Cronaca

Aborto, l’obiezione di coscienza è un’invasione di campo (e una violazione della legge)

Nella Carta delle finalità della Scuola di specializzazione in Ostetricia e Ginecologia del Campus biomedico di Roma (Opus Dei) si definisce “crimine” l’interruzione volontaria della gravidanza e si impone a studenti e frequentatori l’obiezione di coscienza, in aperto contrasto con la legge 194 del 1975 che rese possibile l’aborto in Italia: una legge approvata dal Parlamento e “convalidata” nel maggio del 1978 – in occasione del referendum abrogativo promosso dal mondo clericale – dal 68% dei votanti.

Da allora la legge 194 – considerata una delle migliori leggi europee sulla interruzione di gravidanza – è stata sempre applicata, ma ha dovuto sopportare le gravi difficoltà create dal fatto che essa prevede la possibilità della obiezione di coscienza: una possibilità di cui si è avvalsa e si avvale una percentuale altissima di ginecologi, che in alcune regioni del Sud supera l’80%. Una scelta dettata talvolta da sincere convinzioni religiose, ma più spesso da considerazioni di opportunità e di carriera. Inoltre, solo il 60% degli ospedali con reparti di ostetricia ha un servizio di Ivg (Interruzione Volontaria di Gravidanza).

L’Associazione medici italiani contraccezione e aborto (Amica) ha chiesto formalmente ai ministri della Salute e della Università e della Ricerca di revocare l’accreditamento al Campus Biomedico. La richiesta di Amica è stata fatta propria dalla Associazione Luca Coscioni, dalla Uaar e da molte altre associazioni e personalità del mondo scientifico e della società civile. L’annuncio è stato dato nel corso di una conferenza stampa alla Camera da Mirella Parachini (Associazione Coscioni), Anna Pompili (Amica) e Adele Orioli (Uaar). La deputata Pd Lia Quartapelle ha annunciato di aver presentato una interrogazione ai ministri competenti. Mirella Parachini ha sottolineato che l’appello di Amica e delle altre associazioni vale per tutte le Università di medicina del Paese.

Leggendo la Carta delle finalità del Campus si trovano alcune autentiche “perle” di clericalismo. Ne segnalo due:

Articolo 7 – L’Università intende operare in piena fedeltà al Magistero della Chiesa Cattolica, che è garante del valido fondamento del sapere umano, poiché l’autentico progresso scientifico non può mai entrare in opposizione con la fede, giacché la ragione (che ha la capacità di riconoscere la verità) e la fede hanno origine nello stesso Dio, fonte di ogni verità.

Articolo 11 – Il personale docente e non docente riconoscono che la procreazione umana dipende da leggi iscritte dal Creatore nell’essere stesso dell’uomo e della donna […] Tutti considerano pertanto inaccettabili interventi quali la sterilizzazione diretta e la fecondazione artificiale.

L’iniziativa delle tre associazioni appare tanto più opportuna quanto più si moltiplicano le “invasioni di campo” del Vaticano e in genere dei clericali nella vita politica italiana. La più recente è quella del Presidente della Cei, cardinal Bassetti, che di recente aveva definito la vita, in qualunque condizione, “un dovere”. Inaugurando l’anno accademico 2019-2020 della Università Cattolica di Roma, Bassetti ha rivolto un invito molto deciso ai futuri medici: “Evitare l’affermarsi di una visione radicalmente individualista ed eugenetica della vita, soprattutto nella fase iniziale e in quella terminale, e oggi anche di fronte a condizioni di vita non ritenute degne o sostenibili”. L’alleanza fra medico e paziente – ha affermato Bassetti – è necessaria per evitare di scivolare verso questa visione, o peggio ancora in quella che il Papa ha definito “la cultura dello scarto” (con una espressione che richiama i medici nazisti). L’obiezione di coscienza – ha concluso – “è per voi la scelta necessaria per rimanere coerenti a questo ‘sì’ alla vita e alla persona”.

L’articolo 7 della nostra Costituzione recepì malauguratamente in Costituzione il Concordato clerico-fascista del 1929, ma affermò anche un principio e una regola importanti: “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani”. In parole povere, lo Stato non si intromette nelle regole della Chiesa e la Chiesa non interferisce nelle leggi dello Stato.

Un principio della Costituzione perennemente violato dal Vaticano, che ha combattuto in campo aperto contro gran parte delle leggi italiane volte ad affermare nuovi diritti civili, per lo più riconosciuti da tempo nei paesi europei comparabili con l’Italia: i referendum sul divorzio e sull’aborto – e più di recente quello sulla procreazione medicalmente assistita – hanno visto la Chiesa schierata come un partito politico.

Evidentemente, Bassetti intende seguire la linea “interventista” dei suoi predecessori fra i quali si distinse Camillo Ruini. Di lui ricordo solo un episodio che non so definire se non inumano: il divieto di concedere i funerali religiosi a Piergiorgio Welby, malgrado il desiderio dei suoi familiari, tutti credenti; un divieto, per di più, espresso con durezza negli stessi giorni in cui a Santiago del Cile si celebravano solenni funerali religiosi per Augusto Pinochet, uno dei peggiori boia del ventesimo secolo.

Particolarmente pesante suona la richiesta di prevedere, nella legge che dovesse legalizzare l’eutanasia, la possibilità di ricorrere alla obiezione di coscienza, che fu prevista nella legge 194 sull’aborto con i risultati pazzeschi che conosciamo. E’ facile immaginare che il ricorso alla obiezione sarebbe ancora più comune nel caso della eutanasia, fino a rendere la futura legge attuabile solo con estrema difficoltà.