Economia

“Contante, il 2020 è l’anno di rottura col passato. L’uso della carta si è intensificato anche dopo il lockdown”: il rapporto degli operatori. Che ora aprono al patto col governo

Il dossier dell’Osservatorio carte di credito e digital payments curato da Assofin, Nomisma e Ipsos: nel 2019 il numero di pagamenti elettronici è cresciuto del 7%. Un processo che il lockdown ha accelerato: quasi 8 cittadini su 10 hanno fatto acquisti online e aumenta la frequenza con cui viene usato il Pos, specialmente contactless (sicuro dal punto di vista sanitario). In questo contesto si innestano le nuove misure previste dal piano cashless del governo: aperto il tavolo con gli 'acquirer', obiettivo ridurre le commissioni e azzerarle per gli acquisti fino a 5 euro

Cresce la frequenza con cui usiamo la carta per effettuare un pagamento, aumentano la familiarità con il contactless e con gli acquisti digitali: ecco perché il 2020 è “l’anno di concreta rottura con il passato”, con il contante. Gli ultimi dati sulla diffusione della moneta elettronica nel nostro Paese confermano un trend in costante crescita e che con il lockdown sembra aver subito un’ulteriore accelerazione. Lo rivela l’ultimo rapporto dell’Osservatorio carte di credito e digital payments curato da Assofin (l’associazione degli operatori bancari del credito al consumo), Nomisma e Ipsos. Durante l’isolamento per via del coronavirus, quasi 8 cittadini su 10 hanno fatto acquisti online. Magari per la prima volta. Un cambiamento imposto dalle misure di contenimento del Covid-19 che ora potrebbe permettere al nostro Paese di “recuperare parte del gap accumulato negli anni precedenti”. Le trasformazioni riguardano anche il post-lockdown: una carta di credito viene usata in media 2,9 volte al mese, contro le 2,2 del 2018. È aumentata inoltre la diffusione di quelle contactless, sicure dal punto di vista sanitario. Un processo che va a innestarsi in un trend già positivo: nel 2019 il numero di pagamenti effettuati con carta di credito o bancomat a livello nazionale è cresciuto del 7%, in ulteriore aumento rispetto al +6,8% messo a segno nel 2018.

E in questo scenario andranno a inserirsi le nuove misure sul cashless volute in prima persona dal premier Giuseppe Conte e inserite nel Dl Agosto. Dopo lo stop causato dalla pandemia, infatti, a partire da dicembre scatteranno i rimborsi del 10% per chi paga con bancomat e il super premio da 3mila euro per i cittadini più virtuosi. Il governo punta anche all’azzeramento delle commissioni per i pagamenti digitali fino a 5 euro e alla riduzione per quelli fino a 25. Sotto la regia di Pago Pa, la struttura che gestisce i pagamenti alla pubblica amministrazione, prosegue il tavolo con gli ‘acquirer‘, che gestiscono i sistemi di pagamento come Nexi e Sia, i circuiti Diners e American Express e le banche, che emettono carte di credito Visa e Mastercard. Secondo gli operatori l’obiettivo è “raggiungibile“. Diners Club Italia sta attivando “tutte le procedure e le azioni interne, le azioni e le procedure per essere pronta a dare il proprio contributo ed essere protagonista di questo cambiamento“, ha detto l’amministratore delegato Giglio Del Borgo. In vista del primo dicembre, American Express ha deciso di aumentare dall’1 al 4% il riaccredito (cashback) riconosciuto ai propri clienti sui primi 2mila euro di spesa.

Cosa sta cambiando dopo il lockdown – “Nel post lockdown emerge una decisa intensificazione nell’uso della carta di credito per i pagamenti: cresce la frequenza media di utilizzo a 2.9 volte al mese rispetto alle 2.6 del 2019 e alle 2.2 registrate nel 2018”. Lo si legge nella parte del rapporto relativa alle trasformazioni in corso nel 2020, un anno fortemente condizionato dalla pandemia. Secondo l’Osservatorio, sta aumentando la predisposizione al possesso e all’utilizzo della carta: un trend, si legge, favorito anche dalla diffusione delle carte contactless, che rendono molto più familiare, veloce e sicuro dal punto di vista sanitario l’utilizzo della carta per i pagamenti. La pandemia, evidenzia sempre il rapporto, ha portato molto italiani a testare e familiarizzare con gli acquisti digitali, utilizzati da quasi 8 cittadini su dieci. Rispetto al contesto internazionale, l’Italia in marzo risultava il Paese in cui il ricorso all’e-Commerce registrava la maggiore crescita nella popolazione, evidenziando un cambiamento repentino e significativo.

