Politica

Prescrizione, Patuanelli: “Mozione sfiducia Renzi a Bonafede? Sarebbe fine governo”. E su reddito cittadinanza: “Impensabile tornare indietro”

Non ho visto Renzi in tv perché ero a Bruxelles. La mozione di sfiducia proposta da Renzi al nostro capo delegazione e ministro della Giustizia significa mettere fine al governo“. Così Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico, commenta a “24 Mattino” (Radio24) l’annuncio di Italia Viva sulla sfiducia ad Alfondo Bonafede.

E aggiunge: “Credo che le fibrillazioni, che peraltro sono uno standard di qualsiasi governo degli ultimi 30 anni, debbano essere monitorate e in qualche modo ricondotte a un normale dialogo tra forze politiche che governano insieme, pur avendo grandi differenze, ma senza perdere di vista l’obiettivo finale, cioè governare per il bene dei cittadini e per risolvere i loro problemi. Se il dibattito politico deve ridursi ogni giorno esclusivamente alle polemiche, non ha nessun senso che ci sia un governo. Per questo motivo, mi auguro che ci sia maggiore responsabilità da parte di tutti”.

Il parlamentare M5s puntualizza: “Vorrei anche capire le motivazioni di questa mozione di sfiducia. Esiste già la legge sulla prescrizione ed esiste la disponibilità del ministro Bonafede di modificarla, trovando un punto di equilibrio tra le forze di maggioranza. Questo punto di equilibrio è stato trovato da tre forze politiche della maggioranza su quattro. La quarta forza, invece, si oppone. Ora, la disponibilità del ministro della Giustizia a modificare un proprio provvedimento non può essere oggetto di una mozione di sfiducia. Altrimenti, benissimo, il ministro Bonafede e il M5s ritireranno la loro disponibilità a modificare la legge sulla prescrizione, così resta la legge di Stato che c’è. E’ veramente assurdo: la disponibilità di un ministro a modificare una sua legge viene messa sullo stesso piano di una mozione di sfiducia. E’ oggettivamente incomprensibile”.

Patuanelli, infine, si pronuncia sul reddito di cittadinanza: “Non è in discussione, non ci sarà mai la disponibilità del M5s a discutere la misura cardine della nostra attività politica. Come ha sottolineato Conte, la misura va valutata nell’evoluzione del tempo: se ci sarà necessità di inserire qualche elemento nuovo, lo faremo, ma è impensabile tornare indietro su una misura sacrosanta“.