Lobby

Il caso dell’aumento di stipendio a Tridico, come stanno davvero le cose. Tutti gli atti: dal decreto 2019 alla (non) retroattività

Ecco, a partire dal marzo 2019, tutte le decisioni e gli atti ufficiali con cui è stata fissata la cifra di 150mila euro. Che è inferiore di 90mila in meno rispetto al tetto fissato per i compensi dei dirigenti pubblici

L’aumento dello stipendio di Pasquale Tridico a 150mila euro fa discutere da tre giorni. Tra chiarimenti su chi abbia deciso la cifra, polemiche sulla presunta retroattività (smentita dall’Inps), fake news sul fatto che il raddoppio sia stato finanziato tagliando il servizio “buste arancioni” con le informazioni sulla futura pensione, nuove richieste di dimissioni dell’economista “padre” del reddito di cittadinanza. Che era già finito nel mirino per il down del sito Inps nel giorno delle prime domande per i bonus 600 euro, per i ritardi nell’erogazione della cassa integrazione per Covid e per il caso delle indennità per le partite Iva chieste da cinque deputati. Ecco, a partire dal marzo 2019 ,tutte le decisioni e gli atti ufficiali con cui è stata fissata la cifra. Che, va ricordato, è inferiore di 90mila in meno rispetto al tetto fissato per i compensi dei dirigenti pubblici. Il software utilizzato dalla pubblica amministrazione per stabilire i compensi dei cda degli enti pubblici aveva indicato che a Tridico – considerato il bilancio dell’istituto e il numero di dipendenti – sarebbe spettato il massimo, 240mila euro.

Marzo 2019: il “decretone” dispone il ritorno al cda – Il “decretone” che istituisce reddito di cittadinanza e quota 100 dispone anche una riforma della governance dell’Inps (e anche dell’Inail): si torna al consiglio di amministrazione, eliminato nel 2010 dal governo Berlusconi che aveva concentrato quasi tutti i poteri nelle mani del presidente. Nel periodo di transizione è previsto che la guida passi a “soggetti cui sono attribuiti i poteri del Presidente, del vice presidente e del consiglio di amministrazione”. Una volta insediato il cda, “gli emolumenti rispettivamente del Presidente e dei componenti del cda sono definiti senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, con decreto del Ministro del lavoro concerto con il Ministro dell’economia“. Per evitare impatti sui conti pubblici, a Inps e Inail vengono chiesti “ulteriori interventi di riduzione strutturale delle proprie spese”.

Il decreto interministeriale di marzo 2019

Maggio 2019: il decreto di nomina di Tridico – Il 14 marzo a Tridico, con decreto interministeriale firmato da Luigi Di Maio e Giovanni Tria, vengono attribuiti “i poteri del presidente e del consiglio di amministrazione”. Su richiesta della Lega, al governo con il Movimento 5 Stelle, gli viene affiancato come subcommissario Adriano Morrone. Lo stipendio del predecessore di Tridico Tito Boeri, pari a 103mila euro lordi l’anno (cui si aggiungevano rimborsi spese per circa 45mila euro), viene diviso tra i due: 62mila a Tridico, 41mila a Morrone. Il 22 maggio arriva il decreto del presidente della Repubblica che nomina l’economista presidente dell’istituto.

Giugno 2019: il capo di gabinetto di Di Maio propone i 150mila euro – Al ministero del Lavoro c’è Luigi Di Maio. Il suo capo di gabinetto, Vito Cozzoli, nella Nota 19859 del 12 giugno propone – “alla luce delle osservazioni fornite dal Mef nonché delle valutazioni tecniche espresse da codesta Direzione generale – di fissare l’emolumento dei presidenti di Inps, Tridico, e Inail, Franco Bettoni, a 150mila euro. Per il vice propone 100mila euro, per i componenti del cda 23mila. In agosto cade il governo Conte 1 e l’iter per la nomina del cda si ferma.

Nota di Vito Cozzoli, giugno 2019

Novembre 2019: i tagli di spesa per coprire gli emolumenti del cda – Il direttore generale Inps il 27 novembre individua le voci da tagliare per assicurare un risparmio più che sufficiente per far fronte alle maggiori uscite legate agli emolumenti del cda: 261mila euro alla voce Manutenzione e noleggio impianti, macchine e apparecchiature sanitarie e altrettanto al capitolo Spese postali, telegrafiche e telefoniche degli uffici. Per 522mila euro totali.

7 aprile 2020: il capo di gabinetto della Catalfo conferma i 150mila euro Valeria Capone, capo di gabinetto della nuova ministra Nunzia Catalfo, comunica all’istituto le cifre definitive che sono state decise: 150mila euro per il presidente, 40mila per il vice (estensibili a 100mila a seconda delle deleghe), 23mila ai consiglieri.

Nota di Valeria Capone, aprile 2020

15 aprile 2020: si insedia il cda Inps. E il 22 adotta la delibera – Il 15 aprile si insedia formalmente il nuovo cda. Nel dicembre precedente era stata nominata vice di Tridico la ex deputata Pd Luisa Gnecchi, che all’Inps lavorerà gratis perché è pensionata. I consiglieri sono Roberto Lancellotti, Rosario De Luca (anche lui a titolo gratuito) e Patrizia Tullini. Il 22 aprile il cda, come richiesto dal ministero, adotta la delibera sui compensi.

La delibera del 22 aprile

Agosto 2020: il decreto interministeriale ufficializza il compenso – Durante il lockdown null’altro si muove. Poi, il 7 agosto, i ministri del Lavoro e dell’Economia firmano il decreto che conferma i compensi proposti.

Il decreto del 7 agosto

Scoppia il caso dei 600 euro ai deputati – Il 9 agosto Repubblica rivela il caso dei cinque deputati e 2mila amministratori locali che hanno chiesto il bonus di 600 euro pensato per le partite Iva in difficoltà causa Covid. Nei giorni successivi emergono i nomi dei tre deputati che hanno ottenuto il beneficio. Non è Tridico a farli: invoca le regole sulla privacy e, anche durante l’audizione davanti alla commissione Lavoro della Camera, spiega di dover attendere le decisioni del Garante. Che nel frattempo ha avviato un’istruttoria sul trattamento dei loro dati.

Gli attacchi al reddito – A fine agosto il nuovo presidente di Confindustria Carlo Bonomi attacca a testa bassa il reddito di cittadinanza: basta con i “sussidi a pioggia”, la attuale configurazione del sussidio va “smontata”, scrive ai presidenti delle associazioni del sistema di viale dell’Astronomia. In settembre monta la polemica per i nuovi casi di reddito concesso a chi con tutta evidenza non ne aveva diritto. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte annuncia che per il 2021 sarà pronta la piattaforma per l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro.

26 settembre: per Repubblica “Tridico si alza la paga con effetto retroattivo” Repubblica solleva il caso dell’aumento di stipendio titolando: “Tridico si alza la paga con effetto retroattivo”. L’articolo dice che “è stato lo stesso Cda, riunitosi nel bel mezzo del lockdown, ad auto-assegnarsi il quantum, poi suggerito alla Catalfo”. E sostiene che il presidente Inps riceverà 100mila euro di arretrati perché nel decreto interministeriale c’è scritto che il nuovo compenso spetta “dalla data di nomina”. Tridico al fatto.it smentisce la retroattività. L’Inps in un comunicato informa che “nel rispetto della normativa vigente in materia, la decorrenza dei compensi è fissata a partire dall’effettivo esercizio della funzione, ossia dal 15 aprile 2020, data di insediamento del Consiglio di Amministrazione”.