Il 2020 “anno di rottura”: i segnali – L’Osservatorio affronta anche il tema della riduzione dell’uso del contante: il trend vede – nelle intenzioni dichiarate dalla popolazione – i pagamenti cashless diventare sempre più consistenti in termini di quota percentuale. Per questo, secondo il rapporto, il 2020 è l’anno di concreta rottura con il passato. Sia dal punto di vista dell’offerta che del mercato potenziale. Il sondaggio condotto tra i principali operatori bancari e finanziari ha fatto emergere innanzitutto un’indubbia accelerazione dell’e-Commerce. Nei primi mesi del 2020, inoltre, emerge anche un maggiore utilizzo degli strumenti di pagamento digitali per gli acquisti offline. Anche il bacino potenziale delle carte di credito risulta in lieve crescita rispetto allo scorso anno: l’Osservatorio registra un aumento di coloro che vengono definiti “pronti” per l’utilizzo delle carte di credito. In crescita anche il driver legato all’accettabilità della carta da parte dei negozianti, segnale che incoraggia a rendere sempre più fluidi e diffusi i pagamenti con carta, anche di piccolo importo.

I dati del 2019: continua la crescita del cashless – Il 2019 ha intanto confermato la progressiva crescita dell’utilizzo degli strumenti di pagamento cashless in Italia, dando continuità al trend evidenziato negli scorsi anni. Infatti, il numero dei pagamenti effettuati con strumenti diversi dal contante a livello nazionale è cresciuto del 7%. In particolare, cresce del 3,6% il numero di carte di pagamento in circolazione, per un valore del transato che cresce dell’11,3%. Nel 2019 il numero di carte di credito attive in circolazione in Italia è pari a 15.4 milioni di unità contro i 57.2 milioni di carte di debito (bancomat). Le transazioni effettuate con carte di credito arrivano a superare 1,2 milioni di unità nel 2019, portando i volumi al livello più alto della serie storica osservata, superando gli 87 miliardi. Diminuisce leggermente il valore medio delle transazioni effettuate con carta di credito: da 76 euro a 72 euro, a conferma di un utilizzo più diffuso anche per acquisti di medio-basso valore. Allo stesso modo nel 2019 è aumentato l’uso di bancomat su Pos: gli importi complessivi superano i 130 miliardi di euro con un incremento del 6,7% rispetto al 2018. Il 2019 ha confermato infine l’ampio utilizzo delle carte prepagate, riprendendo il trend di crescita (+5%) che si era interrotto nel 2018.

Le misure del governo – In questo contesto non è ancora previsto quale effetto potrà avere il piano del governo – partirà a dicembre come previsto dal decreto Agosto– che ha come obiettivo proprio incentivare i pagamenti elettronici. Il progetto sarà promosso grazie ai 3 miliardi di euro l’anno stanziati dall’esecutivo. Il modello è quello della transizione “dolce, fair, gentile“ verso il denaro elettronico, come voluto dal premier Conte. Quindi puntando non sulle imposizioni ma sui benefici. Il piano cashless ne prevede (per ora) tre. Innazitutto, il 10% di “cashback”, poi il superpremio da 3mila euro e infine la Lotteria degli scontrini. Inoltre, cruciale sarà il confronto tra Conte e i cosiddetti acquirer (ovvero banche e istituti che si occupano di pagamenti elettronici): il premier punta a incassare la disponibilità a portare a zero le commissioni per spese almeno fino a 5 euro. E sono arrivate significative aperture da parte degli operatori. “Siamo entusiasti nel sapere che il cashback sarà protagonista del programma Cashless del governo. Diventa ancora più centrale per sostenere i consumi degli italiani e per promuovere l’utilizzo dei pagamenti elettronici“, ha detto l’amministratore delegato di American Espress, Melissa Ferretti. Per il direttore Acquiring di Diners Club, Andrea Conti, si tratta di un “investimento sul futuro“, in quanto “sono le micro-transazioni che cambiano il comportamento dei consumatori”. L’azzeramento delle commissioni, poi, sarebbe compensato dal conseguente aumento delle transazioni. Gli analisti di Equita stimano un aumento di 17,5 miliardi di euro dei volumi grazie al cashback, che neutralizzerebbe il taglio delle commissioni con un fatturato che per Nexi “sarà comunque positivo nel 2021″.