Cronaca

Il Papa è uno solo e il suo nome è Bergoglio. Nemmeno Ratzinger lo mette in dubbio

Benedetto XVI contro Francesco? Celibato sacerdotale o preti sposati? Per cercare di fare un po’ di chiarezza nel dibattito che sta infuocando le stanze vaticane bisogna tornare indietro di 10 anni. Nel 2009 Ratzinger emana la costituzione apostolica Anglicanorum coetibus per favorire gli anglicani che chiedono di essere ammessi nella Chiesa cattolica. In essa, tra l’altro, si legge: “L’ordinario, in piena osservanza della disciplina sul celibato clericale nella Chiesa latina, pro regula ammetterà all’ordine del presbiterato solo uomini celibi. Potrà rivolgere petizione al Romano Pontefice, in deroga al canone 277, di ammettere caso per caso all’ordine sacro del presbiterato anche uomini coniugati, secondo i criteri oggettivi approvati dalla Santa Sede”.

Una possibilità, quella prevista da Benedetto XVI per gli anglicani, che non stride per nulla con quella proposta dal Sinodo dei vescovi sull’Amazzonia. Nel documento finale dell’assemblea, infatti, si legge: “Considerando che la legittima diversità non nuoce alla comunione e all’unità della Chiesa, ma la manifesta e la serve, come testimonia la pluralità dei riti e delle discipline esistenti, proponiamo di stabilire criteri e disposizioni da parte dell’autorità competente, nel quadro della Lumen gentium 26, per ordinare sacerdoti uomini idonei e riconosciuti della comunità, che abbiano un diaconato permanente fecondo e ricevano una formazione adeguata per il presbiterato, potendo avere una famiglia legittimamente costituita e stabile, per sostenere la vita della comunità cristiana attraverso la predicazione della parola e la celebrazione dei sacramenti nelle zone più remote della regione amazzonica. A questo proposito, alcuni si sono espressi a favore di un approccio universale all’argomento”.

Quanto stabilito da Ratzinger per gli anglicani e quanto proposto dal Sinodo per l’Amazzonia non riguarda la Chiesa universale. E se la decisione di Benedetto XVI non mina il celibato sacerdotale, non si comprende come quella dei padri sinodali possa invece farlo. Cosa sta succedendo allora? Sicuramente a sbagliare sono entrambe le tifoserie, quella del Papa emerito e quella del Pontefice regnante, che alimentano la contrapposizione, ancora tutta da dimostrare, tra Ratzinger e Bergoglio. Da un lato si rimprovera a Benedetto XVI di intervenire nel dibattito pubblico su decisioni che riguardano il magistero del suo successore. Dimenticando, però, che lo stesso Francesco ha chiesto più volte parresia e ha definito Ratzinger il “nonno saggio a casa”. Ed è facile comprendere come questa affermazione indichi l’indiscutibile saggezza del suo predecessore che Bergoglio riconosce pubblicamente e sinceramente.

È chiaro che esiste un motivo di opportunità a cui ogni vescovo emerito è tenuto, in tutte le diocesi del mondo, nei confronti del suo successore. Se Pio XII si fosse dimesso, cosa avrebbe pensato sentendo l’indizione del Concilio Ecumenico Vaticano II voluto da San Giovanni XXIII? È noto quanto Pacelli avesse a lungo pensato all’opportunità di indire quella storica assemblea di tutti i vescovi del mondo, ma alla fine non ebbe il coraggio e la forza di affrontare quell’impresa ben sapendo a quante difficoltà sarebbe andato incontro. Nessuno saprà mai la risposta. Forse il mondo, e la Chiesa cattolica in particolare, non sono ancora pronti per due Papi. Sicuramente, per il futuro, è necessario regolamentare la figura del vescovo emerito di Roma. Certo non si può imporre il mutismo ecclesiale a un uomo che ha governato la barca di Pietro.

Nessuno può mettere in dubbio la fedeltà di Benedetto XVI nei confronti di Francesco. Fedeltà non formale, ma sostanziale. Il Papa è uno solo e il suo nome è Bergoglio. Nessuno, men che meno Ratzinger, ha mai messo in dubbio la validità dell’elezione dell’allora arcivescovo di Buenos Aires nel conclave del 2013. È stato Benedetto XVI a volere quella Sede Vacante con le sue dimissioni. E da quel che è dato sapere non si è per nulla pentito di aver lasciato il pontificato. Del resto, sulla soglia dei 93 anni, profondamente segnato nel fisico dall’ineludibile avanzare dell’età, non potrebbe più reggere il ritmo della vita moderna di un Papa. Con buona pace dei nostalgici e dei tifosi dei sacerdoti sposati.