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Cincinnati, protocollo a 3 livelli: così il tennis riparte dagli Usa. Timori per il contagio: Nadal non è l’unico assente. Gli italiani in campo

Dopo mesi di cancellazioni e polemiche il primo torneo dell'anno è al via: si gioca già sui campi newyorkesi di Flushing Meadows dove il 31 agosto cominceranno gli Us Open. Il paradosso di ripartire da uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia: mancheranno Wawrinka, Kyrgios e i francesi Monfils, Tsonga e Pouille. Tra gli azzurri invece manca solo Fognini (reduce da un'operazione)

Dopo mesi di cancellazioni (tra le quali quella di Wimbledon) e di polemiche – seguite alle positività legate all’Adria Tour organizzato a Novak Djokovic – riparte anche il tennis. Lo fa, paradossalmente, da uno dei paesi più colpiti dall’emergenza coronavirus, gli Stati Uniti, dove quotidianamente si registrano decide di migliaia di casi. Il torneo è quello di Cincinnati, spostato sui campi newyorkesi di Flushing Meadows per limitare al massimo i movimenti dei giocatori e preservare così la disputa dello Us Open, che inizierà il prossimo 31 agosto. Non tutti però saranno presenti al doppio appuntamento. Le assenza sono cospicue e di peso, sia nel tabellone maschile che femminile. Alla base delle preoccupazioni ci sono le condizioni di sicurezza in cui si terranno i due tornei e la probabile quarantena che aspetterebbe i giocatori una volta tornati dagli Stati Uniti.

In campo maschile ha fatto rumore la decisione di Nadal (campione uscente agli Us Open). A New York lui non ci sarà. Così come mancheranno Wawrinka, Kyrgios e i francesi Monfils, Tsonga e Pouille. L’assenza di Federer è invece legata ai problemi al ginocchio destro, che lo hanno costretto a un doppio intervento chirurgico. Presente invece Novak Djokovic. Insieme al serbo ci sono anche Thiem, Tsitsipas, Medvedev, Zverev. Sarà in America anche Dimitrov, colui che aveva denunciato per primo la propria positività dopo l’Adria Tour. Nel tabellone femminile le assenze riguardano ben sei top 10: la n. 1 Barty, Halep, Svitolina, Bertens, Bencic e Andreescu. Confermate solo Pliskova, Kenin, Serena Williams e Osaka.

Per quanto riguarda i tennisti italiani non ci sarà Fabio Fognini, reduce dalle operazioni alle caviglie. Al via invece Seppi, Sinner e Berrettini, che agli Us Open difende la semifinale di un anno fa. Il 24enne romano (numero 8 al mondo) si è messo in mostra in questi mesi vincendo il torneo d’esibizione Ultimate Tennis Showdown battendo Tsitsipas e arrivando in semifinale al “Thiem 7”, l’altro torneo amichevole organizzato dall’austriaco Thiem a Kitzbuehel.

Il protocollo
L’obiettivo dell’USTA (la Federazione americana) è semplice: inglobare i tennisti in una sorta di “bolla”. I protocolli sanitari sono stati approvati dal Center for Disease Control degli Stati Uniti, il Dipartimento della Sanità dello Stato di New York e il Dipartimento di Sanità e Igiene Mentale della città di New York. La prima regola è quella più scontata: porte chiuse. A New York non ci saranno spettatori. L’altra grande novità è l’assenza dei turni di qualificazione per gli Us Open. Si partirà subito dal tabellone principale. In caso di positività scatta immediatamente la quarantena del contagiato. Per tutti ci saranno controlli almeno un paio di volte a settimana. Non è da escludere però che il numero possa aumentare. Le mascherine saranno obbligatorie in ogni momento, tranne che per le partite e gli allenamenti.

“La pietra d’angolo di questo programma – ha spiegato il dottor Camins durante una conferenza stampa indetta per spiegare il protocollo – è il sistema a livelli disegnato per dividere i gruppi di individui in maniera tale da ridurre al massimo le possibilità di contagio”. Tutti gli accreditati infatti sono stati divisi in tre livelli. Nel primo livello ci sono tutti i giocatori, gli ospiti, la direzione del torneo, gli arbitri e i membri del team medico. Nel secondo livello ci sono le persone che trasmettono il torneo in televisione e la stampa. Infine al terzo livello ci sono tutti i membri dello staff del torneo, la sicurezza, il parcheggio, gli addetti alla ristorazione.

In tutto saranno presenti circa 350 giocatori, più gli accompagnatori (massimo tre per atleta). Questi passeranno i giorni, fino alla loro eliminazione dallo US Open, nella bolla costituita dal Billie Jean King National Tennis Center, l’albergo ufficiale del Marriott Long Island o quello secondario del Garden City. I pochi tennisti che hanno optato per la casa privata saranno sorvegliata dalla sicurezza della USTA e costituiranno una propria bolla. Il Marriott Long Island è di fronte la Nassau Coliseum Arena. La USTA lo ha trasformato: “Ci sono palestre, una stanza per il recupero fisico, una stanza videogames, un simulatore di golf e simulatori di altri sport”, ha dichiarato Stacey Allaster, direttrice degli Us Open.

Twitter: @giacomocorsetti