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Dopo la sentenza europea Mediaset punta a entrare nella rete unica in fibra: “Valutiamo con interesse opportunità nelle tlc”

La società controllata dalla holding Fininvest della famiglia Berlusconi nel primo comunicato dopo il pronunciamento non si commenta la possibilità per Vivendi di far valere la sua intera quota in assemblea. Ma si concentra sul fatto che se non varranno più i limiti del Sic potrebbe acquisire una partecipazione in Tim

La sentenza della Corte di giustizia europea che potrebbe invalidare alcune votazioni delle passate assemblee di Mediaset non sembra impensierire il Biscione. La cui prima reazione non riguarda la possibilità per Vivendi di far valere la sua intera quota che sfiora il 29%. Ma si concentra su tutt’altro aspetto: il pronunciamento dei giudici europei contro la legge Gasparri consente alla società controllata dalla holding Fininvest della famiglia Berlusconi di entrare in forze nel business delle tlc. Mediaset “valuterà con il massimo interesse ogni nuova opportunità in materia già a partire dai recenti sviluppi di sistema sulla Rete unica nazionale in fibra“.

Tradotto: i Berlusconi sono interessati a entrare in Tim, protagonista della partita che dovrebbe portare alla rete unica con una partecipazione importante di Cassa depositi e prestiti, controllata dal ministero dell’Economia. Una mossa con risvolti politici delicatissimi: nelle scorse settimane non sono mancati rumor stando ai quali un eventuale via libera all’ingresso nel capitale dell’ex monopolista delle tlc sarebbe il presupposto perché Forza Italia dia il proprio appoggio alla maggioranza che sostiene il governo Conte.

“Se, al contrario di quanto prevede oggi la legge italiana, si aprissero possibilità di convergenza tra i leader delle Tlc e dell’editoria televisiva”, si legge nella nota, “Mediaset che in tutti questi anni è stata vincolata e penalizzata dal divieto valuterà con il massimo interesse ogni nuova opportunità in materia di business Tlc”. A proposito dell’odierna sentenza della Corte di Giustizia europea, Mediaset aggiunge che “si tratta di rilievi che dovranno essere esaminati nelle successive fasi di giudizio davanti al Giudice nazionale competente e su cui si confida che l’Autorità garante per le Comunicazioni possa fornire ogni opportuno chiarimento. In più, l’Autorità dovrà valutare i rischi per il pluralismo, valore fondamentale per lo stesso diritto dell’Unione Europea, derivanti dalla possibilità illimitata per le imprese dominanti nelle Telecomunicazioni di rafforzare la propria posizione nel settore media”, conclude il comunicato del Biscione. Il consiglio dell’Agcom, appena rinnovato, sono entrati – accanto al deputato Pd Antonello Giacomelli e alla sociologa Elisa Giomi in quota M5s Enrico Mandelli, apprezzato dalla Lega e gradito a Berlusconi, e in quota Forza Italia Laura Aria, dirigente del ministero dello Sviluppo economico specializzata nel settore televisivo.