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Recovery Fund, Conte accelera: martedì prima riunione del Comitato che scriverà il piano. In Parlamento due commissioni di indirizzo

Il Comitato interministeriale affari europei è la sede scelta del premier per la gestione dei fondi ottenuti a Bruxelles. Saranno coinvolti i ministri ma anche gli enti locali, affiancati da una task force di tecnici. Sul Mes la linea resta la stessa: al momento non è necessario. Il ruolo delle Camere: la soluzione più probabile prevede due monocamerali, con una presidenza affidata all'opposizione. Per Repubblica in pole c'è Brunetta di Forza Italia

Tutti gli occhi sono puntati sull’Italia. Per questo, nella settimana successiva al sì sul Recovery Fund, il premier Giuseppe Conte vuole accelerare sul piano di riforme da presentare all’Ue per ottenere gli oltre 200 miliardi di euro di prestiti e finanziamenti a fondo perduto. Un piano che sarà scritto dal governo: già martedì si terrà la prima riunione del Ciae, il Comitato interministeriale affari europei. Sono invitati anche tutti i ministri, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, il sottosegretario agli Affari Ue Laura Agea e i rappresentanti degli enti locali: Antonio Decaro per l’Anci, Michele De Pascale per l’Upi, Marco Bussone per l’Uncem e Stefano Bonaccini per la conferenza delle Regioni.

Il Ciae è la sede scelta dal premier per la gestione dei fondi ottenuti a Bruxelles, affiancata poi da un comitato tecnico che potrebbe essere a sua volta allargato anche a Comuni e Regioni. Una task force fortemente contro cui le opposizioni minacciano barricate in Parlamento. Conte però vuole coinvolgere anche le Camere: la soluzione più rapida individuata dal governo è il varo di due commissioni monocamerali, con un ruolo di indirizzo. È la strada per coinvolgere i parlamentari e anche l’opposizione. Per questo, secondo Repubblica, un candidato a ottenere una delle due presidenze è Renato Brunetta di Forza Italia.

L’Italia è investita di una “grande responsabilità”, sottolinea Fabio Panetta, membro del board della Bce. “Una sfida cruciale – aggiunge – è quella del Mezzogiorno. Fatico a immaginare uno sviluppo equilibrato in un’economia in cui un terzo dei cittadini ha un reddito pro-capite pari alla metà di quello del resto del Paese e intere regioni sono afflitte da disoccupazione diffusa e carenze infrastrutturali”. Panetta, intervistato da Repubblica, spiega che la possibilità di introdurre al Sud una fiscalità di vantaggio è “un progetto ambizioso” e “può essere di importanza fondamentale per rilanciare l’economia meridionale”.

Il primo obiettivo del premier è quello di accelerare per non arrivare a ridosso della scadenza di fine settembre senza un piano pronto da presentare a Bruxelles. In una settimana già fitta di impegni e tensioni, dalla proroga dello stato d’emergenza al nuovo scostamento di bilancio, Conte vuole comunque dare il via ai lavori.

La soluzione più probabile appare quella di istituire due commissioni monocamerali speciali: una strada più veloce rispetto alla bicamerale, per cui servirebbe una legge ad hoc. Forza Italia vuole la presidenza che dovrebbe spettare all’opposizione, ma a premere ci sono anche i renziani di Italia Viva. Intanto una riunione di maggioranza sul rinnovo delle presidenze di Commissione, oggi pomeriggio, si è conclusa con una fumata nera. Da qui la decisione di aggiornala riunione a domani mattina alle 11.

Sullo sfondo, sempre in tema di fondi europei, resta la partita del Mes. Il premier Conte ha ribadito ancora una volta la sua linea: quei 37 miliardi di euro per le spese sanitarie al momento non sono necessari. Mentre il M5s, con Stefano Buffagni, torna ribadire che la priorità è “decidere dove destinare i 25 miliardi di scostamento” e “programmare i 200 miliardi del Recovery Fund”. Negli inviti a utilizzare il Mes, dice il viceministro allo Sviluppo economico in un’intervista a La Stampa, “mi sembra di vedere la strega di Biancaneve con la mela: sembra così accattivante che ti chiedi come sia possibile”. Buffagni ribadisce che “il governo farà tutto il possibile e anche di più per tutelare la salute e il benessere dei cittadini, ma il dibattito sul Mes oggi è sterile“.