Il Pirata nacque a Cesenatico il 13 gennaio 1970 e venne ritrovato morto la sera del 14 febbraio 2004 nel residence Le Rose di Rimini. Nel mezzo imprese sportive e pagine buie: ecco le tappe più importanti della sua carriera di ciclista e della sua vita
La discesa iniziata il 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio ha trovato il suo epilogo. Da quella data di cinque anni prima le apparizioni in gara del Pirata si fanno sempre più sporadiche. Così come le vittorie. Gli ultimi scatti d’orgoglio Pantani li regala al Tour de France del 2000, quando ottiene due vittorie sull’americano Lance Armstrong. La prima nella tappa del Mont Ventoux, la seconda in quella di Courchevel. Di vittorie non ne arriveranno più. Anche gli scatti in salita scemano progressivamente dietro a uno stato depressivo sempre più profondo. L’ultimo acuto degno di nota arriva sulla salita verso la Cascata del Toce, al Giro del 2003. Un piccolo assaggio e niente di più. Pantani viene subito ripreso dal gruppo. Dopo quell’edizione della corsa rosa il romagnolo non prende più parte a nessuna competizione a tappe, rinunciando sia al Tour de France che alla Vuelta.
“Se n’è andato”, titola la Gazzetta dello Sport la mattina del 15 febbraio 2004. La morte di Pantani lascia un vuoto nel mondo delle due ruote e non solo, per la perdita di uno dei ciclisti più amati del dopoguerra. Una dimostrazione di affetto pervade le strade di Cesenatico il giorno dei funerali. In migliaia accorrono nella cittadina romagnola per rendere omaggio al Pirata.