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Coronavirus, Svezia: “Oggi siamo uno dei Paesi con meno casi in Europa”. Ma ha il record di morti in Scandinavia

L'epidemiologo di Stato Anders Tegnell, ideatore della linea anti-lockdown, segnala che la curva dei contagi è migliore rispetto a Danimarca e Norvegia. Ma rispetto a loro Stoccolma fa meno tamponi e ha registrato molti più decessi. Senza peraltro raggiungere l'obiettivo dell'immunità di gregge

“La Svezia è passata dall’essere uno dei paesi con il maggior numero di infezioni in Europa, a uno di quelli con il minore numero di casi, mentre molti altri paesi hanno visto un aumento piuttosto drammatico”. L’epidemiologo di Stato Anders Tegnell, teorico della linea morbida per contenere l’epidemia, spiega che per la prima volta da marzo la Svezia ha un tasso di casi di coronavirus inferiore a quelli dei suoi vicini Danimarca e Norvegia. Secondo i numeri presentati al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), la Svezia ha infatti registrato una media di 12 nuovi casi per milione di persone nell’ultima settimana, rispetto ai 18 della Danimarca e ai 14 della Norvegia. Il numero di morti è al momento in media di due a tre al giorno, in calo rispetto al picco di oltre cento al giorno registrato a metà aprile.

Decessi record e meno tamponi dei “vicini” – Ma al di là della contingenza che rivela un minore numero di nuovi infetti rispetto ai vicini scandinavi, il quotidiano britannico The Telegraph ricorda che la Svezia ha segnato il record per le vittime da Covid-19 con 5.832 decessi (su una popolazione di 10 milioni di abitanti), “oltre sei volte in più rispetto a quelli di Danimarca (627 morti, con una popolazione di 5,8 milioni di abitanti) e Norvegia (264, con una popolazione di 5,4 milioni di abitanti) messi insieme”. Da considerare inoltre che Stoccolma sta eseguendo meno tamponi (1,2 ogni mille persone) di quanto stiano invece facendo Copenhagen (5,9) e Oslo (2,2). Un livello di test più basso che contribuirebbe a fare scendere la curva dei casi nel Paese che ha sempre puntato sul raggiungimento dell’immunità di gregge.

Le previsioni del governo svedese però, secondo quanto si legge in un editoriale sul Journal of the Royal Society of Medicine, erano che a maggio fosse stato infettato il 40% della popolazione, mentre gli studi sierologici parlano di una percentuale che si ferma intorno al 15%. Quindi l’immunità di gregge non è stata affatto raggiunta. “Ciò che vediamo ora è che questa politica sostenibile potrebbe essere più lenta nell’ottenere risultati, ma alla fine li ottiene“, ha dichiarato Tegnell. Resta da vedere come andranno i prossimi mesi, mentre buona parte dei Paesi Ue sta già facendo fronte a un sensibile aumento dei casi.

La strategia – A differenza di altri, la Svezia non ha mai istituito un lockdownmisura contestata dall’ex epidemiologa di Stato Annika Linde – mantenendo aperti gli asili, la maggior parte delle scuole, bar, ristoranti, negozi e uffici. Attirandosi curiosità ma anche critiche da tutto il mondo. L’Agenzia per la sanità pubblica svedese ha ritenuto che fosse meglio fare affidamento su misure volontarie di distanziamento sociale e di autoisolamento. Migliaia di vittime sono state registrate nelle case di riposo – dove gli operatori hanno denunciato la mancanza di guanti e mascherine – e anche la comunità scientifica ha bocciato l’assenza di rigide misure di contenimento dell’epidemia.