Politica

Popolare di Bari, Boccia: “Di Maio vuole pubblici nomi di chi ha creato buco, ma no a ghigliottina anticipata. Obbligazionisti? Rischiano zero”

Di Maio vuole rendere pubblico l’elenco di chi ha ottenuto prestiti e non ha restituito? Non so se sia possibile rendere pubblici elenchi di attività private. Mi sembra una cosa abbastanza poco opportuna. Ci penserà lo Stato con le leggi, non noi con la ghigliottina anticipata. Mettere sul patibolo nomi e persone è rischioso per le aziende e lavoratori coinvolti“. Sono le parole pronunciate ai microfoni di “24 Mattino” (Radio24) da Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, sulla vicenda della Banca Popolare di Bari.
E puntualizza: “Ognuno deve fare le cose che gli compete. Figuratevi se io non pretendo rigore e trasparenza che del mio comportamento quotidiano ne ho fatto un punto fermo. Quando lo Stato sarà intervenuto e la magistratura avrà accertato che alcune persone hanno commesso reati, quei nomi potranno essere di dominio pubblico. Chi ha sbagliato pagherà, ma non lo decide la politica. Lo decide la magistratura. La politica deve essere in grado di rilanciare non solo la banca, ma anche le imprese legate territorialmente allo sviluppo dei vari business esistenti. E soprattutto dobbiamo avere una idea di rilancio generale del Mezzogiorno”.

Il politico barese analizza la situazione della Banca Popolare di Bari: “Non entro nel merito della vicenza giudiziaria. C’è la magistratura che sta facendo più di una indagine e c’è la vigilanza che ha i suoi compiti. Qui però non stiamo parlando di vertici che sono cambiati o di banchieri che hanno sostituito altri, bensì dello stesso gruppo che ha fondato la banca, l’ha rafforzata, l’ha fatta arrivare agli apici e poi è crollato. Serve evidentemente una valutazione degli inquirenti sulle cause, ma non possiamo buttare il bambino con l’acqua sporca. Stiamo parlando di una grande banca del Sud, presente in tantissime regioni e con migliaia di lavoratori- continua – Alla vita di questa banca è legata l’esistenza di decine e decine di migliaia di imprese e, siccome stiamo parlando di una parte del Sud che ce l’ha fatta, bisogna essere cauti nel fare di tutta l’erba un fascio. La Banca Popolare di Bari è sempre stata rigorosa anche nel rapporto con la politica. Due anni fa dicevo che era una banca solida. Lo ribadisco e continuo a pensare che abbia fondamentali seri, credibili e soldi. Chi vive Bari e la Puglia fino in fondo sa benissimo che la vita della Banca Popolare di Bari si intreccia con la crescita seria che la Puglia ha avuto in questi ultimi 30 anni”.

Boccia precisa: “Io sono uno dei pochi che non solo non ha azioni, ma neppure un conto corrente in questa banca. Gli obbligazionisti? Rischiano zero. Evitiamo di creare terrore e panico. Ripeto, la banca ha i fondamentali solidi economici. E’ stata commissariata per ragioni di opacità gestionale, individuate dalla Banca d’Italia. L’intervento chiaro e netto, fatto ieri dal ministro dell’Economia Gualtieri con l’unanimità del Consiglio dei ministri, punta al rilancio non solo della Popolare di Bari ma di tutto il sistema di credito al Sud. Quando – prosegue – ci saranno le procedure del Fondo Interbancario, si capiranno le condizioni effettive della banca. Ma oggi, come domani e negli altri giorni, la Popolare di Bari continuerà a lavorare normalmente con la fiducia dei risparmiatori e dello Stato. Evitiamo allora di dire chi perde e cosa perde. Riguardo agli azionisti della banca, questi ovviamente sapevano già da anni che avevano sottoscritto delle azioni con un valore nominale che poteva essere diverso dal valore di mercato. In molti casi, alcuni azionisti sono stati co-fondatori o fondatori della banca”.

Sui retroscena pubblicati su alcuni giornali circa un sodalizio Renzi-Salvini finalizzato a un governo di ‘salute pubblica’, Boccia è netto: “Il Pd potrebbe starci? No, ha dato già tanto. Basta così. Il Pd si è assunto una responsabilità enorme nel sostenere una nuova ripartenza di questa legislatura. Ogni giorno Zingaretti deve mettere un surplus di forza e di energia per far assumere a noi tutti responsabilità che non sono nostre, come l’evitare di pagare le cambiali firmate da Salvini. Quindi, o funziona questo governo oppure la legislatura non potrà continuare. Deciderà il capo dello Stato, non sono certo uno di quelli che commettono l’errore di decidere al posto del presidente della Repubblica. Io penso che non ci sia alcuna alternativa a questo governo“.