Sileri ribadisce le sue critiche anche nel faccia a faccia con il professor Luca Richeldi del Cts: “Dopo un mese abbiamo bisogno di sapere se nelle scuole i test salivari saranno utilizzati in tutte le Regioni o solo in alcune, altrimenti rischiamo di avere troppe classe chiuse, troppi uffici chiusi, troppa gente che non va a lavoro. Le regole le facciamo noi. Il Cts è al servizio della politica, non è il contrario. Voi decidete una cosa e la politica la mutua”.